Le Femen spiegano perché hanno contestato Berlusconi
Quelle immagini di Silvio Berlusconi al seggio per votare hanno fatto letteralmente il giro del mondo. Stamane sono anche sul Financial Times, in un articolo di seconda pagina, in cui vengono messi in evidenza i timori per l'esito del voto in Italia e per il rischio di instabilità politica citando le parole del presidente dell'Associazione italiana banche estere, Guido Rosa, secondo cui "un governo stabile sarebbe una sorta di miracolo". Ma ovviamente, ieri, non è stata tanto la presenza in sé del Cavaliere alla scuola Dante Alighieri di Milano a far discutere, quanto piuttosto per quella delle tre Femen che lo hanno accolto a seno nudo al grido di “Basta Berlusconi!”, slogan che avevano vergato sul petto e sulla schiena. Una delle tre ragazze autrici della contestazione è stata subito portata via, mentre le altre due sono state controllate più a fatica.
La contestazione è stata poi rivendicata dalle attiviste ucraine su Facebook, dove il gruppo ha rivendicato “l’attacco” all'ex premier chiedendo al popolo italiano di “non votare qualcuno che dovrebbe essere in prigione”. Poi, una di loro, dal rievocativo nome di Inna Shevchenko (già nota nel suo Paese per gesti assai più eclatanti di quello di ieri), sulle pagine di Repubblica, ha provato a spiegare il perché di quella contestazione: “Oggi abbiamo attaccato Berlusconi perché è il politico più sessista che ci sia in circolazione” ha detto la giovane dopo aver trascorso qualche ora nella Questura di Milano. "Mi sto facendo visitare da un medico perché ho una ferita alla testa”. In tal senso, spiega che la reazione delle forze dell'ordine è stata "brutale, violenta". Ma le parole più dure la ragazza le riserve ovviamente per il bersaglio della sua pacifica manifestazione : "Berlusconi compra le donne come fossero una merce — spiega Inna — e grazie al suo impero mediatico veicola un'immagine femminile degradante".