
Oggi Giorgia Meloni è in diretta dall'Aula del Senato per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre. Nel discorso la premier ha toccato i temi sul tavolo del prossimo Consiglio Ue. Sull'Ucraina ha dichiarato: "Lasciatemi nuovamente nettamente ribadire la posizione del governo: ciascuna nazione contribuirà agli sforzi" dei Volenterosi per Kiev ma "l'Italia ha già chiarito che non prevede l'invio di soldati nel territorio ucraino".
"Siamo pronti a fare la nostra parte nel piano di ripristino delle infrastrutture essenziali a Gaza, specialmente quelle sanitarie, e abbiamo espresso la piena disponibilità ad essere co-organizzatori della Conferenza sulla ricostruzione della Striscia, che si terrà al Cairo", ha dichiarato Meloni. "Siamo pronti a partecipare ad una eventuale forza internazionale di stabilizzazione e a continuare a sostenere l'Autorità nazionale palestinese nell'addestramento delle sue forze di polizia e nel rafforzamento delle capacità operative.", ha aggiunto.
Meloni interverrà nel pomeriggio anche alla Camera, dove alle 10:30 consegnerà il testo. La discussione generale inizierà alle 16:05 nell'Aula di Montecitorio. Quindi ci sarà l'annuncio delle risoluzioni, seguita dalla replica di Meloni.
Maiorino (M5s) a Meloni: "Se vuole difendere la libertà di stampa, risponda ai giornalisti"
"Vi chiedo di ritirare le querele strumentali a danno di giornalisti e editori. Così si difende la libertà di stampa, non a parole. E se vuole difendere la libertà dei giornalisti, potrebbe rispondere alle domande degli stessi invece di scappare come ha fatto nell'ultima conferenza stampa della sulla legge di bilancio". Lo ha detto la senatrice M5S, Alessandra Maiorino in discussione generale alle comunicazioni della premier Giorgia Meloni.
Borghi (Lega) a Meloni: "Kiev ora non può entrare nell'Ue"
"Faccia attenzione, però, e mi rivolgo anche ai miei colleghi, a non seguire dei facili slogan. Quando sento che la pace è l'Ucraina nell'Unione europea, bisogna fare attenzione, perché sono le cose che suonano bene, come il mondo senza confini, senza limiti, che va bene per tutti. Ricordo che non è sostenibile in questo momento, con le regole attuali, un ingresso dell'Ucraina nell'Ue, dal punto vista finanziario ma anche sociale", lo ha detto il senatore della Lega Claudio Borghi rivolgendosi alla premier Giorgia Meloni nella discussione al Senato sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue. "Occhio con questi slogan – ha aggiunto Borghi -, perché tante volte con gli slogan si sono prese decisioni di cuore che poi si scontrano con la realtà dei fatti".
Ronzulli: "Chi accusa il governo di essere illiberale non danneggia Meloni, danneggia il Paese"
"All'estero qualcuno dice che questo governo è illiberale, di estrema destra. Come si può urlare davanti alla stampa internazionale che la libertà in Italia è a rischio. Usare un palcoscenico straniero per fare sciacallaggio non colpisce la premier Meloni", ma danneggia il Paese, ha detto in discussione generale la senatrice Licia Ronzulli, riferendosi alle accuse lanciate dalla segretaria del Pd Elly Schlein dopo l'attentato subito dal giornalista Sigfrido Ranucci.
Calenda: "Trump vuole spartirsi l'Europa con Putin"
Secondo il senatore Carlo Calenda il presidente degli Stato Uniti non si fermerà all'accordo raggiunto sui dazi: "Vuole spartirsi l'Europa con Putin". "Se il Green Deal è un disastro allora signora presidente dobbiamo cambiare la politica industriale in Italia. Se non affrontiamo il costo dell'energia. l'Europa non potrà fare nulla".
