Tung Tung Tung Tung Tung Tung Sahur diventa un videogioco, o forse una truffa

L’Italian brainrot sta per diventare videogioco. O meglio, videogiochi. Nelle scorse ore su Steam sono comparsi Bombardiro Crocodilo: Italian Brainrot Simulator e Escape to the Italian brainrot. Sul PlayStation Store è apparso invece Tralalero Tralala: Battle Royale. Il riferimento è allo strano fenomeno spuntato dalle pieghe più assurde del web, specchio della cultura digitale contemporanea. Parliamo di un vero e proprio universo narrativo nato sui social, in primis TikTok, in cui una voce artificiale racconta coi suoni della lingua italiana – ma non nei significati – le creature che fanno parte di questo mondo surreale.
Tra loro ci sono Tralalero Tralala, uno squalo antropomorfo con sneakers, e Bombardiro Crocodiro, un ibrido tra coccodrillo e bombardiere militare. Puro nonsense, creato tramite intelligenza artificiale. Ci si aspettava che il fenomeno evaporasse a breve, come accade spesso nel mondo della viralità social, e invece l’annuncio di più videogiochi a tema lascia presupporre che l’Italian brainrot è ancora forte e attira.
I videogiochi sull’Italian brainrot
Bombardiro Crocodilo: Italian Brainrot Simulator, come dice il suo titolo, è un simulatore. Cosa comporti effettivamente in termini di gioco non è chiaro. La descrizione su Steam recita: “Unisciti a Bombardiro Crocodilo, l’iconico ibrido tra coccodrillo e bombardiere, insieme a un cast di personaggi meme assurdi come Bombombini Gusini, Tralalero Tralala e Lirili Larila, in una battaglia surreale per la supremazia attraverso la Croco Nation e oltre!”. Le immagini rilasciate sulla piattaforma Steam mostrano la visuale in prima persona (anche se nella descrizione è riportato che si può passare alla terza), una mano armata di una specie di revolver e tutte le creature-meme che fanno parte dell’Italian brainrot. Tra le varie informazioni, gli sviluppatori di Lirili Larila Studios e Tralalero Tralala Entertainment riportano pure una "trama profonda".

Il secondo, Escape to the Italian brainrot, è difficile da comprendere. Lo studio di sviluppo, Blue cat studio, non ha rilasciato informazioni. Il trailer e le immagini rilasciate su Steam lasciano però intendere un gioco indipendente, dalle tinte ansiogene e dark, dove compaiono i personaggi caratteristici dell’Italian brainrot. Infine, Tralalero Tralala: Battle Royale è un gioco in stile Fortnite Battaglia Reale, dove le creature dell’Italian brainrot si sfidano in un tutti contro tutti fino a quando non ci sarà un unico vincitore. “L'azione si svolge su una vasta mappa aperta con ambientazioni vivaci che spaziano da fitte giungle a valli desertiche” riporta la descrizione di Asi Games Technologies Ltd. Si possono personalizzare anche i propri personaggi.
Tutti e tre i giochi sono in arrivo. In particolare Italian Brainrot Simulator esordirà su Steam il prossimo 21 maggio. Tralalero Tralala: Battle Royale sarà disponibile su PlayStation il prossimo 30 maggio. Solo Escape to the Italian brainrot è senza data. Si sa solo che è “in arrivo” su Steam.
Le accuse di truffa
L’accoglienza di questi annunci non è tra le più rosee. Come riportato da Rivista Studio, ci sono frange d’utenza che parlano di questi giochi come tentativi di "scam", di truffa. Tra gli studi citati, solo Asi Games conta un sito ufficiale. Non si tratta di un team di sviluppo quanto di un’azienda specializzata nel publishing, cioè nella pubblicazione e distribuzione dei giochi. Quanto agli altri, non hanno pagine ufficiali né giochi creati precedentemente. Se si cerca Tralalero Tralala Entertainment su Steam non appare nessun risultato. Nel caso degli altri studi rimanenti, la piattaforma invece rimanda ad altri giochi, anch’essi però tutti in arrivo, nessuno già pubblicato.

Da qui il dubbio legittimo di truffa. O forse sono solo studi indipendenti che attraverso un fenomeno globale social provano a battere il ferro ancora caldo per emergere dalla competitività della game industry. L’unica cosa certa è che l’Italian brainrot fa ancora parlare di sé, non è un trend pronto a scomparire nell’oblio come ogni contenuto virale. Riesce invece a catturare l’attenzione, con le potenzialità di diventare anche un’espressione videoludica del nonsense.