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Jay e Lauren, la coppia di sognatori che girava il mondo in bici: uccisi dall’Isis

La coppia di americani, 29 anni, aveva lasciato il lavoro un anno fa per andare, pedalando, alla scoperta del mondo. “La gente è meravigliosa, il male non esiste” scrivevano sul blog che raccontava la loro avventura. Il 29 luglio sono stati uccisi dai miliziani jihadisti in Tagikistan.
A cura di Biagio Chiariello
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"Il mondo è un posto meraviglioso. Gli esseri umani sono per la maggior parte gentili, solo a tratti egoisti e miopi". Jay Austin esprimeva così il suo pensiero da sognatore. Lui che sulla soglia dei 30 anni aveva deciso di lasciare tutto e intraprendere un lungo giro in mountain bike insieme alla fidanzata Lauren Geoghegan. Purtroppo però il loro sogno è stato spezzato dal primo attentato in Tagikistan dell’Isis, investiti e uccisi dai terroristi.

Jay e a Lauren avevano deciso di lasciare il proprio lavoro per conoscere il mondo sulle due ruote e raccontare le loro avventure su un blog e un profilo Instagram aperti ad hoc. Come racconta il New York Times, Jay andava in bici da circa un anno, una passione cresciuta sempre di più insieme alla sua compagna. “Il male è un concetto inventato — raccontava nel blog in cui descriveva tappe, incontri ed emozioni di quell’esperienza — per gestire le complessità dei valori umani, le credenze e le prospettive diverse dalle nostre”.

Il viaggio era cominciato nel luglio 2017. “Sono stanco di passare le ore più belle della mia giornata davanti a un rettangolo luminoso e di colorare i migliori anni della mia vita con sfumature di grigio e di beige”, affermava sul blog. "In questo nostro grande magnifico mondo c’è tanta magia da scoprire", aveva scritto sul blog prima della partenza. La coppia di viaggiatori, innamorati della vita e dei popoli, ha percorso chilometri e chilometri pedalando per ben 369 giorni.  Ben 24 nazioni in tre continenti diversi, non senza problemi: in particolare, Lauren aveva contratto un’infezione all’orecchio in Francia, mentre lui era stato colpito da una rara malattia in Malawi. Ma, nonostante questo, la coppia era sempre ottimista e felice della scelta fatta: “I media ti raccontano che il mondo è un posto grande e spaventoso, pieno di gente cattiva di cui non fidarsi. Io non me la bevo”, affermava Jay mentre era in Marocco.

Fino a quando, una settimana fa, un’auto di terroristi dello Stato Islamico si è lanciata contro di loro, e altri due ciclisti europei, uno svizzero e un olandesi, travolgendoli e finendoli a coltellate e fucilate. Così è finito il viaggio di due sognatori.

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