Calenda: "Mozione di Meloni condivisibile sull'Ucraina e Green Deal, va rivisto"
Il senatore Carlo Calenda ha detto che le comunicazioni di Meloni sono "condivisibili" sull'Ucraina e sul Green Deal: "Sono d'accordo anche sull'idea di sostenere il piano di Trump per Gaza, ma non è un piano di pace è un piano di tregua".
Gasparri: "Tre o 4 mozioni sull'Ucraina, sinistra sparpagliata "
"Ci sono tre o quattro mozioni della sinistra perché non sono d'accordo su come sostenere l'Ucraina. Pensate di sostenere l'Ucraina con i cortei che non fate per l'Ucraina? Non credo. Mozioni diversificate, una sinistra sparpagliata". Lo ha detto il capogruppo in Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri, nel corso del dibattito dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio. "Noi vogliamo che si vada avanti anche su temi delicati" come il Green deal dove "il Ppe ha detto la sua. Presidente Meloni, lei ha fatto un ottimo lavoro, vada avanti e gli altri speriamo trovino una posizione comune. Noi ce l'abbiamo e la difendiamo.
Al via la discussione generale, la senatrice Rojc: "Non è tempo di soggiacere a Trump"
La senatrice Tatjana Rojc (Pd), è intervenuta in discussione generale: "Non è il tempo delle soluzioni grigie non è tempo di soggiacere alla volontà di Trump. Chiediamo il ritorno della legalità internazionale, e che si dia attuazione all'accordo per Gaza. L'Europa è nata per garantire la pace, abbiamo l'obbligo di fermare chi attenta a questa pace, come la Russia. Il popolo russo resta nostro amico, ma il regime di Putin ha strappato un paese dalla legalità internazionale. La guerra in Ucraina prefigura una nuova divisione in Europa. Il governo si impegni a essere coerente".
Cosa dice la risoluzione del Pd su sostegno a Ucraina e riconoscimento Palestina
Nella risoluzione presentata dal Pd al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo di domani e venerdì 24 ottobre so chiede al governo di "Ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, promuovendo con urgenza un'iniziativa diplomatica e politica che garantisca un ruolo dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per il perseguimento di una pace giusta e sicura, che preservi i diritti del popolo ucraino a partire da quello alla propria autodeterminazione, l'ordine internazionale basato sulle regole e offra le necessarie garanzie di sicurezza per una soluzione duratura".
Il Partito democratico esorta l'esecutivo anche "a richiedere la liberazione e lo scambio dei prigionieri di guerra, il ritorno in sicurezza dei civili rapiti, in particolar modo i bambini e a richiedere l'avvio delle necessarie attività diplomatiche di assistenza nelle attività di ricerca e ricongiungimento familiare".
Inoltre, sul fronte mediorientale, i dem chiedono di "riconoscere, sia in sede nazionale che a livello europeo, la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo, al fine di preservare nell'ambito del rilancio del Processo di Pace la prospettiva dei ‘due popoli, due Stati'", ma anche di "sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, l'accordo di Sharm el Sheikh, come via per esigere il rispetto del cessate il fuoco, la restituzione dei corpi degli ostaggi israeliani, la protezione della popolazione civile di Gaza, il pieno afflusso di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all'interno della Striscia, il pieno rispetto del diritto internazionale".
Dopo le comunicazioni di Meloni in Senato inizia la discussione generale in Aula
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha consegnato all'Aula della Camera il testo delle comunicazioni rese già al Senato, in vista del Consiglio europeo al via a Bruxelles da domani. Meloni tornerà a Montecitorio nel pomeriggio dove, dalle 16,05, l'Assemblea terrà la relativa discussione. Poi è prevista la replica del presidente del Consiglio e le votazioni sulle risoluzioni di maggioranza e opposizioni. A Palazzo Madama a breve inizia la discussione generale.
Meloni: "Con Merz e altri 15 leader abbiamo scritto una lettera a von der Leyen"
"Con Merz e altri 15 leader abbiamo indirizzato una lettera" a Ursula von der Leyen "per accelerare la semplificazione" in tre punti tra i quali una revisione dell'attuale normativa, "la cancellazione della regolamentazione non necessaria e il contenimento delle proposte legislative dove maggiore" è l'efficacia dell'intervento europeo. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo. "Non è il momento di esitare ma il tempo di porre rimedio agli errori del passato".
