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Le consultazioni per il nuovo governo

Governo, Mattarella convoca Casellati al Quirinale: pronto a conferirle il mandato

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Matterella rompe gli indugi e conferma l’orientamento ad affidare un “mandato esplorativo” alla seconda carica dello Stato (già politica di lungo corso nelle fila di Forza Italia) per superare lo stallo politico sulla formazione del nuovo Governo.

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Le consultazioni per il nuovo governo
09:48

Ancora lontano l'accordo di governo, stallo Lega-M5S: l'incognita delle elezioni regionali

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Nonostante siano passati oltre 40 giorni dalle elezioni politiche dello scorso 4 marzo, ancora oggi la situazione istituzionale appare in stallo e sembra non esistere in Aula una maggioranza di governo che possa far partire il nuovo esecutivo. Nei prossimi giorni, il presidente Mattarella scioglierà la riserva e comunicherà la propria decisione, ma al momento un ipotetico incarico a Salvini o Di Maio non sembra essere tra le opzioni sul piatto e il capo dello Stato potrebbe conferire un incarico esplorativo a Maria Elisabetta Alberti Casellati, da poco eletta presidente del Senato. Tra poche settimane, inoltre, si svolgeranno in Molise e Friuli Venezia Giulia le elezioni regionali per il rinnovo del mandato e Matteo Salvini preferirebbe aspettare le due consultazioni prima di cercare di formare un ipotetico esecutivo: "Ogni voto conta e noi pensiamo che da queste regionali possa venire un segnale nazionale di chiarezza e di cambiamento".

Di parere totalmente opposto è invece il leader del Movimento 5 Stelle: "Salvini si assume una responsabilità storica nel legarsi a Berlusconi: ci sta dicendo che per aspettare i comodi di Matteo Salvini avremo il governo il 15 maggio? Aspetto qualche altro giorno, poi uno di questi due forni si chiude", ha dichiarato Di Maio, ponendo di fatto un ultimatum a Salvini. Di contro, Salvini è sempre più convinto che Di Maio stia puntando in realtà ad un accordo di governo con il Partito Democratico e che la Lega non sia l'alleato principale a cui guarda il Movimento 5 Stelle.

A cura di Charlotte Matteini
22:46

Forza Italia: "M5s in preda a una crisi di nervi, ora non basta più urlare e protestare"

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Continua la lite a distanza tra Luigi Di Maio e i rappresentanti di Forza Italia e permane lo stallo nelle trattative per la formazione del governo. A rispondere agli attacchi del capo politico del M5s è Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. “Luigi Di Maio se ne faccia una ragione una volta per tutte: il centrodestra unito è forte, è coeso, ha vinto le elezioni ed è una realtà che i sogni grillini non potranno mai cancellare”, afferma replicando al capo politico pentastellato che oggi è tornato a sostenere che il centrodestra unito non sia stato votato da nessuno.

Il Movimento 5 Stelle, piuttosto, dopo il buon risultato ottenuto il 4 marzo sembra aver perso definitivamente la bussola – attacca Gelmini -. Fino a ieri bastava urlare e protestare, oggi prendersi serie responsabilità di fronte al Paese è cosa molto più complessa. Sono chiaramente in preda ad una crisi di nervi. Per quanto riguarda, invece, i parlamentari di Forza Italia, il capo politico pentastellato stia sereno: deputati e senatori azzurri sono più che mai uniti nel sostenere Berlusconi e nel lavorare per il futuro governo di centrodestra”, aggiunge la capogruppo forzista smentendo l’ipotesi paventata da Di Maio secondo cui una grossa fetta di parlamentari azzurri sarebbe pronta a cambiare casacca e lasciare Berlusconi. “Di Maio – conclude Gelmini – pensi ai suoi numerosi parlamentari sospesi in campagna elettorale e reintegrati grottescamente nei gruppi grillini il giorno dopo la chiusura delle urne. E questa sarebbe la loro coerenza? Questo sarebbe il loro cambiamento?”.

