
Il segretario generale Guterres apre l'80esima Assemblea generale Onu, a New York. La premier Giorgia Meloni è arrivata nella serata di ieri negli Usa. Domani alle ore 20 di New York (verso le 2 di notte in Italia) la presidente del Consiglio terrà il proprio discorso, in lingua italiana, al dibattito di Alto Livello. Anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è arrivato al Palazzo di Vetro. L'inquilino della Casa Bianca, ha criticato i Paesi che hanno annunciato formalmente il riconoscimento della Palestina, affermando che si tratta di una "ricompensa" per Hamas. Parlando all'Assemblea generale dell'Onu, a New York, Trump ha aggiunto che questi Paesi dovrebbero premere su Hamas per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi.
"Non solo l'Onu non risolve i problemi che dovrebbe risolvere, ma troppo spesso ne crea di nuovi. L'esempio migliore è il problema politico numero uno del nostro tempo, la crisi delle migrazioni incontrollate", ha detto ancora il presidente Usa, Donald Trump, durante il suo intervento all'Assemblea generale dell'Onu, durato un'ora.
Meloni ha annunciato che la maggioranza "presenterà in aula una mozione per dire che il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni, il rilascio degli ostaggi e ovviamente l'esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all'interno della Palestina".
Riconoscere lo Stato di Palestina è un'azione dal forte valore simbolico e politica, che è stata compiuta negli ultimi giorni da altri Paesi, come la Francia. "Accolgo con favore le misure che molti Stati membri stanno adottando per rafforzare il sostegno alla soluzione dei due Stati, tra cui l'impegno a riconoscere lo Stato di Palestina", ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in apertura dell'80esima Assemblea generale dell'Onu.
Slitta incotnro bilaterale tra Meloni e il presidente del Libano Aoun
L'incontro bilaterale che la premier Giorgia Meloni aveva in programma per oggi con il presidente libanese, secondo quanto si apprende, è slittato per rispettivi motivi di agenda. Il colloquio con Joseph Aoun era stato inizialmente previsto per il pomeriggio locale di oggi a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso a New York.
Meloni all'emiro del Qatar: "Solidarietà per attacco di Israele a Doha"
A margine dei lavori della settimana di alto livello dell’Assemblea Generale dell’Onu, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio bilaterale con l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani. Secondo quanto riferisce una nota di Palazzo Chigi, "nell’esprimere apprezzamento per l’eccellente stato delle relazioni bilaterali, il Presidente Meloni ha colto l’occasione per manifestare nuovamente la sua piena solidarietà e del Governo italiano per l’inaccettabile violazione della sovranità qatarina avvenuta lo scorso 9 settembre". I due leader hanno anche concordato di continuare a lavorare per porre fine al conflitto a Gaza, assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi e garantire il pieno accesso umanitario alla popolazione civile, anche nel quadro degli sforzi di mediazione condotti dal Qatar insieme a Stati Uniti ed Egitto, conclude la nota.
Tajani: "Su mozione di maggioranza per il riconoscimento della Palestina spero prevalga buon senso"
Sulla mozione di maggioranza per il riconoscimento della Palestina "mi auguro prevalga il buon senso. Noi abbiamo sempre detto che eravamo favorevoli alla soluzione dei due popoli, che eravamo favorevoli al riconoscimento dello Stato di Palestina, il problema è avere uno Stato di Palestina unito, dove non ci sia un'organizzazione terroristica che controlla una parte del territorio", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando a margine dei lavori dell'assemblea generale dell'Onu.
Bilaterale Trump-von der Leyen: "Ue entro il 2027 eliminerà combustibili fossili russi"
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha avuto un incontro bilaterale con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a margine dell'Assemblea generale dell'Onu, e lo ha definito "un'ottima discussione".
