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Linda, 17enne tedesca arrestata a Mosul: “Con l’Isis ho rovinato la mia vita”

Ieri la ragazza, detenuta in un carcere di Baghdad, ha potuto riabbracciare sua madre. “Io non so come mi sia potuta venire in mente un’idea così stupida, come quella di entrare nell’Isis. Ho rovinato la mia vita”.
A cura di D. F.
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"Io non so come mi sia potuta venire in mente un'idea così stupida, come quella di entrare nell'Isis. Ho rovinato la mia vita". A parlare in questo modo è una giovane tedesca di 17 anni, originaria della Sassonia, Linda W., arrestata in Iraq e raggiunta dalla madre a Baghdad con il permesso della giustizia irachena. L'incontro tra mamma e figlia è avvenuto davanti alle telecamere della trasmissione di Ard, "Weltspiegelextra". La ragazza ha raccontato di come sia finita nella propaganda dello Stato islamico, affermando tuttavia di non aver mai avuto a che fare con le armi dei terroristi. Sono sette le donne tedesche arrestate con lei, mentre molte altre, affiliatesi all'Isis, sono rientrate in Germania. Gli inquirenti mettono in guardia dal pericolo che, proprio queste donne, ancora oggi rappresentano.

Linda W. era stata trovata la scorsa estate durante l'offensiva dell'esercito iracheno.  Viveva in un tunnel sotterraneo di Mosul, denutrita e spaventata, e lì aveva trascorso le ultime terribili settimane dell'assedio all'ex roccaforte dello Stato islamico, al quale lei si era arruolata l'anno scorso. La storia della ragazza aveva immediatamente fatto il giro del mondo proprio a causa della sua età, anche se in quel caso la cattura riguardò almeno altri 25 stranieri, 16 delle quali erano donne e non poche di nazionalità tedesca

Convertita all'Islam quando ancora frequentava una scuola in Germania, Linda W. era partita dalla Sassonia verso la Turchia per poi varcare la frontiera con la Siria, unendosi allo Stato Islamico. Per riuscire nell'impresa, lo scorso anno la giovane aveva falsificato una procura dei genitori. Linda e le altre donne fermate a Mosul sono ora recluse in un carcere di Baghdad. Accusate di terrorismo, ricevono periodicamente visite da parte dei diplomatici dei rispettivi paesi che verificano siano trattate con dignità e rispetto.

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