Le proposte di Meloni per la revisione della legge Ue sul clima
"In primo luogo, un'eventuale modifica della Legge Clima europea che preveda un nuovo obiettivo intermedio al 2040 dovrà essere accompagnato da chiare e definite "condizioni abilitanti", ovvero strumenti che consentano di raggiungere gli obiettivi senza compromettere irrimediabilmente l'economia europea, a vantaggio, peraltro, di un numero sempre più alto di concorrenti strategici a livello globale, che fanno salti di gioia di fronte alle follie verdi che ci siamo autoimposti e che vogliamo continuare ad autoimporci. Mi riferisco – ha spiegato Meloni – in particolare alla possibilità di conteggiare sino almeno al 5% (tanto degli obiettivi a livello Ue, tanto degli obiettivi nazionali), i cosiddetti crediti internazionali, ovvero quei progetti di cooperazione internazionale che l'Ue e gli Stati membri finanziano in Paesi terzi per ridurre le emissioni di carbonio. Anche considerato che le emissioni di carbonio Ue ammontano a circa il 6% delle emissioni globali, non è trascurabile il valore che ha, ai fini dell'obiettivo finale, favorire un'economia sostenibile nei Paesi in via di sviluppo. È esattamente lo spirito del Piano Mattei e del focus che il Piano ha sui progetti ambientali", ha concluso.
"La seconda condizione che poniamo – ha argomentato – è che questo cambio di approccio preveda una piena applicazione del principio della neutralita' tecnologica a tutta la legislazione climatica UE, a partire da quella relativa al settore automobilistico e a quello dell'industria pesante, dove esiste un limite tecnico alla transizione e bisogna ragionare anche in termini di integrazione energetica. Lo ribadiamo: non puo' esistere solo l'elettrificazione per il futuro dell'auto, e tantomeno per quello del trasporto pesante o dell'industria, a partire da quella dell'acciaio, del vetro e del cemento. Dobbiamo al contrario rimanere aperti a tutte le soluzioni, come anche i biocarburanti sostenibili, che possono contribuire alla decarbonizzazione e che devono essere consentiti anche dopo il 2035. E infine", ha concluso "un terzo punto per noi dirimente è quello delle risorse. Perché nessuna transizione è davvero possibile senza stanziare le risorse adeguate".
Meloni: "L'Italia non sostiene la proposta di revisione della legge Ue sul clima"
"Il Consiglio europeo sarà anche l'occasione per affrontare una questione che io considero determinante per il futuro dell'Unione: ovvero, la proposta di emendamento della Commissione Europea alla Legge europea per il clima, con la quale si intende fissare un nuovo obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni nette del 90% entro il 2040 (rispetto al livello del 1990), quale tappa intermedia verso l'obiettivo già previsto della neutralità climatica, ovvero del 100% di riduzione, nel 2050", ha detto Meloni. "Voglio premettere che l'Italia sostiene, e continuerà a sostenere, un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni, un obiettivo che consideriamo importante non solo per la nostra salute e i nostri territori, per la nostra autonomia strategica. Ma riteniamo che il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo sia continuare a rincorrere un approccio ideologico, e pertanto irragionevole, che impone obiettivi insostenibili e irraggiungibili, che producono danni al nostro tessuto economico-industriale, indeboliscono le nazioni europee e rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell'Unione Europea", ha aggiunto. "Perché qui si tratta prima di tutto di credibilità: come possiamo risultare credibili agli occhi dei nostri partner internazionali, e degli investitori, se ci poniamo obiettivi inverosimili, perfino dannosi, per chi volesse fare impresa in Europa e in Italia?", ha detto la premier. "Noi vogliamo abbandonare quell'approccio ideologico che ha caratterizzato la stagione del Green Deal, per abbracciare un pragmatismo serio e ben ancorato al principio di neutralita' tecnologica. Per questo, lo dico chiaramente, l'Italia non potrà sostenere la proposta della Commissione di revisione della Legge Clima europea cosi' come formulata ad ora, a maggior ragione se non sarà accompagnata da un vero e sostanziale cambio di approccio", ha argomentato il presidente del Consiglio. "E per noi questo cambio di approccio deve sostanziarsi in tre ambiti principali, in cui le rinnovabili hanno un ruolo nello sviluppo ma devono essere integrate in un sistema equilibrato, tecnologicamente attrezzato per contenere al massimo le emissioni", ha aggiunto.