"Abbiamo discusso della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. Abbiamo concordato sulla necessità di tagliare rapidamente le entrate della Russia dai combustibili fossili. Questo è esattamente ciò che l'Europa sta facendo con il nostro 19esimo pacchetto di sanzioni. Intensifichiamo la pressione, vietando le importazioni di Gnl russo nei mercati europei e prendendo di mira raffinerie, operatori del settore petrolifero e raffinerie di paesi terzi. Entro il 2027, l'Europa avrà voltato pagina definitivamente sui combustibili fossili russi", ha raccontato su X von der Leyen che ha ringraziato Trump "per il suo impegno ad alleviare la difficile situazione dei bambini ucraini scomparsi. Europa e Stati Uniti lavoreranno fianco a fianco per riportarli indietro".
"Abbiamo anche affrontato le provocazioni del Cremlino, tra cui le regolari incursioni nello spazio aereo europeo. Questi sono chiari tentativi di mettere alla prova la nostra risposta. Quindi l'Europa sta accelerando i suoi sforzi di difesa per rafforzare il suo fianco orientale. Deve fungere da scudo sia per l'Europa che per la Nato", ha aggiunto. "Infine, abbiamo discusso della situazione in Medio Oriente. Siamo entrambi d'accordo sul fatto che le sofferenze dei civili debbano finire. L'Europa è fermamente unita a sostegno della soluzione dei due Stati", ha concluso.
Macron contraddice Trump: "Riconoscimento Palestina non è regalo ad Hamas"
"È completamente falso dire che" il riconoscimento della Palestina "è un premio per Hamas. È l'unico modo per isolarlo. L'unico modo per sradicare Hamas è istituire un'autorità legittima". Lo ha detto in un'intervista a Bfmtv il presidente francese Emmanuel Macron, in risposta alle affermazioni del leader Usa Donald Trump. "È esattamente quello che stiamo facendo. Non c'è nessun'altra iniziativa che isoli Hamas così tanto", ha spiegato. "La priorità è fermare i bombardamenti. Se l'obiettivo è dire che vogliamo distruggere completamente Hamas, non funzionerà", ha aggiunto Macron.
Salvini: "Prima di riconoscere Stato Palestina eliminare Hamas. Io divisivo come Berlusconi e Gesù"
Matteo Salvini, durante un comizio nelle Marche, ha detto che prima di riconoscere uno Stato palestinese bisogna prima eliminare i terroristi islamici di Hamas "che tengono in ostaggio israeliani e palestinesi. Dire questo è divisivo? Probabilmente, ma Trump è divisivo? Sì. Berlusconi era divisivo? Sì. Gesù Cristo era divisivo? Sì. Gli unici che non sono divisivi sono quelli che non dicono niente, perché vogliono piacere a tutti. Gli inutili non sono divisivi", ha detto dal palco.
Trump: "Putin e la Russia sono in grandi difficoltà, Usa continueranno a dare armi alla Nato"
"Putin e la Russia sono in grandi difficoltà economiche, ed è giunto il momento che l'Ucraina agisca", gli Stati Uniti continueranno "a fornire armi alla Nato affinché la Nato ne faccia quello che vuole". Lo afferma il presidente Usa Donald Trump su Truth dopo l'incontro con Voldymyr Zelensky a margine dell'assemblea Onu.
Il Papa chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina: "Potrebbe aiurare"
Si deve lavorare alla "soluzione dei due stati". Lo dice papa Leone lasciando Castel Gandolfo mentre i leader della Terra sono riuniti all'assemblea generale dell'Onu di New York. Il riconoscimento dello Stato di Palestina potrebbe aiutare la causa palestinese? "Potrebbe aiutare però in questo momento non si trova dall'altra parte volontà di ascoltare, continua la campagna alla città di Gaza".
"Penso – ha aggiunto – che gli Stati Uniti saranno gli ultimi" a riconoscere la Palestina, invece "bisogna cercare una maniera per rispettare i popoli". Leone ha fatto sapere di aver comunicato oggi con la parrocchia di Gaza.
