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Lupi, vittoria degli animalisti: il ministero dell’Ambiente dice stop agli abbattimenti

Il nuovo “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” redatto dal Ministero dell’Ambiente recepisce le proteste degli ambientalisti e ferma gli abbattimenti dei lupi. Costa: “Con questo piano ribadiamo che non servono uccisioni, ma una strategia, che abbiamo delineato in 22 azioni”. Soddisfazione da WWF e Lav.
A cura di Davide Falcioni
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Stop agli "abbattimenti controllati" dei lupi: a deciderlo il Ministero dell'Ambiente, che ha redatto il nuovo "Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia" che – contrariamente a quanto previsto nella versione del 2017 – dava la possibilità di uccidere i canidi provocando accese polemiche e proteste di cittadini e ambientalisti sino al congelamento del provvedimento nella Conferenza-Stato-Regioni. E' stata quindi esclusa dunque la riapertura della caccia, mentre rimangono tutte le altre misure per permettere la convivenza fra lupi e bestiame.

Cosa prevede il ‘piano lupo' anti-abbattimento

Più nello specifico il nuovo piano, che sostituisce quello in vigore del 2002 ed è stato consegnato alla Conferenza Stato-Regioni per il via libera definitivo, prevede 22 azioni che puntano "alla conservazione" della biodiversità e a "minimizzare il suo impatto sulle attività dell'uomo". Fra gli interventi, a quanto si apprende, sono al vaglio misure sperimentali sull'esempio di alcuni Paesi europei.

Il documento di 55 pagine, scritto dopo aver ascoltato rappresentanti di Regioni, Province Autonome, Ispra e portatori di interesse, aggiorna al 2017-2018 la stima della distribuzione della popolazione di lupo sulle Alpi aumentata a 293 individui rispetto ai 100-130 indicati nel 2015 mentre sugli Appennini la stima è confermata in 1.580 animali in media con i valori compresi tra 1.070 e 2.472. Nel nostro paese, spiega il Piano, vive circa il 9-10% del totale dei lupi a livello europeo (esclusa la Russia) e il 17-18% a livello comunitario.

Dal nuovo Piano Lupo emerge l'intenzione del ministero dell'Ambiente di rafforzare e allargare il proprio coinvolgimento, ad esempio sostenendo il monitoraggio di questo predatore tramite il supporto tecnico dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) in modo da avere dati più affidabili.

Le parole del ministro Costa

"Con questo piano ribadiamo che non servono abbattimenti, ma una strategia, che abbiamo delineato in 22 azioni". Queste le parole del ministro dell'Ambiente Sergio Costa a proposito del nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo aggiungendo che comunque occorre "un continuo aggiornamento delle linee guida del Piano e che altre iniziative verranno prese anche parallelamente, in sinergia col Piano". Il ministro osserva che "serve una prevenzione attiva e diversificata dei possibili conflitti". Per prevenire i conflitti con la zootecnia, il ministero dell'Ambiente si sta confrontando, ad esempio, con il Ministero delle Politiche agricole per valutare la possibilità di sperimentare interventi innovativi in specifici ambiti territoriali, anche ristretti, che vivono problematiche uniche, come avviene in altri Paesi europei.

Il ministro sottolinea che "non siamo sordi alle esigenze dei territori e ci sono ben 22 azioni di mitigazione e di convivenza con i lupi. Azioni da implementare specificamente nei territori, per ascoltare ed essere vicini alle esigenze di allevatori e cittadini. Il Ministero affianca gli enti territoriali per monitorare, gestire, aiutare. Chiediamo alle Regioni di lavorare insieme per rendere questo piano concreto e applicato".

La soddisfazione della Lav

La Lega antivivisezione esprime soddisfazione per il Piano lupo che "finalmente non prevede uccisioni di lupi, ibridi e cani vaganti" e per questo l'associazione ringrazia il ministro dell'Ambiente "per aver mantenuto il suo impegno contro gli abbattimenti". Ora, aggiunge la Lav, "le Regioni si impegnino nelle azioni di prevenzione non cruente, e per la sterilizzazione dei cani". !Da anni sosteniamo che la maggioranza dei cittadini e la scienza sono concordi nell'affermare che uccidere i lupi è non solo una gravissima crudeltà, ma non produce effetti positivi nella gestione delle predazioni" prosegue la Lav facendo riferimento a "un lavoro scientifico elaborato dai migliori studiosi spagnoli di lupi – uno Stato dove è consentita l'uccisione dei lupi – presentato nel 2015".

Il Wwf parla di "importante passo avanti"

Con l'esclusione degli abbattimenti, "finalmente sembra sia stato fatto un importante passo verso un Piano di conservazione che crea le condizioni per una migliore convivenza con l'animale simbolo della Natura d'Italia: il lupo" dice il Wwf spiegando che è "un piano in grado di fare la differenza, quello per cui ci siamo battuti fino ad oggi" e che "deve promuovere la ricerca e il monitoraggio, combattere il bracconaggio, individuare sostenere le azioni di prevenzione dei danni, che sono la migliore risposta ai conflitti". Negli ultimi anni, il Wwf – insieme alle altre associazioni ambientaliste che hanno aderito alla campagna #soslupo – "si e' impegnato moltissimo per difendere il lupo, a cominciare dalla mobilitazione nei confronti della precedente proposta di piano di conservazione che prevedeva la possibilità degli abbattimenti. Consentire di sparare al lupo avrebbe rappresentato un drammatico e crudele arretramento nelle conquiste ecologiche e culturali, che riconoscono al lupo in importante ruolo negli ecosistemi e nella nostra vita".

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