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Kobane assediata. Turchia pronta a intervento contro l’Isis con truppe di terra

La città starebbe per cadere, scontri sempre più violenti. Erdogan: “Il terrorismo non sarà fermato dai raid aerei, servono truppe di terra. L’ONU: “La comunità internazionale deve agire subito”.
A cura di Biagio Chiariello
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Kobane è “sul punto di cadere” nelle mani dell’Isis e "la comunità internazionale deve agire subito". A lanciare l'allarme, oltre al presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è l'Onu, prima tramite l'inviato in Siria Staffan de Mistura, poi per voce del segretario generale Ban Ki-moon che si è detto “profondamente preoccupato” per la sicurezza dei civili coinvolti nella battaglia tra i peshmerga curdi e i miliziani jihadisti. "L'Isis continua a portare avanti la sua campagna barbara e a commettere estese violazioni dei diritti umani nelle aree cadute sotto il suo controllo in Siria e in Iraq" ha detto Ban Ki-moon. "Il mondo ha visto con i suoi occhi cosa accade quando una città in Siria o in Iraq è conquistata dall'Isis: massacri, tragedie umanitarie, stupri, violenza orribile. Kobane è sotto assedio da tre settimane. Ci sono 400 mila abitanti, sono tutti curdi e si difendono tutti con grande coraggio", ha osservato de Mistura. "Adesso però gli abitanti di Kobane sono molto vicini a non farcela più. Combattono con armi normali mentre l'Isis ha carri armati e mortai. La comunità internazionale li deve difendere perché non può sostenere che un'altra città cada nelle mani dell'Isis. Ora serve un'azione concreta".

 Turchia pronta a intervento contro l'Isis

Kobane è ormai sotto assedio. I raid aerei della Coalizione internazionale guidata dagli Usa non hanno impedito ai miliziani dello Stato islamico di fare irruzione in città, considerata dai jihadisti uno snodo nevralgico per il controllo del Nord della Siria, e sebbene nel centro sventoli ancora una bandiera curda, il presidente turco da ormai Kobane in mano all’Isis. “Il terrorismo non sarà fermato dai raid aerei, fintanto che noi non collaboreremo in vista di un'operazione di terra d'intesa con coloro che già combattono sul terreno”, ha detto Erdogan. Nel frattempo, 12 persone sono morte durante le proteste dei manifestanti curdi tenutesi ieri in varie località del Paese, soprattutto nelle province sud orientali curdofone. Al di là della situazione a Kobane, i manifestanti chiedono la creazione di una Stato Curdo e la liberazione del leader Ocalan.

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