
Le notizie di mercoledì 22 ottobre sulla tregua a Gaza tra Israele e Hamas. La Corte internazionale di giustizia: "Israele garantisca i bisogni primari dei gazawi e il passaggio degli aiuti all'Unrwa".
Intanto sono stati identificati i corpi di due ostaggi riconsegnati ieri: Tamir Adar, 38 anni, ucciso il 7 ottobre 2023, e Aryeh Zalmanovich, 85 anni, agricoltore e fondatore del kibbutz Nir Oz, rapito durante l’attacco.
In visita a Gerusalemme, il vicepresidente americano J.D. Vance ha incontrato Benjamin Netanyahu, sottolineando la necessità di “disarmare Hamas, ricostruire Gaza e migliorare la vita dei civili”, definendo l’obiettivo “difficile ma possibile”.
Costa: “Tregua fragile ma essenziale, Ue pronta a sostenere pace tra Israele e Palestina”
Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha riconosciuto che stanno emergendo “le prime difficoltà” nell’attuazione della tregua, ma ha esortato tutte le parti a “impegnarsi in buona fede” per garantirne il rispetto. “È fondamentale che il cessate il fuoco tenga, che gli aiuti umanitari continuino ad arrivare e che la loro distribuzione avvenga in modo più efficace”, ha dichiarato al termine del vertice Ue-Egitto.
Costa ha poi ribadito l’obiettivo politico dell’Unione: “Desideriamo che israeliani e palestinesi possano costruire insieme un futuro di pace duratura, fondato sulla soluzione dei due Stati, in cui Israele e lo Stato di Palestina vivano fianco a fianco in sicurezza, liberi dal terrorismo”.
Il leader europeo ha infine assicurato che l’Ue è pronta a contribuire “alla ripresa, alla ricostruzione e al sostegno delle riforme”, come già fatto in passato, per consolidare la stabilità e favorire un dialogo concreto tra le parti.
Onu: “Usa, Italia e Germania tra i principali fornitori di armi a Israele”
Secondo un rapporto presentato alle Nazioni Unite dalla relatrice speciale per i territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, Stati Uniti, Germania e Italia figurano tra i maggiori fornitori di armi a Israele. Solo pochi Paesi occidentali – tra cui Spagna e Slovenia – hanno invece deciso di annullare i contratti militari e imporre embargo sulle forniture.
Il documento evidenzia che, tra ottobre 2023 e ottobre 2025, 26 Stati hanno inviato ad Israele almeno dieci spedizioni di armi e munizioni, tra cui Cina, Taiwan, India, Austria, Spagna, Repubblica Ceca, Romania e Francia.
Albanese sottolinea inoltre che diversi governi contribuiscono in modo indiretto ai rifornimenti bellici, fornendo componenti e tecnologie utilizzate nei sistemi d’arma israeliani. Un esempio emblematico è il programma dei caccia stealth F-35, considerato fondamentale nelle operazioni militari condotte a Gaza: a tale progetto partecipano 19 Paesi, tra cui Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Italia, Giappone, Norvegia, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti.
Guterres: “Decisione della Corte su Gaza molto importante, Israele deve rispettarla pienamente”
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito "molto importante" la recente decisione della Corte Internazionale di Giustizia su Gaza, esprimendo la speranza che Israele si conformi pienamente alle indicazioni dell’organo giudiziario dell’Onu.
Parlando con i giornalisti a Ginevra, Guterres ha sottolineato che la pronuncia della Corte arriva in un momento cruciale, "mentre stiamo facendo tutto il possibile per rafforzare la nostra assistenza umanitaria a Gaza". Una decisione che, ha aggiunto, "può avere un impatto determinante, permettendoci di rispondere in modo più efficace alla tragica situazione in cui si trova ancora la popolazione della Striscia".
La Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che Israele è tenuto, in base al diritto internazionale, a facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza e a garantire il soddisfacimento dei bisogni fondamentali dei palestinesi, indispensabili per la loro sopravvivenza.
