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Maila picchiata a morte dal marito in casa: lividi e 5 ricoveri ma nessuno aveva fatto nulla

La 37enne uccisa mercoledì dal marito a Cavarzere era stata molte volte in ospedale per traumi vari ma nessuno si era preoccupato di segnalare la cosa. I vicini spiegano che non sentivano urla o litigi ma chi la vedeva si era accorto che da qualche tempo aveva evidenti lividi sul corpo.
A cura di Antonio Palma
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Non c'era mai stata alcuna denuncia da parte della vittima ma i segni sul corpo di Maila mostravo tutto l'inferno che la 37enne era costretta vivere tra le mura domestiche tra violenze quotidiane ad opera del marito. È quanto emerge dai racconti di vicini e conoscenti della donna uccisa mercoledì a botte dal marito nella loro casa di Cavarzere, nel Veneziano. I lividi evidenti sul corpo di Maila e i 5 ricoveri in pronto soccorso per fratture e ferite varie, spacciate sempre per cadute rovinose, dovevano almeno far nascere qualche sospetto, invece l'incubo della 37enne è proseguito senza che nessuno intervenisse fino alle estreme conseguenze di mercoledì quando Maila Bertorello è stata massacrata e ammazzata di botte dal marito Natakino Boscolo Zemello, 35 anni, pregiudicato agli arresti domiciliari.

"Era una brava ragazza, conosciuta da tutti. Da qualche tempo però si muoveva solo mascherata da un paio di ampi occhiali scuri e sulle braccia si riconoscevano dei brutti lividi. A chi le domandava cosa le fosse successo rispondeva che era caduta dalla bicicletta. Poi proseguiva con le sue passeggiate, sempre da sola, al massimo accompagnata dalla madre" ha raccontato ad esempio al Corriere della sera il titolare del bar a poche centinaia di metri dalla casa dei coniugi. Tormenti quotidiani che la donna confessava di tanto in tanto su facebook e alle vecchie amiche condendo però le storie di bugie per non allarmare. "Questo inverno mi aveva detto che stava divorziando",  ha spiegato un amico d’infanzia. "L’anno scorso diceva di essere in procinto di separarsi mi scriveva che non ce la faceva più, che era costretta a fare una vita da cani e che voleva andarsene" ha confermato un’altra amica.

Abusi e violenze di cui però in zona nessuno pare si fosse accorto. "Stavano qui da circa un anno, ma non parlavano con nessuno. Li vedevamo solo quando si incamminavano verso la piazza, ma non sentivamo urla o litigi" hanno spiegato alcuni vicini sempre al Corsera.  "Siamo allibiti, tutta la comunità di Cavarzere si stringe attorno ai famigliari di Maila. Qui non è mai successo niente del genere, siamo sconvolti" ha ricordato il sindaco Henri Tommasi. Eppure la donna era stata molto volte in ospedale ma nessuno si era preoccupato di segnalare la cosa. "Noi siamo pronti a muoverci anche per segnalazioni anonime" hanno spiegato infatti i carabinieri ricordando che l'uomo era ai domiciliai e se avesse provato ad inseguirla sarebbe stato accusato di evasione.

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