Papa Leone XIV: "Incursioni russe? Qualcuno cerca l'escalation"
Per l'Europa serve "unità", lo dice Papa Leone lasciando Castel Gandolfo. Sulle incursioni russe, "qualcuno sta cercando una escalation – commenta -, questo è ogni volta più pericoloso, io ancora insisto sulla necessità di lasciare le armi, lasciare le operazioni militari e avvicinarci al tavolo del dialogo". Alla domanda se l'Europa non sia debole, il Pontefice ha risposto: "L'Europa se fosse realmente unita potrebbe fare tanto".
Trump dice che l'Ucraina può riconquistare i suoi territori
"Penso che l'Ucraina, con il sostegno dell'Unione Europea, sia in una posizione di combattere e riconquistare" i suoi territori: "con tempo e pazienza, e il sostegno finanziario e della Nato, i confini originali di quando la guerra è iniziata, sono un'opzione", ha detto Donald Trump sul suo social Truth.
Macron: "Ritorsioni israeliane dopo riconoscimento Stato Palestina? Siamo pronti a tutto"
"Siamo pronti a tutto", ha detto il presidente francese Emmanuel Macron a Bfmtv. In seguito al riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Francia, Israele ha minacciato Parigi di sanzioni, tra cui la chiusura del consolato di Gerusalemme. Macron ha dichiarato di "sperare" che queste sanzioni "non si verifichino". "Sarebbe del tutto controproducente", ha aggiunto. Ma se dovesse verificarsi uno scenario del genere, "risponderemo, saremo pronti, saremo pronti a tutto", ha assicurato. "Abbiamo pianificato tutte le opzioni possibili", ha spiegato Macron. "Pianifichiamo in anticipo e difenderemo sempre gli interessi della Francia, ovunque essa sia rappresentata". Il presidente francese ha detto di credere che "esista un'altra possibile via, una via verso la pace più efficace della via della guerra".
Fazzolari (Fdi): "Tutto il Parlamento voti nostra mozione, nessuna ambiguità su Hamas"
"Le parole del presidente Meloni sul Medio Oriente chiariscono che per il Governo italiano non è il momento della propaganda ma quello della serietà. Non può esserci alcun riconoscimento dello Stato palestinese senza la liberazione degli ostaggi e la rinuncia da parte di Hamas a qualsiasi ruolo nel futuro della Palestina. Ora l'auspicio è che non ci sia alcuna ambiguità su Hamas e che il Parlamento voti compatto la mozione della maggioranza", ha detto Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'Attuazione del programma di governo.
Trump dice che i Paesi Nato dovrebbero abbattere i jet russi che violano lo spazio aereo
Le nazioni della Nato dovrebbero abbattere gli aerei russi che violano lo spazio aereo. Lo ha detto il presidente statunitense, Donald Trump, in risposta a una cronista a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. "Sì, credo di si'", ha risposto Trump. Alla domanda se gli Usa sarebbero disposti ad assistere i loro alleati della Nato in queste circostanze, Trump ha detto che "dipende dalle circostanze".
Appello di Meloni alle opposizioni per la mozione di maggioranza sulla Palestina
Sulla Palestina "dobbiamo capire quali sono le priorità. Io non sono contraria al riconoscimento della Palestina però dobbiamo darci le priorità giuste. Spero che un'iniziativa del genere possa trovare anche il consenso dell'opposizione, non trova sicuramente il consenso di Hamas, non trova magari il consenso da parte degli estremisti islamisti, ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buon senso", ha detto Giorgia Meloni a New York, annunciando una mozione della maggioranza per il riconoscimento della Palestina subordinato al rilascio degli ostaggi israeliani e all'esclusione di Hamas dalle responsabilità di governo.
Alle manifestazioni per la Palestina 76 poliziotti feriti e 9 arresti per gli scontri
A quanto apprende l'Adnkronos da fonti di polizia, sarebbero 76 i poliziotti rimasti feriti ieri nel corso delle manifestazioni pro Palestina che si sono tenute in diverse città italiane e in particolare a Roma, Milano, Bologna, Trieste, Firenze, Catania, Napoli, Venezia, Cagliari, Torino, Palermo, Bari, Genova, Livorno, Bergamo, Brescia, Reggio Emilia, Varese, Pisa e Cosenza. La maggior parte, 58, sono stati feriti a Milano, sette a Bologna, quattro a Napoli, quattro a Brescia e tre a Catania.