Norvegia all’Onu: “Revocare le restrizioni agli aiuti per Gaza e rispettare il diritto internazionale”
La Norvegia presenterà una risoluzione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per chiedere la revoca delle restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide, sottolineando che l’iniziativa intende dare seguito al recente parere della Corte Internazionale di Giustizia.
"La Norvegia intende tradurre in azione la decisione della Corte con una nuova risoluzione presso l’Assemblea Generale dell’Onu", ha spiegato Eide. "Nessuno Stato può sottrarsi ai propri obblighi previsti dal diritto internazionale. Questo principio è fondamentale, non solo per il popolo palestinese, ma per tutte le popolazioni che vivono in contesti di guerra e conflitto", ha concluso il ministro.
Hamas accoglie il parere della Corte dell’Aia: “Israele priva Gaza di cibo, è una forma di genocidio”
Hamas ha accolto con favore il parere legale della Corte Internazionale di Giustizia, che stabilisce l’obbligo per Israele di consentire e facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, sottolineando inoltre la mancanza di prove nelle accuse rivolte all’Unrwa di collaborare con il movimento islamista.
In una dichiarazione diffusa dal quotidiano Filastin, vicino ad Hamas, il gruppo afferma che la Corte dell’Aia “ha confermato che Israele, privando deliberatamente i palestinesi del cibo, sta commettendo una forma di genocidio”.
Hamas ha quindi espresso soddisfazione per la decisione della Corte, che “ha respinto le false accuse dell’entità di occupazione sionista contro l’agenzia delle Nazioni Unite, riconoscendo al contempo il ruolo essenziale dell’Unrwa e di altri organismi dell’Onu nel fornire assistenza umanitaria al popolo palestinese di Gaza”.
Il movimento ha infine evidenziato che l’accento posto dalla Corte sulla necessità di garantire i rifornimenti costituisce “un chiaro appello alla comunità internazionale ad agire con urgenza per assicurare l’ingresso degli aiuti e impedire che vengano politicizzati o usati come strumento di pressione da parte dell’occupazione israeliana”.
Vance e Netanyahu: “Disarmare Hamas e ricostruire Gaza sarà difficile, ma la pace è possibile”
Un cammino complesso ma che, secondo i protagonisti, potrebbe condurre a una svolta storica. Il vicepresidente americano JD Vance e il premier israeliano Benjamin Netanyahu hanno riconosciuto che i prossimi passaggi verso una pace duratura a Gaza saranno i più delicati – a partire dal disarmo di Hamas – ma hanno entrambi espresso fiducia nel processo.
Mentre i due leader si incontravano a Gerusalemme, la Knesset ha approvato in via preliminare un disegno di legge per estendere la sovranità israeliana sulla Cisgiordania, una mossa destinata a suscitare tensioni internazionali.
L’incontro è avvenuto dopo giorni di indiscrezioni sui presunti timori di Donald Trump riguardo a una possibile rottura della tregua da parte di Netanyahu. Vance, accompagnato da Steve Witkoff e Jared Kushner, ha voluto chiarire che la sua missione non aveva lo scopo di “sorvegliare Israele come una babysitter”, sottolineando che lo Stato ebraico “non è un vassallo degli Stati Uniti”, come rimarcato dallo stesso premier israeliano.
L’obiettivo, ha spiegato Vance, è impedire una nuova escalation militare e mantenere il fragile cessate il fuoco. "Abbiamo davanti a noi un compito estremamente arduo: disarmare Hamas, ricostruire Gaza e migliorare la vita dei suoi abitanti, assicurandoci che non rappresenti più una minaccia per Israele. Non è facile, e non ho mai detto che lo fosse. Ma resto ottimista: credo che la tregua terrà e che potremo costruire un futuro migliore per tutto il Medio Oriente. Servirà, però, molto lavoro", ha dichiarato il vicepresidente americano nella conferenza stampa successiva all’incontro.