A cura di Stefano Rizzuti
21:37

Salvini risponde a Di Maio: "Se preferisce Renzi faccia pure"

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Dopo l’ultimatum di Luigi Di Maio a Matteo Salvini, il leader della Lega replica al capo politico del MoVimento 5 Stelle che ha detto che potrebbe chiudere uno dei due forni (uno con il Carroccio e l’altro con il Pd) per l'accordo di governo tra pochi giorni. Salvini, parlando con l’Ansa al termine di una intervista a Telemolise, afferma: “Paragonare il futuro dell'Italia a un mercato mi sembra irrispettoso, la Lega non è il Pd, mi sembra che ci siano idee confuse. Noi vogliamo un governo che rispetti il voto degli italiani, centrodestra e M5s. Se Di Maio preferisce il forno di Renzi si accomodi, temo che sia un pane muffo, però libero di fare quello che vuole”.

Intanto il leader della Lega torna a parlare dell’ipotesi di un terzo candidato alla presidenza del Consiglio oltre a lui e a Di Maio. “Se ci fosse qualcuno in gamba che sottoscrive la nostra idea d’Italia perché no?”, afferma durante l’intervista a Telemolise. “Il centrodestra – aggiunge – ha un programma comune, è stata la coalizione che ha preso più voti in Italia e che vincerà domenica in Molise e in Friuli il 29 aprile. Che poi Salvini non sia Berlusconi e la Lega non sia Forza Italia e gli italiani abbiano premiato più la Lega che Forza Italia mi riempie di gioia, ma il mio avversario era e rimane il Pd e la sinistra, non ho avversari interni”.

Più tardi, parlando a Campobasso, Salvini attacca Di Maio, facendo riferimento alle sue ultime affermazioni: "Fosse per me – argomenta il segretario della Lega – il governo sarebbe già partito, ma qui c'è qualcuno che fa il prezioso. Il forno lo scelgo io, il premier lo faccio io… Io, io, io. Io preferisco il noi".

A cura di Stefano Rizzuti
19:31

L’ultimatum di Di Maio a Salvini: “Aspetto qualche altro giorno, poi si chiude il dialogo”

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Io aspetto qualche altro giorno poi uno di questi due forni si chiude, non aspetto chi fa campagna elettorale sulla pelle degli italiani”. Così Luigi Di Maio, capo politico del MoVimento 5 Stelle, risponde durante la registrazione della puntata di Otto e Mezzo di questa sera a Matteo Salvini che oggi aveva detto che in caso di sua vittoria elettorale in Friuli e nel Molise alla regionali, il governo si sarebbe formato nel giro di 15 giorni. Il riferimento è ai due forni aperti dal M5s nei confronti di Lega e Pd per formare il governo: Di Maio ha proposto a entrambi di stipulare un contratto di governo, ma il Pd ha già detto che non è interessato al dialogo coi Cinque Stelle. Quello di stasera del capo politico del M5s sembra essere un ultimatum nei confronti del leader della Lega.

Di Maio attacca il leader della Lega: “Salvini si sta assumendo una responsabilità storica a volersi legare a Berlusconi anziché venire al tavolo del governo”. E parla poi del centrodestra, che secondo il capo politico del M5s si sarebbe “contraddetto anche al Quirinale”: “Salvini è stato zitto e ha subito l'umiliazione di Berlusconi che gli contestava i punti del programma. Se Salvini continua con questa idea del centrodestra come unica compagine fa del male anche al Paese e impedisce il cambiamento”.

Io non ho mai voluto dividere il centrodestra – aggiunge Di Maio – perché non lo considero una cosa sola: nessuno ha votato centrodestra. Milioni di italiani hanno votato per Salvini, qualche milione per Forza Italia e qualche altro milione per Meloni”, secondo il candidato premier pentastellato. Che parla ancora del partito di Berlusconi: “Io ho notizie che da Forza Italia c’è gente che vuole uscire e andare da altre parti, nel gruppo Misto o in altri gruppi di centrodestra; fossi in Berlusconi sarei preoccupato da questo”.

Di Maio commenta anche le parole di Alessandro Di Battista, che negli scorsi giorni aveva attaccato sia Salvini che Berlusconi: "Condivido che con Berlusconi non si può fare un governo del cambiamento, condivido che Salvini ha fatto una brutta figura nelle dichiarazioni dopo le consultazioni al Quirinale, ma quelle sono le parole Di Di Battista, su Dudù è una sua battuta. Io non saprei nemmeno farle, non so far ridere". Ma comunque, secondo il capo politico del M5s, Di Battista non ha fatto quelle affermazioni e quelle battute per provare a sabotarlo e per impedire un accordo con la Lega.

