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Stampi la ricevuta del bancomat e ti svuotano il conto: come funziona la truffa dello scontrino

Le ricevute contengono dati sensibili che, se recuperati dai criminali possono aprire la strada a frodi, phishing e furti d’identità. Meglio scegliere i controlli digitali e tutelare la privacy.
A cura di Elisabetta Rosso
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"Vuoi stampare la ricevuta?", è la scritta che compare al termine dell'operazione. Spesso selezioniamo "sì", lo scontrino, infatti, può esser un promemoria per le spese. Non solo, la ricevuta può anche  diventare uno strumento per truffe e furti di identità. In diversi Paesi europei sono già stati segnalati episodi in cui truffatori hanno raccolto ricevute abbandonate agli sportelli automatici, riuscendo poi a fingersi dipendenti delle banche e a ingannare i clienti, ottenendo informazioni sensibili.

Il problema sono le informazioni scritte sulla ricevuta. Oltre ai dettagli della transazione, lo scontrino può riportare il numero di conto corrente, il saldo disponibile sul conto e altri dati legati al profilo bancario. Questi dati possono essere utilizzate dai truffatori, per questo le autorità e gli esperti di sicurezza raccomandino di prestare maggiore attenzione e di evitare si stampare le ricevute se non è strettamente necessario.

Dallo scontrino alla truffa: così i criminali ingannano i clienti

Le ricevute, se finiscono nelle mani sbagliate, diventano strumenti preziosi per tentativi di frode, furti d’identità o truffe telefoniche, i criminali possono per esempio fingersi operatori dell’istituto di credito e chiedere informazioni riservate agli utenti. Tutto parte dallo scontrino che spesso viene abbandonato o gettato via nel cestino all'interno dello sportello. I truffatori possono recuperarlo facilmente e segnare informazioni riservate legate al conto corrente che vengono poi usate per far cadere le vittime nella trappola.

I criminali, ad esempio, possono fingersi operatori dell’istituto di credito e contattare il cliente della banca sostenendo di dover “verificare un’anomalia” o “bloccare un accesso sospetto”. Con tono rassicurante chiedono dati aggiuntivi, come il codice cliente o persino le credenziali per l’home banking. In questo modo possono avere libero accesso al conto e svuotarlo bloccando poi l'accesso al legittimo proprietario.

Come proteggersi: soluzioni digitali e buone pratiche di sicurezza

Oggi, grazie alla tecnologia, ci sono alternative più sicure rispetto alla ricevuta cartacea. Per esempio controllare le transazioni direttamente sul display dello sportello o utilizzare le app ufficiali della banca per verificare saldo e movimenti. In questo modo si riduce il rischio che informazioni personali vengano intercettate. Chi decide comunque di stampare lo scontrino dovrebbe conservarlo nel portafoglio o distruggerlo, in modo che i dati non possano essere ricostruiti.

Le frodi legate agli sportelli automatici fanno parte di un fenomeno più ampio che sfrutta la disattenzione degli utenti e la tecnologia per sottrarre dati sensibili. Non riguarda solo i bancomat: pagamenti online, e-mail, messaggi e telefonate false rappresentano altri veicoli comuni portare avanti campagne di phishing e furti d’identità. La regola d'oro e non condividere mai informazioni personali via telefono, e se contattati verificare sempre chiamando il proprio istituto bancario. 

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