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Ma la Minetti non era quella preparata e competente?

Il gran giorno di Nicole Minetti, “costretta” a dimettersi dal Consiglio Regionale della Lombardia e scaricata dal suo mentore Silvio Berlusconi. Eppure, da qualunque parte la si guardi, la scelta del Pdl è davvero ingenerosa…
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"La signora Nicole Minetti è una splendida persona, intelligente, preparata, seria. Si è laureata col massimo dei voti, 110 e lodi, si è pagata gli studi lavorando, è di madrelingua inglese e svolge un importante ed apprezzato lavoro con tutti gli ospiti internazionali della Regione. Vale molto di più di molte delle cosiddette signore…". Parole e musica di Silvio Berlusconi, nella telefonata a Gad Lerner ormai diventata un cult e rilanciata in queste ore in rete. Cosa sia cambiato da quel giorno, sono in molti a chiederselo. Certo né Silvio né Alfano avranno cambiato idea sulla "serietà" della Nicole, nonostante dalle ricostruzioni delle serate in quel di Arcore siano emersi alcuni aspetti "particolari" della personalità dell'ex igienista dentale. Niente di penalmente rilevante, sia inteso (almeno per ora). E nulla di particolarmente scandaloso, seguendo peraltro il metro di giudizio tanto caro ai vari Paniz, Ghedini, Cicchitto, Gasparri, quelli, per capirci, che sostengono che un politico nel suo provato "può fare un po' come cazzo gli pare" (tanto per citare Guzzanti figlio).

Probabilmente sarà venuto meno l'importante ruolo istituzionale con gli ospiti della Regione; forse i vari Alfano, Santanché e compagni avranno convinto Silvio e l'amico celestiale Roberto a servirsi di interpreti ed hostess per tali evenienze. Eppure Nicole prometteva bene, stretta nel tailleur nero e presente a gran parte delle sedute del Consiglio Regionale della Lombardia. Poi, sarà il bisogno di mandare un messaggio chiaro agli elettori del Pdl (mah), saranno gli sviluppi del processo Ruby (mah), sarà la scoperta improvvisa delle "altre aspirazioni" della bella Nicole, fatto sta che è cominciato il "pressing" dei piani alti del Pdl perché rassegni le dimissioni. Insomma, tralasciando la solita confusione organizzata con smentite indiscrezioni e via discorrendo, tutto ad un tratto nessuno vuole più Nicole Minetti, con tanto di paradossale ironia rilanciata dai "quotidiani di riferimento".

Salvate il soldato Nicole. Ecco in sintesi il pensiero rilanciato di bacheca in bacheca, di tweet in tweet nelle ultime ore. Già, perché in effetti qualcuno dovrebbe avere la decenza di spiegare un gesto del genere. Di chiarire prima di tutto i motivi della "nomina" (perché di questo si è trattato) di Nicole, poi successivamente di spiegare in che modo dopo due anni sia cambiato tale giudizio. E perché no, anche di spiegare agli italiani (sia detto senza ironia) quali sono le caratteristiche base di un dirigente pidiellino, quali i criteri di "inserimento" nei listoni bloccati e quali i meriti premiati con un posto in consiliatura. Come ricorda anche Jacopo Tondelli su linkiesta, è "troppo facile cacciarla a pedate dopo averla infilata nel listino bloccato di Formigoni. Nicole deve rimanere al suo posto, e ricordare ogni giorno a Berlusconi con che rispetto ha trattato i cittadini lombardi infilandola là dove le preferenze non servono, e dove le polemiche e le annotazioni dei radicali sulle firme false finiscono poi nel dimenticatoio".

Insomma, il doppio assurdo morale e logico della Minetti: inconcepibile che sieda nei banchi del Consiglio, inaccettabile che si dimetta, specie nell'Italia dei parlamentari nominati (e pluri-inquisiti) e dei particolari "meriti sul campo". Ovviamente, affinché il tutto diventi più squallido e tutto sommato anche abbastanza ridicolo, ecco arrivare le voci di una presunta "trattativa" per le dimissioni. In pratica la Minetti, come un calciatore dall'ingaggio troppo alto, starebbe trattando (il condizionale è d'obbligo) una sorta di rescissione consensuale, con tanto di buonuscita e di altra destinazione. Insomma, in attesa di capire come evolveranno le cose e a chi toccheranno gli alimenti, un suggerimento ci sentiamo di darlo noi: si dimetta Formigoni che ne ha avallato la candidatura, il resto dei problemi non si porrà neppure.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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