Meloni attacca di nuovo il Green Deal: "Basta con le follie verdi"
"Vogliamo abbandonare l'approccio ideologico" della Ue sul green deal, "l'Italia non potrà sostenere la proposta di revisione" della Commissione europea "della legge sul clima se non ci sarà un cambio di approccio", ha attaccato Meloni. "Basta con le follie verdi".
Meloni: "Flessibilità Ue per la difesa diventi permanente"
"Su un piano più ampio il rafforzamento della difesa richiede soluzioni finanziarie ancora più ambiziose, chiediamo di aprire un dibattito per rendere permanente la flessibilità sul patto di stabilità e crescita" per gli investimenti in difesa, ha detto Meloni. Il governo intende "rafforzare la nostra difesa senza distogliere un solo euro dalle altre priorità che l'Italia s'è data", ha ribadito.
Meloni: "Pronti a partecipare a forza militare internazionale in Palestina"
"Siamo pronti a fare la nostra parte nel piano di ripristino delle infrastrutture essenziali a Gaza, specialmente quelle sanitarie, e abbiamo espresso la piena disponibilità ad essere co-organizzatori della Conferenza sulla ricostruzione della Striscia, che si terrà al Cairo", ha dichiarato Meloni. "Siamo pronti a partecipare ad una eventuale forza internazionale di stabilizzazione e a continuare a sostenere l'Autorità nazionale palestinese nell'addestramento delle sue forze di polizia e nel rafforzamento delle capacità operative. Dobbiamo ancora definire i dettagli del suo contributo ma ritengo necessario e sin da ora opportuno un passaggio parlamentare su queste materie", ha aggiunto.
"L'Italia non invierà soldati in Ucraina"
"Lasciatemi nuovamente nettamente ribadire la posizione del governo: ciascuna nazione contribuirà agli sforzi" dei Volenterosi per Kiev ma "l'Italia ha già chiarito che non prevede l'invio di soldati nel territorio ucraino", ha ribadito la premier.
Meloni: "La nostra posizione in Ucraina non cambia"
Sull'Ucraina "la nostra posizione non cambia e non può cambiare davanti alle vittime civili alle immagini delle case sistematicamente bombardate dai russi sulla popolazione civile che resiste da oramai quattro anni", ha chiarito Meloni. "Il nostro sostegno al popolo ucraino rimane determinato nell'unico intento di arrivare alla pace, l'ho detto a Zelensky anche pochi giorni fa al telefono", ha aggiunto.
Meloni: "Prospettiva di pace a Gaza ma Hamas deve essere disarmato"
Le "violazioni" da parte di Hamas mostrano "ancora una volta chi sia il nemico dei palestinesi" e "abbiamo avuto prova della ferocia di questa organizzazione anche nei confronti dei palestinesi in una serie di esecuzioni sommarie" che l'Italia condanna. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo, sottolineando che "Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo e deve essere disarmato". "Dopo molto tempo la prospettiva" di pace "è credibile ma le "vicende delle ultime ore mostrano equilibrio sia fragile", ci sono rischi e "la comunità internazionale è chiamata a disinnescarli con determinazione e pazienza".
