Uno studio svela quali sono i tratti degli incel: è stato fatto su 800 uomini italiani

C’è un angolo di internet dove migliaia di uomini si convincono ogni giorno che non saranno mai amati. Si definiscono incel, celibi involontari, e passano le ore su forum dove la solitudine diventa ideologia, e l’autocommiserazione si trasforma in odio verso le donne. Il fenomeno persiste da anni e nuovo studio su 800 uomini italiani ha provato ad analizzare "le variabili personali, psicologiche e psicopatologiche che possono contribuire allo sviluppo di tratti incel."
Molti uomini che si identificano come incel partono da una condizione di sofferenza: solitudine, esclusione sociale, insicurezza corporea, mancanza di relazioni affettive e sessuali. Spesso questi sentimenti degenerano in disturbi come depressione, ansia sociale, bassa autostima e pensieri suicidi. "Nello studio abbiamo provato a comprendere le variabili personali, psicologiche e psicopatologiche che possono contribuire allo sviluppo di tratti incel", hanno spiegato i ricercatori.
Lo studio sugli 800 uomini italiani
Lo studio pubblicato National Library of Medicine a giugno 2024 ha coinvolto 800 uomini eterosessuali cisgender italiani. I partecipanti hanno compilato un sondaggio, un questionario sociodemografico e un test psicometrico. Sulla base dei test i ricercatori hanno "riscontrato correlazioni positive tra i tratti di personalità degli incel e i sintomi psicopatologici e l‘attaccamento insicuro", ovvero uno stile relazionale che si sviluppa nei primi anni di vita e influenza profondamente il modo in cui una persona vive i legami affettivi da adulta. Deriva da interazioni non costanti, imprevedibili o emotivamente non disponibili con le figure di riferimento. "L'analisi di regressione gerarchica ha mostrato come il pensiero paranoico, l'attaccamento insicuro, la depressione e i sintomi d'ansia siano tratti presenti nella personalità degli incel."
Come spiega lo studio, "la valutazione di questi aspetti psicopatologici potrebbe aiutare medici, genitori e insegnanti a identificare precocemente i giovani maschi che potrebbero essere coinvolti nell'inceldom e a sviluppare programmi di intervento specifici per prevenire la violenza."
Come sono nati gli incel
Il movimento incel è nato circa 20 anni fa, quando una studentessa canadese, conosciuta con lo pseudonimo di Alana, creò un blog per uomini e donne soli. Si facevano chiamare celibi involontari, ma il nome ha cominciato e essere utilizzato nella sua forma abbreviata: incel. L’obiettivo originale del gruppo era “trovare supporto”, eppure quel forum si è trasformato in poco tempo nella tana degli uomini che odiano le donne. Qui ha preso forma una sottocultura misogena che si autoclassifica in incel, Red Pill e Black Pill.
La maggior parte di coloro che appartengono alla comunità incel si vede condannato alla solitudine a causa del suo aspetto fisico. Spesso mandano foto in privato per farsi dare un voto da uno dei guru, sono ossessionati dall’altezza, e dai Chad, i ragazzi attraenti che conquistano le donne. L'atteggiamento nichilista spesso porta alla radicalizzazione di alcuni membri che si sentono emarginati. La loro rabbia si traduce in odio nei confronti delle donne
Cosa succede all'interno dei gruppi
Noi di Fanpage.it abbiamo trascorso un mese all'interno della comunità Black Pill, la frangia più estremista dell'universo incel. Abbiamo trovato nei forum fantasie di stupro, piani per l’eliminazione delle “femmine alpha” e tesi di genere estreme. Dentro le chat, le donne vengono chiamate NP, l'acronimo di Non Persone. Spesso raccontano esperienze personali di donne che li hanno rifiutati, maltrattati, incluse madri e sorelle, e rivelano fantasie di vendetta violente.
Gli influencer della manosphere offrono anche tesi tra lo pseudoscientifico e il mitico per giustificare la loro narrazione antifemminista. All’interno dei gruppi infatti vengono pubblicati manuali della manosphere e teorie controverse.
Queste teorie, per quanto assurde, non rimangono confinate dentro l'universo della manosphere, rischiano di contaminare la realtà, di sedimentare e trasformarsi in visioni del mondo che finiscono poi per influenzare anche il dibattito pubblico.
Salute mentale e discriminazione dentro i gruppi incel
Numerosi studi e inchieste hanno evidenziato come l'appartenenza prolungata a queste comunità rischi di aggravare condizioni psicologiche già esistenti e, in alcuni casi, spingere verso atteggiamenti autolesionisti o violenti. In questi spazi, il disagio individuale si trasforma spesso in rabbia collettiva, dando vita a un circolo vizioso.
È necessario riconoscere le radici psicologiche e sociali del fenomeno. Servono strumenti di ascolto, percorsi di supporto accessibili e un discorso pubblico che non confonda il disagio con la devianza. Solo così sarà possibile prevenire davvero la radicalizzazione e offrire alternative concrete. Questa prospettiva non deve però né stigmatizzare chi soffre di disturbi psicologici né minimizzare la responsabilità degli incel per gli atti di violenza.