Jihad islamica: “Centinaia di nostri combattenti uccisi, aderiamo al cessate il fuoco di Sharm”
Un portavoce dell’ala militare della Jihad islamica, fazione palestinese attiva nella Striscia di Gaza, ha dichiarato che centinaia di suoi combattenti sono stati uccisi durante il conflitto con Israele. In una nota ufficiale, il gruppo ha confermato la propria adesione all’accordo di cessate il fuoco raggiunto a Sharm el-Sheikh, sottolineando che seguirà con attenzione il comportamento di Israele. "Valuteremo il grado di rispetto dell’intesa da parte israeliana – ha spiegato il portavoce – e manterremo il nostro impegno nella stessa misura in cui Israele rispetterà il suo"
Meloni: “Food for Gaza non è il minimo sindacale, è più di quanto abbia fatto l’Europa intera”
Riferendosi alla missione Food for Gaza, la premier Giorgia Meloni ha replicato alle parole del collega Ricciardi, che aveva definito l’iniziativa “il minimo sindacale”. "Non so se si possa parlare di minimo sindacale – ha affermato Meloni intervenendo alla Camera –. Come ho già detto e rivendico, è molto più di quanto abbia fatto chiunque altro in Europa, e credo sia un errore sminuirlo. Non è stato un successo del governo, ma dell’Italia: delle sue strutture, dei suoi volontari, dei militari e dei funzionari che hanno lavorato per portarlo a termine. È un risultato che rappresenta tutti noi, e di cui dovremmo essere orgogliosi, soprattutto considerando che avete definito “un grande traguardo umanitario” la consegna di 40 tonnellate di aiuti da parte della Flotilla. A maggior ragione, dovreste riconoscere come un risultato straordinario la consegna di 2.200 tonnellate di aiuti umanitari", ha concluso la premier.
Delegato palestinese alla Corte dell’Aia: “Comunità internazionale obblighi Israele a rispettare decisioni”
Il delegato palestinese presso la Corte Internazionale di Giustizia, Ammar Hijazi, ha esortato la comunità internazionale a vigilare affinché Israele rispetti le decisioni della Corte riguardo alla necessità di garantire e facilitare gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. "Questo è il momento per la comunità internazionale di farsi sentire – ha dichiarato ai giornalisti presenti in tribunale – perché sappiamo che Israele non si adeguerà spontaneamente né rispetterà gli obblighi stabiliti dalla Corte".
Flotilla, Procura Roma indaga per sequestro di persona
La Procura di Roma procede per i reati di sequestro di persona e danneggiamento con pericolo di naufragio nelle indagini avviate dopo gli esposti presentati dal team legale della delegazione italiana che ha preso parte alla Global Sumud Flotilla. Gli inquirenti – che procedono contro ignoti – nelle prossime settimane ascolteranno i 36 attivisti italiani che hanno preso parte alla missione per approfondire quanto cristallizzato nelle denunce in cui ipotizzano anche i reati di tentato omicidio e tortura. Gli inquirenti vogliono ricostruire le fasi della navigazione, gli attacchi con i droni avvenuti in due episodi e quanto accaduto dopo l'abbordaggio delle autorità israeliane.
Israele: "La decisione della Corte dell'Aja è vergognosa"
L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha dichiarato che il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia sul blocco degli aiuti a Gaza è "vergognoso". "Stanno accusando Israele di non aver collaborato con gli organi delle Nazioni Unite… Dovrebbero incolpare se stessi. Quegli organi sono diventati focolai di terroristi. Prendiamo ad esempio l'Unrwa… un'organizzazione che ha sostenuto Hamas per anni", ha affermato Danon, avvisando che Israele respinge il tentativo di farsi imporre "misure politiche".
La Corte internazionale: “Israele deve garantire i bisogni vitali di Gaza e facilitare gli aiuti Onu”
Israele ha il dovere di garantire i “bisogni fondamentali” della popolazione della Striscia di Gaza, assicurando tutto ciò che è necessario alla sua sopravvivenza. Lo ha dichiarato il presidente della Corte internazionale di giustizia, Yuji Iwasawa, durante la lettura del parere consultivo dell’organo delle Nazioni Unite.