L'elenco degli interventi dopo le comunicazioni di Meloni
Riportiamo l'elenco degli iscritti a parlare in Senato dopo le comunicazioni di Meloni:
- Mario Monti (gruppo Misto)
- Giulio Terzi Di Sant'Agata (FdI)
- Stefania Pucciarelli (Lega)
- Tatjana Rojc (Pd)
- Roberto Menia (FdI)
- Maurizio Gasparri
- Marco Lisei (FdI)
- Claudio Borghi (Lega)
- Cristiana Tajani (Pd)
- Ester Mieli (FdI)
- Enrico Borghi (Iv)
- Michaela Biancofiore (Noi Moderati)
- Carlo Calenda (Azione)
- Licia Ronzulli (Forza Italia)
- Alessandra Maiorino (M5s)
- Elena Murelli (Lega)
- Alfieri (Pd)
- Speranzò (FdI)
Meloni elogia Trump: "Piano di pace in Medio Oriente un successo"
"Dopo molto tempo c'è una prospettiva credibile" per arrivare alla pace in Medio Oriente, "si tratta dei primi passi di un percorso lungo e faticoso, l'equilibrio è fragile", ha detto Meloni al Senato, spiegando che nel trattato di pace, "un successo" di Trump, l'Italia "ha giocato un ruolo di primo piano". Hamas "deve accettare di non avere alcun ruolo e deve essere disarmato", ha aggiunto
Meloni: "Consiglio europeo in un periodo complesso, ma Italia sarà protagonista"
Il Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre si terrà ancora una volta in un frangente estremamente complesso. "L'Italia si presenta forte di una stabilità rara nella sua storia, di un rinnovato protagonismo, di indicatori economici solidi che la rendono attrattiva per gli investitori. Anche grazie alle politiche di bilancio, l'Italia è stata riportata in Serie A. Tutto questo consente all'Italia di sedersi al Consiglio europeo per prendere decisioni importanti", lo ha detto Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre.
Iniziano le comunicazioni di Giorgia Meloni in Senato in vista del Consiglio europeo
Iniziano a breve le comunicazioni di Giorgia Meloni nell'Aula del Senato in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. Ucraina, Gaza, difesa europea e dazi i principali temi sul tavolo, che la premier dovrebbe affrontare nel suo discorso. Nel pomeriggio la premier è attesa alla Camera.
Quali sono i temi che Meloni affronterà nelle comunicazioni in Parlamento
I temi sul tavolo che verranno affrontati nelle comunicazioni della premier Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre, sono innanzi tutto la posizione europea nei confronti dell'Ucraina e gli sviluppi in Medio Oriente, dopo l'accordo per Gaza firmato in Egitto.
Nella dichiarazione congiunta che hanno firmato, e che è stata sottoscritta anche da Meloni, i leader europei sostengono "con forza" la posizione di Trump sul sessate il fuoco in Ucraina, ma senza un cambio dei confini. "L'attuale linea di contatto deve essere il punto di partenza dei negoziati", si legge nella dichiarazione congiunta siglata fra gli altri dal presidente ucraino Zelensky, dalla premier italiana, dal primo ministro inglese Keir Starmer, dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, dal presidente francese Emmanuel Macron, dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.
Per quanto riguarda il Medio Oriente, i partiti della maggioranza, nella risoluzione che verrà votata in mattinata, impegnano l'esecutivo "a continuare a svolgere un ruolo di primo piano nel sostegno alla realizzazione del Piano di pace del Presidente Trump e dell'Accordo sulla prima fase sottoscritto in Egitto, invitando tutte le parti ad attuarlo integralmente e senza ritardi". Il centrodestra esorta il governo anche "ad agire in coordinamento con i partner internazionali affinché l'Iran riprenda la cooperazione con l'Aiea e rispetti gli obblighi derivanti dal regime di non-proliferazione".
All'ordine del giorno del Consiglio ci sono anche le politiche migratorie, competitività dell'Ue e difesa europea. Ma si parlerà anche della questione dazi, anche se non è formalmente all'ordine del giorno. Nonostante il video circolato nella galassia Maga, e rilanciato dallo stesso Donald Trump, secondo cui Giorgia Meloni sarebbe pronta ad aprire un tavolo diretto con la Casa Bianca, bypassando Bruxelles, la linea del governo italiano resta invariata: le trattative commerciali con Washington spettano alla Commissione europea, mentre sul fronte della pasta è in corso un confronto bilaterale tra Italia e Stato Uniti.