C'è poi la questione siriana, su cui si sofferma Di Maio spiegando che "le dichiarazioni di Salvini sono irresponsabili perché fatte da un palco durante una campagna elettorale". Al contrario, il capo politico del M5s loda l'operato di Paolo Gentiloni: "La diplomazia a oltranza deve essere il nostro stile e bene ha fatto Gentiloni a non partecipare agli attacchi. Se qualcuno pensa di usare la Siria per sganciare l'Italia dai alleati storici e dalla Nato mi troverà sempre contrario".

A cura di Stefano Rizzuti
18:08

Pd a Salvini: "Il Paese non è a tua disposizione, basta calcoli elettorali e propaganda"

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Il leader della Lega, Matteo Salvini, lancia una provocazione e dice che in caso di vittoria elettorale alle regionali di Friuli e Molise il governo si formerebbe in 15 giorni. Provocazione a cui hanno subito replicato duramente alcuni esponenti del Pd. A partire dall’ex capogruppo alla Camera Ettore Rosato. “S’è preso oltre 40 giorni, ma ancora non gli bastano – scrive su Facebook -. Adesso Salvini ci avvisa che dopo le elezioni in Molise e Friuli Venezia Giulia vuole altri 15 giorni. Arriveremmo così alle soglie dell’estate, anche perché poi ci sono le amministrative e anche lì vengono prima gli interessi della Lega e poi l’Italia. Ma non è questione di tempo, quello è nelle mani del presidente della Repubblica, e nemmeno di cosa accade nel Paese, per fortuna a Palazzo Chigi c’è ancora Gentiloni. È un problema di arroganza, di chi forte del suo 17% pensa sia diventato il 100% e pretende di fare delle istituzioni quello che vuole. Meglio che Salvini esca dalla modalità campagna elettorale e ci dica con chi vuole governare e soprattutto cosa vuole fare. Tutto il resto è solo prendere in giro gli italiani”. “Ha preso il 17% – ribadisce su Twitter – e il Paese non è a sua disposizione”.

Alle parole del segretario leghista replica anche il reggente del Pd, Maurizio Martina: “Trovo veramente assurda l'idea di Salvini per cui il Paese deve aspettare i suoi tornaconti elettorali. Avvisatelo che il Paese ha già votato e adesso chiede risposte, non propaganda. Questo uso delle elezioni regionali di Molise e Friuli come fossero cavie da laboratorio è quanto di più irrispettoso possibile verso gli elettori di quelle regioni oltre che di tutti gli italiani”. E un commento arriva anche dal capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci: “L'Italia non merita di avere un governo perché Salvini aspetta di fare i conti in Friuli ed in Molise. Lo ammette candidamente lo stesso leader della Lega, che è ancora in campagna elettorale, nonostante le elezioni si siano svolte da un pezzo. Solo bassi calcoli di bottega tesi a misurare i rapporti di potere con il M5s, impediscono al Paese di avere un governo figlio dei risultati elettorali. Per Lega e Cinque Stelle evidentemente i problemi degli italiani vengono dopo”.

A cura di Stefano Rizzuti
16:37

Salvini: "Se vinciamo le elezioni in Friuli e Molise il governo si fa in 15 giorni"

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Le elezioni regionali in Friuli e in Molise potranno essere decisive per la formazione del nuovo governo. Ne è convinto il leader della Lega Matteo Salvini: “Sia chiaro a tutti, anche alle orecchie di chi non vuole intendere, che se vinciamo in Friuli e in Molise nel giro di 15 giorni si fa il governo”, afferma a Montenero di Bisaccia, durante il suo tour elettorale in Molise. “È chiaro che se in Molise domenica e in Friuli domenica prossima verranno premiate la forza, il coraggio e le battaglie della Lega io sono convinto che anche grazie al voto dei molisani e dei friulani nell'arco di 15 giorni chi deve capire capisce e il governo comincia a fare e lavorare senza perdere tempo”, argomenta il segretario del Carroccio.