Sono invece nove le persone già arrestate per gli scontri, cinque a Milano e quattro a Bologna, e 13 i denunciati, di cui due a Milano, quattro a Bologna e sette a Bergamo. Prosegue comunque l'attività di analisi dei filmati per individuare tutti i responsabili dei disordini. Secondo le stesse fonti, la maggior parte dei disordini sono riconducibili alle frange estreme di anarchici, antagonisti e appartenenti centri sociali e in molte occasioni è emerso chiaramente come gli organizzatori non siano stati capaci di gestire tutte le realtà aderenti all'iniziativa.
I principali disordini si sono registrati a Milano dove sono scese in piazza circa 12.000 persone. Durante il tragitto del corteo ci sono stati episodi di violenza e vandalismo: i manifestanti hanno versato dei calcinacci e materiale edile dinnanzi alla sede del bar Starbucks e hanno lanciato uova contro il supermercato Carrefour. Inoltre circa 500 appartenenti ai centri sociali, utilizzando gli accessi della metropolitana, sono entrati all'interno della stazione centrale. Qui sono state effettuate azioni di alleggerimento anche con l'utilizzo di lacrimogeni perché i manifestanti hanno cominciato un fitto lancio di oggetti utilizzando anche le bocchette anti incendio.
Schlein a Meloni: "No a prese in giro, riconosce la Palestina o no? Basta propaganda"
"Giorgia Meloni comincia a capire che sulla Palestina sta perdendo la faccia di fronte al mondo e alla nostra opinione pubblica. Ma non è il momento di giochi di prestigio e delle prese in giro. Riconosce lo Stato di Palestina, come hanno fatto oltre 150 Paesi e oggi anche Francia e San Marino, oppure non lo riconosce? Basta propaganda. Riconoscere la Palestina significa riconoscere l'Anp, non certo i terroristi di Hamas che non possono essere il futuro di Gaza. O pensa che Francia, Spagna e Regno Unito abbiano fatto il contrario?, ha detto Elly Schlein, segretaria del Partito democratico.
"Noi chiediamo il riconoscimento immediato della Palestina, come hanno fatto gli altri Paesi – aggiunge – E continueremo a chiedere il cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi che è stata sempre una nostra priorità, lo sblocco di tutti gli aiuti umanitari ai palestinesi, le sanzioni al governo israeliano e di interrompere gli accordi commerciali con Netanyahu. Insomma, Giorgia Meloni non dovrebbe far altro che votare le nostre mozioni che ha sempre bocciato. E assumere con urgenza tutte le altre decisioni che possano fermare Netanyahu e i suoi crimini a Gaza come in Cisgiordania. Se aspetta ancora rischiamo che non ci sia più nessuno da riconoscere".
Macron: "Stato di Palestina sarà realmente creato quando Israele lo riconoscerà"
Il presidente francese, Emmanuel Macron, parlando alla tv BFM da New York, ha affermato che lo stato di Palestina sarà "realmente creato" il "giorno in cui lo stato di Israele lo riconoscerà".
Macron: "Se Trump vuole il Nobel per la pace fermi questa guerra"
"Vedo un presidente americano che è mobilitato, che afferma ‘voglio il premio Nobel per la pace'. Il premio Nobel della pace è possibile soltanto se lui ferma questa guerra", ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, davanti alle telecamere di BFM TV all'indomani del suo riconoscimento della Palestina davanti alle Nazioni Unite.
