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Leggere i romanzi sullo smartphone: la nostra nuova abitudine ci distruggerà

Secondo i recenti dati sempre più persone si concedono il piacere di un bel romanzo comodamente seduti in poltrona, e con lo smartphone. Un espediente certamente molto pratico: ma quanto leggere un libro sullo schermo di un telefonino è utile? Distrazione e superficialità caratterizzano questo nuovo approccio alla pagina scritta, che nel tempo potrà renderci meno capaci di codificare le storie e di empatizzare con esse.
A cura di Federica D'Alfonso
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Libro contro smartphone: è la più recente battaglia a cui ci prepariamo ad assistere. Leggere o non leggere: fortunatamente, non è questo il problema. In gioco non c’è (ancora) l’abbandono della letteratura o della sana pratica della lettura, bensì il modo in cui ultimamente, secondo alcuni studi, ci relazioniamo alla pagina scritta. Pare infatti che al caro buon vecchio supporto cartaceo, magari ingiallito dal tempo oppure fresco di stampa, molti preferiscano l’asettico schermo dello smartphone: un modo semplice e più pratico per coltivare la propria passione, o un espediente che presto ci rovinerà?

Manzoni e Proust arrivano sullo smartphone

Per chi è ancora avvezzo a perdersi fra le pagine di un vero libro la notizia potrà risultare bizzarra: in linea con una certa idea di praticità che vuole tutto “smart e fast”, sempre più persone si dedicano alla lettura di romanzi sul proprio dispositivo mobile. Non solo news, tweet o hashtag: anche Tolstoj, Manzoni o Proust si sono ritagliati una fetta importante delle nostre attività sullo smartphone. L’importante è che si legga, senz’altro (secondo una stima approssimativa ognuno di noi legge 34 gigabyte di contenuti al giorno). Ma questa nuova abitudine, che alcuni esperti hanno chiamato “digital reading”, può davvero sostituirsi alla lettura tradizionale?

Negli Stati Uniti, nel 2016, in numero di persone che leggevano libri sul proprio telefonino era quasi il doppio di quelle che utilizzavano un Kindle. In Italia non esiste ancora una statistica del genere, e la lentezza nell'assimilare i cambiamenti in questo caso potrebbe salvarci. Sì, perché leggere non è un’operazione che è possibile svolgere in qualsiasi contesto ed in qualsiasi momento né, tantomeno, su qualsiasi tipo di supporto.

Leggere un romanzo su uno smartphone? Inutile e deleterio

Leggere non è un’attitudine naturale dell’uomo: è un’abitudine, una pratica, che l’essere umano allena fin dai primi anni della propria vita e che contribuisce grandemente allo sviluppo dei processi intellettuali e affettivi. Modificare il modo in cui leggiamo e dunque, conosciamo e ragioniamo, ha dei profondi effetti sulle nostre capacità mentali e relazionali: recenti studi hanno dimostrato che leggere un romanzo su uno smartphone riduca drasticamente sia l’assimilazione del testo che la capacità, peculiare della letteratura, di farci sviluppare un rapporto empatico con la storia che stiamo leggendo e di conseguenza con le tematiche trattate. Il lettore di smartphone è distratto e superficiale, e non ne è neanche consapevole.

La lettura, una rivoluzione ancora in atto

Gli antichi greci e romani leggevano ad alta voce con moltissime difficoltà, in quanto i testi erano scritti senza spazi o segni d’interpunzione. Nel Medioevo si leggeva pochissimo, perché i libri erano ad uso e consumo di una cerchia ristrettissima di persone, e sempre ad alta voce. A metà del Quattrocento si diffonde la bizzarria della lettura silenziosa, resa più agevole dalla rivoluzione introdotta dai libri “tascabili” di Manuzio. Quella della lettura allo smartphone sembra essere un’altra importante rivoluzione nel nostro rapporto con la pagina scritta: ogni innovazione, dalla stampa a caratteri mobili fino al romanzo borghese moderno, ha portato qualcosa di nuovo, diverso, e fondamentale. E la nostra nuova abitudine cosa ci porterà?

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