“In quanto potenza occupante, Israele è obbligato a garantire i bisogni essenziali degli abitanti di Gaza, inclusi i beni indispensabili alla loro sopravvivenza”, ha affermato Iwasawa, sottolineando inoltre che lo Stato ebraico deve agevolare il passaggio degli aiuti umanitari destinati al territorio.
“La Corte ritiene che Israele abbia l’obbligo di accettare e facilitare i programmi di soccorso promossi dalle Nazioni Unite e dalle loro agenzie, tra cui l’Unrwa”, ha aggiunto il presidente della Corte.
Vance alle famiglie degli ostaggi: "Non posso fare promessesul rientro delle salme"
"Non posso promettere che tutti torneranno, ma stiamo lavorando con altri partner per far sì che ciò avvenga il più rapidamente possibile". Lo ha ammesso il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance incontrando in Israele le famiglie degli ostaggi.
Corte Aja: "Israele non ha provato legami tra Unrwa e Hamas"
Israele non ha dimostrato che parte del personale dell'Unrwa sia membro di Hamas. Lo ha stabilito la Corte internazionale di Giustizia aggiungendo che Lo Stato ebraico deve "facilitare i programmi di aiuto a Gaza, anche quelli dell'Agenzia dell'Onu".
Aperta Corte internazionale di giustizia: saranno valutati obblighi di Israele nel garantire aiuti a Gaza
La Corte internazionale di giustizia ha aperto oggi l’udienza dedicata alla valutazione degli obblighi di Israele verso le organizzazioni che prestano assistenza umanitaria alla popolazione palestinese di Gaza. Il presidente della Corte, Yuji Iwasawa, ha dato inizio alla sessione pubblica annunciando la lettura del "parere consultivo" che stabilirà in che misura Israele sia tenuto a garantire e agevolare l’invio degli aiuti nella Striscia.
Marco Rubio atteso in Israele: venerdì l’incontro con Netanyahu, terzo vertice USA in una settimana
Il segretario di Stato americano Marco Rubio arriverà domani in Israele. La notizia, anticipata dai media, è stata confermata dalla portavoce del governo israeliano Shosh Bedrosian, che ha precisato come la visita del capo della diplomazia di Washington rappresenti la terza di un alto esponente dell’amministrazione statunitense nel giro di una settimana, dopo quelle dell’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff e del vicepresidente JD Vance. Bedrosian ha inoltre annunciato che per venerdì è previsto un incontro ufficiale tra Rubio e il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Netanyahu: "Non ci saranno truppe turche a Gaza"
Non ci saranno truppe turche a Gaza, ha ribadito l'ufficio del primo ministro israeliano dopo che sono emerse notizie di un disaccordo sulla questione durante l'incontro di ieri tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il capo dell'intelligence egiziana Hassan Rashad. Lo riporta il Times of Israel. Sky News Arabia aveva riferito che durante l'incontro Netanyahu ha respinto la partecipazione della Turchia a una potenziale forza di mantenimento della pace nella Striscia di Gaza, citando una fonte palestinese.
Ministero Salute Hamas: "Israele ha restituito i corpi di 30 palestinesi"
Israele ha restituito a Gaza i corpi di 30 palestinesi, portando il numero totale di persone consegnate nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco a 195, ha dichiarato il Ministero della Salute nel territorio controllato da Hamas. In base all'accordo mediato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Israele avrebbe dovuto restituire i corpi di 15 palestinesi per ogni israeliano deceduto restituito. L'esercito israeliano ha dichiarato che i resti di altri due ostaggi restituiti il giorno prima da Gaza sono stati identificati come quelli di Aryeh Zalmanovich e del sergente maggiore Tamir Adar.
Netanyahu respinge la proposta egiziana sull’Anp a Gaza: "Prima il disarmo totale di Hamas"
Gli incontri tenuti ieri tra il capo dei servizi segreti egiziani, Hassan Rashad, e la leadership israeliana sul futuro della Striscia di Gaza si sono conclusi con "profonde divergenze di vedute". Lo riferisce Sky News Arabia, citando una fonte palestinese secondo cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe "respinto con decisione" ogni ipotesi di coinvolgimento dell’Autorità nazionale palestinese nella gestione postbellica del territorio.
