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Lacrimogeno ad altezza d’uomo su un tifoso, Viminale condannato

Il Ministero degli Interni dovrà risarcire con 12.331 euro un tifoso del Bologna a cui, nel 2005, un agente di polizia – mai identificato – sparò in faccia un candelotto lacrimogeno.
A cura di Davide Falcioni
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Venne colpito da un candelotto lacrimogeno sparato ad altezza d'uomo dalle forze dell'ordine durante degli scontri allo stadio Dall'Ara del 18 giugno 2005, in seguito alla partita Bologna Parma che decretò la retrocessione in Serie B dei rossoblu. Ora il Tribunale Civile ha condannato il ministero dell'Interno a risarcire con 12.331 euro il tifoso, all'epoca 35enne e rimasto sfregiato al volto. A undici anni di distanza l'agente che sparò il lacrimogeno ad altezza d'uomo non è ancora stato identificato.

In un'intervista rilasciata al Resto del Carlino nel 2011 Andrea P., oggi 49enne, di professione meccanico, ha raccontato l'episodio. Era il 18 giugno 2005 e lui partecipò agli scontri tra opposte tifoserie scoppiati dopo la partita, che sancì la retrocessione del Bologna, sconfitto per due reti a zero dal Parma. In curva accadde di tutto: gli ultras iniziarono a lanciare oggetti sulla pista di atletica, colpendo con dei bastoni la balaustra di plexiglas per poter invadere il campo. Andrea P. si trovava proprio lì e brandiva l'asta di una bandiera, quando venne colpito al volto da un candelotto di gas lacrimogeno sparato da un poliziotto che svolgeva il servizio d’ordine. La prassi prevede di sparare il candelotto verso terra. Invece l’agente, come si vede in un filmato, infila il fucile che spara i lacrimogeni nel buco della vetrata e spara ad altezza d’uomo, colpendo Andrea.

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