Salvini non risparmia un attacco al MoVimento 5 Stelle: “Il voto è sempre sacro, chiunque scegliete di votare è giusto rispettare il vostro voto. C’è però una piccola grande differenza tra Lega e Cinque Stelle, visto che qui la partita è tra il centrodestra e i Cinque Stelle e che fortunatamente del Pd e della sinistra, in Molise come nel resto d'Italia, si sono perse le tracce: un conto è dire no. No alla strada, no alla centrale, no al carbone, no al petrolio, no al gas, no alla Tav, no alla Tac, no, no, no… Quando vai a governare – dice ancora il leader della Lega – devi dire anche dei sì, perché devi aprire scuole, devi aprire ospedali, devi sistemare le strade, devi rifare i ponti, devi lavorare per difendere il commercio”.

La differenza – aggiunge – è che la Lega governa in alcune regioni da 25 anni e da 25 anni gli elettori ci dicono ‘andate avanti' perché dove governate gli ospedali li aprite invece di chiuderli. Un conto è dire ‘no’ e un conto è affidare una regione a chi dice solo no”. Infine il leader della Lega parla anche di alleanze a sinistra, ritenute praticamente impossibili: “L’unica cosa che per coerenza non accetterò mai di fare è di andare al governo con la sinistra e col Pd che sto combattendo da 6 anni. Evidentemente non posso prendere in giro chi mi ha votato un mese fa facendo finta di nulla e andando al governo con Renzi quando voglio cambiare la legge Fornero, la riforma della scuola, la riforma della giustizia e le leggi sull'immigrazione e la sicurezza”.

A cura di Stefano Rizzuti
11:20

Siria, Bonino: "Dopo il raid c'è rischio di un'escalation della guerra"

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"Una escalation della guerra in Siria dopo il raid di Usa, Francia e Gran Bretagna è possibile". È quanto avverte Emma Bonino, leader neo eletta di "+Europa" , in un'intervista al Mattino in cui lancia l'allarme perché si eviti a tutti i costi un nuovo, probabile massacro di civili a Idlib, la città della Siria nord-occidentale al confine con la Turchia che potrebbe essere il prossimo obiettivo del conflitto.

Sul presunto utilizzo di armi chimiche da parte del regime di Assad a Douma, Bonino afferma: "Non ho accesso ad alcuna informazione particolare su quello che è accaduto. Ma io mi preoccuperei più del futuro che di quello che è stato. E lo ribadirò martedì prossimo al Senato quando l’attuale presidente del Consiglio riferirà in aula sugli ultimi avvenimenti in Siria. Di sicuro oggi la cosa più drammatica della guerra è che la griglia degli interessi nel Paese è diventata inestricabile e quasi illeggibile, tanto è complicata. Se volessimo guardare indietro andrebbe ricordato che nessuna potenza occidentale, quando iniziò sette anni fa il conflitto siriano, voleva replicare quello che era già accaduto in Libia. Ma è stato l’Occidente – continua -, e non solo, a dare appoggio esterno a tutte le forze che dall'interno volevano combattere il regime di Damasco, compresi i movimenti terroristici legati all'Isis, esattamente come era avvenuto in Iraq. Poi sono intervenuti i russi/iraniani e lo scenario è cambiato, in maniera radicale e oggi sul terreno siriano c’è il conflitto più internazionalizzato che si possa immaginare". E conclude: "La pacificazione vuol dire guardare avanti ma temo che la "pax siriana" finirà, almeno alla luce di quanto sta accadendo oggi, per rafforzare l'ulteriore potenza militare di Assad con il recupero del territorio dei ribelli, grazie al sostegno di russi e iraniani e alla accondiscendenza dei turchi interessati a recuperare i territori oggi controllati dai curdi".

A cura di Annalisa Cangemi
10:47

Salvini: "Di Maio giudica il centrodestra unito un danno, il M5S rispetti gli elettori"

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 "Quello che Di Maio giudica un danno, il centrodestra unito, è quello che gli elettori hanno premiato col voto il 4 marzo: chiedo al MoVimento 5 stelle di avere rispetto per gli elettori". Così Matteo Salvini, nella sua prima tappa del tour elettorale in Molise, replica a muso duro al capo politico M5s. "Come io dico che non esistono partiti pericolosi o elettori pericolosi chiedo che tutti gli altri facciano lo stesso", aggiunge.