Secondo la fonte, la delegazione egiziana aveva proposto di consentire l’ingresso a Gaza di personale di sicurezza palestinese addestrato in Egitto e in Giordania, o di una squadra di amministratori civili indipendenti ma collegati all’Anp. Tuttavia, anche questa proposta sarebbe stata "rifiutata senza esitazione" da Netanyahu, che avrebbe ribadito la sua contrarietà a qualsiasi presenza legata all’Autorità palestinese nella Striscia.
Il premier israeliano avrebbe inoltre posto una condizione preliminare: prima di discutere qualunque tipo di amministrazione o di forza di sicurezza locale, Hamas deve essere completamente disarmato e rinunciare al controllo di Gaza. Solo in seguito, secondo Netanyahu, si potrà affrontare il tema della gestione civile e della sicurezza del territorio.
"La delegazione egiziana – ha concluso la fonte – ha lasciato Israele senza alcun accordo sulla partecipazione dell’Anp al futuro di Gaza", sottolineando le difficoltà che ancora bloccano il negoziato e l’assenza, almeno per ora, di una visione condivisa tra le parti.
Presidente Israele vede Vance: "Vogliamo indietro gli ostaggi, siamo grati a Trump"
Israele "insiste nel rivolere indietro tutti gli ostaggi per una degna sepoltura". Lo ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog durante un incontro con il vicepresidente statunitense J.D. Vance, come riportato dal quotidiano "Times of Israel".
Durante l'incontro, Herzog ha sottolineato che Israele è "grato al presidente Donald Trump per la sua incrollabile insistenza nel voler andare avanti". "Dobbiamo andare avanti, dobbiamo offrire speranza alla regione, a Israele, ai nostri vicini palestinesi e al futuro dei nostri figli", ha detto ancora il presidente israeliano.
Lettera aperta contro Israele, 460 firmatari tra scrittori, registi e politici: "Sanzioni per genocidio"
Importanti personalità ebraiche di tutto il mondo hanno chiesto in una lettera aperta con 460 firmatari, rivolta alle Nazioni Unite e ai leader mondiali, di imporre sanzioni contro Israele per quelle che descrivono come azioni "immorali" che equivalgono a un "genocidio a Gaza".
Lo rivela il britannico Guardian, secondo cui tra gli aderenti all'iniziativa figurano l'ex presidente della Knesset Avraham Burg, l'ex negoziatore di pace israeliano Daniel Levy, lo scrittore britannico Michael Rosen, l'autrice canadese Naomi Klein, il regista premio Oscar Jonathan Glazer, l'attore statunitense Wallace Shawn, le vincitrici dell'Emmy Ilana Glazer e Hannah Einbinder, e il vincitore del premio Pulitzer Benjamin Moser.
"Non dimentichiamo che molte delle leggi, degli statuti e delle convenzioni istituite per salvaguardare e proteggere ogni forma di vita umana sono state create in risposta all'Olocausto – si legge nella lettera – queste garanzie sono state incessantemente violate da Israele".
I firmatari inoltre esortano i leader mondiali a rispettare le sentenze dei tribunali internazionali, a evitare la "complicità" nelle violazioni del diritto internazionale bloccando le forniture di armi allo Stato ebraico e imponendo sanzioni mirate, a garantire adeguati aiuti umanitari a Gaza, e a respingere le false accuse di antisemitismo contro coloro che promuovono la pace e la giustizia.
Fonti Hamas: "Timore che Israele replichi lo scenario libanese"
Hamas teme che Israele replichi lo "scenario libanese" nella Striscia di Gaza, continuando a lanciare attacchi e uccidere nonostante l'accordo di cessate il fuoco, come avvenuto con gli esponenti di Hezbollah dopo l'intesa dello scorso novembre.
Lo hanno detto fonti di Hamas al quotidiano Asharq Al-Awsat dopo che i raid aerei israeliani messi a segno negli ultimi giorni nell'enclave palestinese hanno ucciso cinque comandanti "influenti" sul campo e ne hanno ferito un sesto in modo grave. Tutti e sei facevano parte delle Brigate Al Qassam, il braccio armato di Hamas.
