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Una risposta sbagliata al telefono e la bolletta si gonfia: come funziona la truffa del Sì

La risposta affermativa di un cliente a una domanda generica viene poi tagliata, montata e utilizzata come forma di assenso alla sottoscrizione di un nuovo contratto.
A cura di Elisabetta Rosso
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Arriva la chiamata, rispondi, è un call center. L'operatore fa una domanda banale, non importa quale, basta che la risposta sia "Sì". A quel punto la truffa è fatta. La registrazione della risposta infatti verrà tagliata e accuratamente montata per simulare l'attivazione di un contratto, spesso relativo alla fornitura di luce e gas (sono diverse le segnalazioni in questo campo). L'utente si accorge dell'inganno solo quando arriva la prima bolletta. Le vittime di questa truffa sono aumentate nell'ultimo periodo, e non è un caso. 

A partire da quest'anno, in Italia, tutti i cittadini dovranno passare dal regime tutelato dell’energia elettrica e del gas naturale al mercato libero (per quanto riguarda la bolletta del gas dal 10 gennaio 2024, a luglio invece terminerà il mercato tutelato dell'elettricità). Secondo le stime circa 15 milioni di consumatori dovranno rivedere il proprio piano tariffario di luce e gas. E qui entrano in gioco i call center che cercano di intercettare nuovi clienti per proporre abbonamenti e promozioni. In mezzo ci sono anche i truffatori, stanno approfittando del momento per far cadere nella trappola le vittime.

Come funziona la truffa del Sì

Le domande a inizio chiamata di solito sono molto generiche. Spesso i call center chiedono "Parlo con Mario Rossi?". Sono pensate per indurre la vittima a rispondere appunto con un "Sì", che poi verrà utilizzato come forma di assenso alla sottoscrizione di un nuovo contratto. I truffatori infatti si fingono operatori che chiamano per conto del gestore delle utenze, o di servizi telefonici, e spiegano alla vittima che le condizioni contrattuali stanno cambiando, per esempio per l'aumento del costo di luce e gas, propongono così un'alternativa conveniente.

A quel punto chiedono il codice Pod (energia) o Pdr (gas) presenti nelle bollette, segnano i dati, usano il "Sì" registrato a inizio chiamata, e sottoscrivono un nuovo contratto particolarmente costoso. Una delle ultime vittime che ha contattato l'Adoc (Associazione Nazionale per la Difesa e l'Orientamento dei Consumatori e degli utenti) ha dovuto pagare 700 euro per una bolletta a causa della truffa del sì.

Come difendersi dalla truffa

La regola d'oro è non condividere mai dati personali, come codici fiscali, Iban, codici Pod (energia) o Pdr (gas). Bisogna anche fare attenzione a un rispondere "Sì" quando si ricevono chiamate da parte dei call center. Per esempio alla domanda "È lei il signor Rossi", è bene rispondere "chi lo cerca?". L'utente, poi, per assicurarsi che non si tratti di una truffa deve sempre chiedere il nome dell'operatore, il suo codice e la società per cui lavora. 

Chi è caduto nella trappola, invece, dovrà subito inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno all’azienda erogatrice del servizio per disconoscere il contratto. Per dimostrare che si è vittime di una truffa è necessario muoversi per vie legali.

Le misure per arginare il telemarketing selvaggio

Da anni in Italia si cerca di arginare il telemarketing selvaggio, eppure resiste. Da un lato ci sono le norme insufficienti, dall'altro un sistema che riesce a sopravvivere grazie a pratiche aggressive. È già stato approvato il nuovo registro pubblico delle opposizioni è servito, e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il 26 luglio 2023 ha approvato il Codice di condotta per contrastare il teleselling illegale, ora sarà il decreto legislativo sulle comunicazioni elettroniche, che dovrebbe essere approvato entro il 24 marzo.

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