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La sindaca leghista: “I medici calabresi devono guadagnare meno di quelli del Nord”

Susanna Ceccardi, sindaca leghista di Cascina, afferma che i medici calabresi devono guadagnare meno dei loro colleghi di regioni del Nord come l’Emilia Romagna. Secondo Ceccardi i casi di malasanità in Calabria sono da imputare anche al singolo lavoratore e non solo alla carenza delle strutture: “Questi casi dipenderanno anche dai medici che lasciano i bisturi negli stomaci della gente”.
A cura di Stefano Rizzuti
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I medici calabresi che lavorano in Calabria devono guadagnare di meno dei loro colleghi del Nord. Questa è la posizione di Susanna Ceccardi, sindaca leghista di Cascina, in provincia di Pisa. Durante la trasmissione Agorà, andata in onda su Rai3, la sindaca del Carroccio ha parlato degli stipendi dei medici in alcune regioni italiane, soffermandosi soprattutto su quelli della Calabria. La Ceccardi spiega la sua affermazione parlando dei casi di malasanità della regione meridionale e spiegando che si tratta di eventi causati anche dall’inefficienza del singolo lavoratore.

Ceccardi esordisce confrontando alcuni dati: “Ho visto la differenza di stipendi dei medici calabresi e dei medici dell’Emilia Romagna. Ci saremmo stupiti negativamente tutti se gli stipendi dei medici calabresi fossero stati più alti di quelli dell’Emilia Romagna. Meno male che non è così…”, afferma la sindaca di Cascina. Secondo Ceccardi il problema non è da imputare solo alla carenza delle strutture nonostante lei stessa elogi quelle dell’Emilia Romagna “specializzate, con specializzazioni maggiori”.

Bisogna utilizzare il metodo meritocratico – continua – se i medici fanno bene il loro lavoro dovrebbero essere pagati di più, ma questo è normale, è quello che dovrebbe succedere in tutte le sanità”. In studio il dibattito si accende dopo le affermazioni della sindaca che sottolinea ancora come si debba “premiare la qualità del lavoro”. La Ceccardi risponde agli altri ospiti e in particolare al sociologo De Masi: “I casi di malasanità in Calabria li ha presenti?”. Secondo Ceccardi, questi casi “dipenderanno anche dai medici che lasciano i bisturi negli stomaci della gente”.

La colpa della malasanità può anche essere del singolo lavoratore, secondo la sindaca di Cascina: “Non facciamo i buonisti, a volte dipende anche dal singolo lavoratore. Ci sono medici molto bravi che devono essere pagati di più”. E sui medici calabresi conclude: “Io non ce l’ho col medico calabrese, ci sono tanti medici calabresi che lavorano in strutture d’eccellenza in tutta Italia e in tutto il mondo che vengono pagati di più. Ma la sanità calabrese non è proprio una eccellenza in Italia”.

La Ceccardi è poi tornata sull’argomento poco dopo con un post sul suo profilo Facebook in cui riafferma quanto già dichiarato in trasmissione: “I medici calabresi guadagnano meno di quelli dell'Emilia Romagna. A me sembra una cosa normale, se fosse stato il contrario si sarebbero indignati tutti. Questo non significa che non ci siano medici calabresi bravissimi, ma di certo quella calabrese non è in assoluto la migliore sanità in Italia. Per il bene dei cittadini calabresi, la sanità in quella regione dovrebbe essere organizzata meglio, ma prima di alzare gli stipendi ai medici calabresi dovrebbero eliminare i casi di malasanità e tutelare maggiormente i cittadini. Basta coi discorsi ipocriti e buonisti, solo per acchiappare voti e non risolvere i problemi”.

Infine, la sindaca risponde anche ad alcuni commenti al post sostenendo che il problema non riguarda i medici calabresi in assoluto ma quelli che lavorano nella regione Calabria: “Si parlava degli stipendi dei medici nella regione Calabria. Io di certo non ho niente contro i medici calabresi in generale!”. E conclude, per giustificare questa sua affermazione e la sua inesistenza di pregiudizi verso i medici calabresi, affermando: “Ce l’ho anche in giunta come assessore!”.

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