"Gli omicidi compiuti domenica scorsa confermano l'intenzione di Israele di continuare su questa strada – ha detto una fonte ad Asharq Al-Awsat – potrebbe usare la questione del disarmo come pretesto per condurre futuri attacchi dentro Gaza, proprio come ha fatto in Libano".
Le fonti hanno espresso fiducia nei mediatori arabi, aggiungendo che però Hamas continua a non fidarsi degli Stati Uniti, che "hanno spesso permesso a Israele di portare avanti i suoi piani".
"Lo scenario che si sta verificando in Libano potrebbe benissimo ripetersi a Gaza – ha detto una fonte – ecco perché la leadership del movimento ha insistito durante i negoziati per un cessate il fuoco completo, con chiare garanzie da parte di tutti i mediatori, compresi gli Stati Uniti, garanzie che Hamas ha infine ottenuto durante i colloqui di Sharm el-Sheikh".
Media: "Israele ha consegnato i corpi di altri 30 palestinesi, 195 da inizio cessate il fuoco"
Il complesso medico Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, ha riferito di aver ricevuto i corpi di 30 palestinesi consegnati da Israele nell'ambito dell'accordo di scambio di ostaggi.
Lo riferisce l'emittente panaraba di proprietà qatariota "Al Jazeera", spiegando che il Comitato per le salme a Gaza ha precisato che dall'inizio del cessate il fuoco, entrato in vigore lo scorso 10 ottobre, Israele ha consegnato complessivamente 195 corpi attraverso il Comitato internazionale della Croce Rossa.
Fonti Usa ai media: "Witkoff e Kushner hanno lasciato Israele"
L'inviato speciale statunitense Steve Witkoff e il consigliere della Casa Bianca Jared Kushner hanno lasciato Israele, dove si sono recati in visita lunedì 20 ottobre nel quadro degli sforzi per consolidare l'accordo di cessate il fuoco a Gaza. Lo riferisce al quotidiano The Times of Israel una fonte diplomatica statunitense.
Il premier Netanyahu: "Con Vance abbiamo discusso del 'giorno dopo' a Gaza"
"Abbiamo discusso l'idea del ‘giorno dopo'" a Gaza "con una nuova visione". Lo ha affermato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in occasione del suo incontro a Gerusalemme con il vicepresidente americano J.D. Vance a Gerusalemme. Lo riporta Ynet. Vance ha affermato che "ci vorrà molto lavoro" perché "siamo su un percorso importante e mai intrapreso prima".
Vance: "Abbiamo un compito arduo, disarmare Hamas e ricostruire Gaza. Ma sono ottimista"
"Abbiamo davanti a noi un compito molto, molto arduo: disarmare Hamas e ricostruire Gaza, migliorare la vita della popolazione di Gaza e garantire che Hamas non rappresenti più una minaccia per i nostri amici in Israele. Non è facile. Non ho mai detto che fosse facile. Ma sono ottimista sul fatto che il cessate il fuoco reggerà e che potremo effettivamente costruire un futuro migliore per l'intero Medio Oriente. Ma questo richiederà un po' di lavoro".
Così il vicepresidente Usa, J.D. Vance, nella conferenza stampa insieme al premier israeliano, Benyamin Netanyahu, al termine del loro incontro a Gerusalemme. Al vicepresidente è stato chiesto perché gli Stati Uniti continuino a inviare diversi funzionari di alto livello in Israele, nonostante il cessate il fuoco sia in buone condizioni, Vance ha risposto: "Non si tratta di monitorarlo, nel senso di monitorare un bambino piccolo. È importante che l'amministrazione si assicuri che il nostro personale continui a fare ciò che gli chiediamo".
Knesset boccia proposta di istituire una Commissione d'inchiesta sul 7 ottobre
La Commissione di controllo dello Stato della Knesset ha bocciato la proposta di istituire una commissione d'inchiesta sull'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. La proposta era stata avanzata dall'opposizione israeliana. I membri del comitato del Likud e dei partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism hanno votato contro la mozione.