Tajani: "Riconosceremo la Palestina quando non ci sarà più Hamas"
L'Italia è "pronta a riconoscere" lo Stato di Palestina, però solo quando non ci sarà più Hamas. Lo ha ribadito oggi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intrattenendosi coi giornalisti a margine dell'Assemblea generale dell'Onu al Palazzo di Vetro. "Noi siamo pronti a riconoscere lo Stato palestinese, lo abbiamo sempre detto, però non possiamo riconoscere lo Stato palestinese dove c'è Hamas che governa una parte del territorio", ha detto Tajani, "Sì allo Stato palestinese, sì alla politica dei due popoli e dei due stati, ma bisogna riconoscere lo Stato palestinese appena Hamas sarà andato via".
Conte: "L'ultima 'trovata' di Meloni sulla Palestina è un misero espediente"
"Il riconoscimento condizionato dello Stato della Palestina, l'ultima ‘trovata' di Meloni, è un misero espediente che conferma l'ignavia del nostro governo. Il riconoscimento di uno Stato è un atto formale, che in questo caso ha anche un alto valore simbolico oltreché politico. O lo fai o non lo fai. Perché l'Italia non può unirsi ad altri 150 e più Paesi che hanno già riconosciuto lo Stato della Palestina? L'ipocrisia del nostro Governo che continua a stare al fianco di Netanyahu è oscena. Se l'Italia non si affretta non ci saranno più le condizioni per il riconoscimento: semplicemente perché non ci sarà più la popolazione palestinese". Lo dichiara il leader del M5s Giuseppe Conte.
Salvini: "Riconoscere adesso lo Stato di Palestina è un favore ai terroristi islamici"
Il leader della Lega Matteo Salvini ha partecipato a una iniziativa elettorale a Pesaro a sostegno di Francesco Acquaroli e ha commentato le parole di Matteo Ricci, candidato alle regionali di domenica e lunedì prossimi. Il candidato del centrosinistra ha detto che in caso di vittoria, durante il primo Consiglio regionale, la Regione Marche riconoscerà lo Stato palestinese
"Penso se è proprio la priorità dei marchigiani, dei pensionati, non la salute, non le liste d'attesa su cui stiamo lavorando, ma il riconoscimento di uno Stato inesistente. Dove comincia, dove finisce la Palestina? Chi la governa? Hamas? Ecco, riconoscere oggi lo Stato di Palestina è un favore ai terroristi islamici – ha detto Salvini – Diciamo che non penso che il riconoscimento di Hamas sia la priorità per i marchigiani" ed è "folle" farlo adesso.
Sensi (Pd): "Passo avanti di Meloni su riconoscimento Palestina, da verificare"
"Vedo che la presidente del Consiglio accoglie il lodo Macron sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Un passo avanti interessante, tutto da verificare. Sarà al centro del dibattito politico dei prossimi giorni", ha commentato su X Filippo Sensi, senatore del Partito democratico.
All'Onu protesta contro il presidente Trump: 10 manifestanti fermati
La polizia ha fermato oggi una decina di persone che manifestavano fuori dalle Nazioni Unite prima del discorso del presidente americano Donald Trump. Lo riporta il New York Times, secondo cui i manifestanti hanno mostrato cartelli con su scritto "Trump è l'emergenza" e "Caro mondo, ci dispiace". Molti dei manifestanti sembravano appartenere a "Rise and Resist", un gruppo di pressione non violento nato dopo la prima elezione di Trump nel 2016. Un membro del gruppo, Alexis Danzig, ha detto al Nyt: "Gli altri Paesi devono sapere che gli abitanti negli Stati Uniti non approvano Trump. Trump è una minaccia per la democrazia ovunque". Naomi Braine, che ha coordinato parte della logistica della protesta, ha affermato che "Rise and Resist" è scesa in piazza per incoraggiare i paesi membri delle Nazioni Unite "a bloccare Donald Trump, a voltargli le spalle, a non trattarlo più come un membro valido della comunità internazionale".