E sull'appuntamento elettorale del 22 aprile in Molise dice: "Ogni voto conta: noi pensiamo che da queste regionali possa venire un segnale nazionale di chiarezza e di cambiamento". E rivolto al leader pentastellato, secondo il quale il voto non ha valenza nazionale, risponde: "Mette le mani avanti. Pensava di avere già la vittoria in tasca qui in Molise e invece è testa a testa".

Salvini risponde anche alle dichiarazioni di Calenda: "Io dialogo con tutti, ma l'unico punto fermo è che con il Pd non si può fare nulla. A Calenda dico, mamma mia! Un governo con chi ha approvato la Fornero o vuole gli immigrati che cosa potrebbe fare?". E poi ribadisce: "Leggo di ammucchiate, di governo di tutti che a noi non va bene. Se tutti la smettessero di litigare e avessero il nostro senso di responsabilità si potrebbe partire".

Salvini è intervenuto anche sulla crisi in Siria: "Noi siamo rispettosi delle alleanze, ma a chi ci chiede favori economici e geopolitici rispondiamo: "no grazie"". Così il leader della Lega risponde al cronista che gli chiede se un suo ipotetico futuro governo sarebbe disposto, come richiesto oggi da Trump, a un impegno dell'Italia in Siria. "Noi non siamo il tipo di persone a cui citofonare dopo che tutto quanto è accaduto. Quando si decide di usare i missili – conclude Salvini – vorrei avere chiaro il perché".

A cura di Annalisa Cangemi
10:16

Pinotti: "Prima di Maio era anti-Nato, oggi il M5S sostiene gli alleati"

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"Nel post campagna elettorale abbiamo assistito a molte modifiche di posizioni rispetto al passato: ora Luigi Di Maio dice che l'Italia è parte di determinate alleanze e della Nato, ma in passato M5S aveva portato in parlamento la proposta di lasciare la Nato". Lo ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti al programma Circo Massimo su Radio Capital. Pinotti ha poi spiegato di non ritenere un pericolo Matteo Salvini al governo "perché dice che non ha intenzione di cambiare alleanze".

Poi aggiunge: "Non vedo il rischio di un'escalation in Siria. Due giorni fa mi ha telefonato la ministra della Difesa francese Florence Parly e mi ha detto che l'attacco era circoscritto e non è l'inizio di altri raid. Comunque, se dovesse essere chiesto l'utilizzo delle nostre basi valuteremo".

E sul ruolo che il Pd deve giocare nella partita di governo ha detto: "È sbagliato immaginare che i voti dati dagli elettori al Pd siano congelati. Si è parlato impropriamente di Aventino: il Pd non deve solo continuare a guardare, abbiamo delle responsabilità. Ma – ha sottolineato il ministro – esiste anche l'esito delle elezioni. Ci sono forze che hanno avuto molti consensi e ora hanno le responsabilità. Il Pd deve stare sui contenuti".

Commentando poi la proposta avanzata dal ministro Carlo Calenda, in un'intervista oggi a Repubblica, Pinotti ha osservato: "non credo sia una proposta che possiamo avanzare noi, cioè che il Pd debba farsi promotore di un governo del tutti dentro".

A cura di Annalisa Cangemi
10:02

Calenda: "No a governo Lega, M5S e Pd, ma ci vuole esecutivo di transizione appoggiato da tutti"

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Carlo Calenda (Pd), ministro dello Sviluppo economico uscente rilascia un'intervista a Repubblica, che titola: "È emergenza governo di transizione con Pd, M5S e Lega". Ma Calenda aggiusta il tiro: "Il titolo dato a Repubblica alla mia intervista è totalmente fuorviante. Basta leggere le risposte per comprendere che non ho mai auspicato un patto tra M5S, Pd e Lega che personalmente considererei un grave errore", dice Calenda. "Sostengo invece che data la situazione di stallo e il peggiorare delle crisi internazionali occorrerebbe proporre un Governo di transizione appoggiato da tutte le forze politiche e una commissione bilaterale per rimettere mano alla legge elettorale e alle altre riforme incompiute".

Secondo Calenda ci vuole un esecutivo "che risolva tre questioni fondamentali: la possibilità di formare esecutivi stabili in un sistema politico tripolare, il rapporto tra autonomia delle regioni e interesse nazionale, i tagli ai costi della politica e soprattutto la trasparenza nella gestione dei partiti".

A cura di Annalisa Cangemi
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