La proposta avrebbe consentito a una commissione di indagare sugli eventi che hanno portato all'attacco guidato da Hamas in cui sono state uccise circa 1.200 persone e rapite 251. L'opposizione ha condannato l'esito del voto, definendolo un "fallimento morale".
Secondo il parlamentare democratico Efrat Rayten Marom, la responsabilità del disastro "ricade interamente su Netanyahu". Il deputato ha definito "una vergogna" l'assenza di qualsiasi rappresentante dell'ufficio del primo ministro durante la seduta. La decisione ha indignato anche le famiglie colpite dal lutto.
Reut Edri, il cui figlio Ido è stato assassinato al festival Nova, ha affermato che "non può esserci rinascita del Paese senza responsabilità e una vera indagine".
Il governo sta valutando la possibilità di istituire e nominare una propria commissione per indagare sull'attacco del 7 ottobre, anziché sostenere una commissione d'inchiesta statale imparziale, riportano i media israeliani. Secondo i sondaggi, la maggioranza dell'opinione pubblica israeliana ritiene che dovrebbe essere istituita una commissione d'inchiesta statale.
Vance e la moglie Usha accolti dal premier Netanyahu e consorte Sara
L'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu pubblica un filmato che lo ritrae insieme alla moglie Sara mentre salutano il vicepresidente statunitense J.D. Vance e la moglie Usha nel suo ufficio a Gerusalemme.
I Netanyahu hanno accolto i Vance in una cerimonia ristretta e rigida, con una banda di quattro persone e una guardia d'onore dell'Idf. Le due coppie hanno poi avuto un brunch prima di iniziare l'incontro che si concentrerà sul cessate il fuoco a Gaza.
A Nerviano attivisti di Ultima Generazione bloccano l'ingresso della Leonardo
Questa mattina alle 7.40 una ventina di attiviste di Ultima Generazione, Palestine Action Italia, BDS, Global March To Gaza e Milano per la Palestina hanno bloccato l'ingresso principale della sede di Nerviano della Leonardo Spa.
Le manifestanti hanno dialogato con i dipendenti dello stabilimento, portando un messaggio di responsabilità collettiva nel interrompere i rapporti con Israele. Dopo poco, sono giunti sul posto i carabinieri che hanno identificato le persone che hanno preso parte all'azione.
Una delle attiviste ha dichiarato: “Siamo qui a chiedere che i lavoratori e lavoratrici riconoscano il potere politico delle loro azioni, del loro tempo, del loro lavoro in solidarietà con ai lavoratori di Taranto che stanno portando avanti una petizione dall’interno per chiedere che tutti i rapporti commerciali che Leonardo intesse ancora con Israele vengano interrotti sia quelli diretti che quelli indiretti. Avete un enorme potere come dipendenti di questa azienda in questo momento storico”
Emirati Arabi: "Garantire sicurezza di Israele insieme a creazione di Stato palestinese"
Gli Emirati Arabi Uniti ribadiscono che l'annessione di territori palestinesi sarebbe considerata una "linea rossa", ma al contempo è importante garantire la sicurezza di Israele. Lo ha dichiarato l'ex ministro degli Esteri degli Emirati Arabi, Anwar Gargash, attuale consigliere diplomatico del presidente Sheikh Mohammed bin Zayed Al Nahyan.
In un'intervista al Reuters Next Gulf Summit ad Abu Dhabi, Gargash ha affermato che le visioni massimaliste sulle questioni palestinesi non sono più valide, sottolineando la necessità di garantire la sicurezza di Israele insieme alla creazione di uno Stato palestinese sostenibile.
"Siamo molto risoluti riguardo a qualsiasi annessione nei territori palestinesi", ha insistio Gargash, aggiungendo che la normalizzazione con Israele "ci ha dato una leva sulla questione dell'annessione". Infine, il diplomatico ha riferito che sono in corso discussioni in merito all'invio di agenti e personale sul campo a Gaza.