Studenti protestano alla Sapienza: "Stop agli accordi con Israele, occupiamo il rettorato"
‘Stop agli accordi con Israele, occupiamo il rettorato'. Con questo grido gli studenti di Cambiare Rotta e di Zaum, a seguito di un'assemblea a Lettere occupata, hanno dato vita ad un corteo all'interno delle facoltà de La Sapienza a Roma, interrompendo le lezioni a Scienze Politiche, e poi, buttando giù la recinzione del cantiere dei lavori alla Minerva, sono entrati nel cortile davanti all'ingresso principale del rettorato. "Sarà presidio permanente in ogni facoltà", hanno detto, facendo sventolare le bandiere della Palestina sulle scale del Rettorato, urlando il nome della rettrice Polimeni.
Scala mobile bloccata al Palazzo di Vetro per Donald Trump: costretto a salire a piedi
Donald Trump è arrivato questo pomeriggio nella sede delle Nazioni Unite a New York, dove ha poi tenuto un lungo discorso. Appena lui e Melania Trump sono saliti si è bloccata la scala mobile, costringendoli a salire le scale a piedi. Trump, durante il suo intervento, ha poi ironizzato sul fatto che tutto ciò che ha ottenuto dalle Nazioni Unite sono "una pessima scala mobile e un pessimo gobbo", facendo riferimento al mal funzionamento del "gobbo" per leggere il suo discorso.
Bonelli: "Meloni si arrende alla destra globale che nega il clima e la Palestina"
"Questa destra fa paura. Sentire la premier Giorgia Meloni dire che condivide ‘molte delle cose dette da Trump' fa rabbrividire. Cara Meloni, non c'è una guerra a Gaza: da una parte c'è l'esercito tecnologicamente più avanzato e potente del mondo, dall'altra ci sono uomini, donne e bambini che vengono sterminati dalle bombe e dalla fame. Meloni subordina il riconoscimento dello Stato di Palestina alla liberazione degli ostaggi. Ma quegli ostaggi stanno rischiando di morire sotto i devastanti bombardamenti di Israele", ha detto Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde, che prosegue: "Non meno grave è l'allineamento totale della premier con Trump sul clima. Vuol dire che è allineata con la truffa che la destra globale sta portando avanti, che occulta i dati scientifici e nega l'emergenza climatica per difendere i propri affari personali. È una resa politica di Meloni, che vuole trasformare l'Italia in un hub del gas, svendendo il Paese ai business di Trump".
Hamas respinge accuse di Trump: "Mai ostacolata la tregua a Gaza"
Hamas ha respinto le accuse del presidente Usa Donald Trump, sottolineando di non aver "mai ostacolato un accordo di cessate il fuoco a Gaza".
"L'amministrazione statunitense, i mediatori e il mondo intero sanno che Netanyahu è l'unico ostacolo a tutti i tentativi di raggiungere un accordo", ha aggiunto il gruppo militante palestinese, esortando Washington "a intervenire" per "costringere il governo israeliano a porre fine ai crimini di genocidio e di espulsione contro il nostro popolo". Nel discorso appena pronunciato all'Assemblea generale dell'Onu, Trump ha accusato Hamas di rifiutarsi di rilasciare gli ostaggi o accettare un accordo di cessate il fuoco.
Hamas: "Bene dichiarazioni all'Onu, ora azioni concrete"
Hamas ha accolto con favore la dichiarazione congiunta rilasciata da Francia e Arabia Saudita alle Nazioni Unite, che "riafferma l'incrollabile impegno internazionale per la soluzione dei due Stati". L'organizzazione palestinese, riporta Al Jazeera, ha chiesto che questa posizione si traduca in “azioni concrete” che portino a un cessate il fuoco permanente, a uno scambio di prigionieri, alla consegna di aiuti umanitari ai palestinesi di Gaza, al ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza e alla fine delle attività di insediamento e dei piani di annessione.
Quali sono le sette guerre che Trump dice di aver chiuso
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è autocelebrato ricordando di "aver messo fine a sette guerre in sette mesi". "Nessun presidente o primo ministro – ha aggiunto, rivolto all'Assemblea generale – e, per quel che conta, nessun Paese, si è neanche avvicinato a qualcosa di simile". Ma a cosa si riferiva?