A che ora è previsto l'intervento di Meloni in Aula e dove vederlo in diretta
Oggi, mercoledì 22 ottobre, alle 9.30, sono attese le comunicazioni della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. Sarà possibile seguire l'intervento in diretta streaming dal sito del Senato e sul canale Youtube di Fanpage.it.
Giorgia Meloni, le comunicazioni per il Consiglio Ue in diretta

La presidente del Consiglio europeo Giorgia Meloni interviene oggi prima al Senato e poi alla Camera, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. Al centro dell'intervento della premier, la guerra in Ucraina, alla luce anche della dichiarazione congiunta a sostegno di una "pace giusta e duratura" per Kiev, firmata da leader occidentali, tra cui il presidente ucraino Zelenskyy, la presidente del Consiglio Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e i capi di governo di Regno Unito, Polonia, Portogallo, Norvegia, Finlandia e Danimarca.
I leader si sono detti uniti nel sostenere la proposta del presidente statunitense Donald Trump per un cessate il fuoco immediato, utilizzando "l'attuale linea di contatto" come base per i negoziati. Pur ribadendo il principio dell'inviolabilità dei confini internazionali, i firmatari hanno sottolineato che "l'Ucraina è l'unica parte che vuole seriamente la pace", accusando la Russia di continuare a scegliere "violenza e distruzione".
La dichiarazione afferma inoltre che Kiev "deve trovarsi nella posizione più forte possibile, prima, durante e dopo qualsiasi cessate il fuoco", e parla di nuove sanzioni per colpire l'economia e l'industria della difesa russa.
Nella dichiarazione si sottolinea anche il lavoro per lo sviluppo di misure per utilizzare l'intero valore dei beni sovrani immobilizzati della Russia, ma nella risoluzione della maggioranza che sarà votata oggi in Parlamento si evidenzia pure che "l'utilizzo dei beni russi immobilizzati non può che essere subordinato alla compatibilità con il diritto internazionale".
Nella risoluzione del centrodestra sulle comunicazioni della premier, si impegna il governo "a proseguire nell'impegno diplomatico europeo per la realizzazione di una pace giusta e duratura in Ucraina, impegno che non può prescindere dal dialogo con gli Stati Uniti". Si chiede inoltre di "tenere conto delle esigenze urgenti di assistenza finanziaria e di ricostruzione dell'Ucraina, con il coinvolgimento dell'industria europea, considerato che un eventuale utilizzo dei beni russi immobilizzati non può che essere subordinato alla compatibilità con il diritto internazionale", di "mantenere una forte pressione sulla Russia, nel quadro delle azioni, delle decisioni e delle procedure consolidate" e di "condividere gli sforzi di sostegno umanitario e le misure volte a ottenere il rimpatrio di tutti i bambini e degli altri civili ucraini trasferiti illegalmente in Russia e Bielorussia". Sul fronte della difesa, nella risoluzione di maggioranza si impegna poi l'esecutivo a "realizzare una tabella di marcia per la difesa europea che tenga conto di un'adeguata semplificazione normativa e del necessario sostegno finanziario".
Al Consiglio Ue Meloni ribadirà poi la sua posizione sui dazi: è l'Unione europea che conduce la trattativa, non l'Italia, mettendo a tacere così le polemiche degli ultimi giorni, dopo la diffusione di un video da parte di un'attivista MAGA, video che era stato rilanciato dallo stesso Trump, in cui si adombrava la possibilità che Meloni stesse portando avanti una trattativa separata con il presidente americano. Sul tavolo anche il dossier Medio Oriente, dopo il vertice di Sharm El-Sheikh per la pace dello scorso 13 ottobre, la liberazione di ostaggi e la fase iniziale dell'accordo statunitense per Gaza. Si parlerà anche di difesa europea, dopo gli attacchi ibridi e gli avvistamenti di droni di sospetta provenienza russa vicino alle infrastrutture critiche.