In realtà Trump ha supervisionato accordi temporanei o parziali in sette conflitti, includendo però anche il suo primo mandato. Il capo della Casa Bianca ha mediato un accordo storico tra Armenia e Azerbaigian, ospitando l'8 agosto i leader dei due Paesi alla Casa Bianca per porre fine alla guerra trentennale per la regione contesa del Nagorno-Karabak, ma Erevan e Baku non erano più in conflitto aperto in quel momento. Quest'estate, la Cambogia e la Thailandia hanno concordato un cessate il fuoco incondizionato per risolvere un conflitto transfrontaliero durato cinque giorni, che ha causato almeno 42 morti e lo sfollamento di oltre 300.000 persone. Ma l'accordo di tregua è stato subito messo alla prova dopo che Thailandia e Cambogia si sono accusati a vicenda di aver compiuto attacchi. I critici dell'approccio di Trump affermano che il suo intervento non ha affrontato le cause profonde del conflitto.
A giugno, Trump ha mediato un cessate il fuoco temporaneo tra Israele e Iran, dichiarandolo "in vigore" e sollecitando entrambe le parti a rispettarlo dopo 12 giorni di ostilità. In questo caso però non è mai stato firmato un accordo di pace.
La Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda sono da anni coinvolti in un conflitto transfrontaliero. Il 27 giugno, i due Paesi hanno firmato alla Casa Bianca un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si tratta solo dell'ultimo di una lunga serie di accordi di pace falliti nella regione.
A maggio, Trump e altri leader mondiali hanno chiesto la de-escalation tra India e Pakistan, dopo che l'esercito di New Dehli ha attaccato obiettivi pakistani, in seguito a un attentato nel Kashmir amministrato dall'India. Si e' trattato della prima volta che l'India attaccava il Pakistan dal 2019. Trump ha annunciato un "cessate il fuoco completo e immediato". L'India, che si oppone a qualsiasi intervento esterno nella disputa sul Kashmir, ha ripetutamente respinto l'idea che la Casa Bianca avesse negoziato la tregua, cosa che potrebbe aver contribuito al recente deterioramento delle relazioni bilaterali, che si riflette anche nella guerra commerciale di Trump a New Dehli.
Da anni poi Egitto ed Etiopia sono in una situazione di stallo diplomatico in merito alla diga etiope Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd) sul fiume Nilo, che l'Egitto teme possa minacciare il suo approvvigionamento idrico. La Casa Bianca ha dichiarato il mese scorso ad Axios che anche questa dovrebbe essere annoverata tra le guerre risolte da Trump, sebbene non ci siano mai stati combattimenti. Il presidente americano sostiene che ci sarebbe stata una guerra, se non fosse intervenuto.
Infine il Kosovo ha dichiarato la propria indipendenza dalla Serbia nel 2008, un decennio dopo la guerra; Belgrado non la riconosce e il conflitto sull'identità nazionale e le dispute territoriali continuano a bruciare sotto le ceneri. La prima amministrazione Trump, nel 2020, ha mediato un accordo di normalizzazione economica a breve termine tra le due nazioni. Ma le tensioni tra Serbia e Kosovo restano tutt'oggi irrisolte.
Anche Salvini d'accordo con Trump sul clima: "Green Deal è una 'sola'"
"Lo dico da tre anni che il Green Deal è una truffa, è una farsa, è un'ideologia contro l'ambiente, contro l'industria, contro l'Italia, contro l'Europa, contro le auto, contro la mobilità. È una "sola", come si dice a Oxford", ha detto il vicepremier Matteo Salvini, a margine di un evento elettorale nelle Marche, quando gli viene chiesto di commentare le parole pronunciate dal presidente statunitense Donald Trump all'assemblea generale dell'Onu sul riscaldamento globale. "Se ne stanno accorgendo tutti – ha aggiunto – tranne Ursula von der Leyen. Quindi qualcuno suoni il campanellino, suoni la sveglia alla presidente von der Leyen perché ci stiamo rimettendo posti di lavoro e fabbriche".
