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Spotify sta per diventare molto simile a Instagram e TikTok: come cambierà

Dopo anni come piattaforma leader dello streaming musicale, Spotify punta sui videoclip e sui contenuti multimediali per conquistare attenzione, utenti e mercato.
A cura di Elisabetta Rosso
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Spotify è stata per anni il presidio dell'ascolto, ora ha deciso di fare un passo in più integrando i videoclip musicali direttamente nell’app. Gli utenti statunitensi potranno presto passare con un semplice tap dalla versione audio a quella video dei brani, inaugurando una nuova fase nella strategia del colosso svedese.

L’annuncio non arriva a sorpresa. Negli ultimi mesi l’azienda ha lasciato intendere più volte l’intenzione di muoversi oltre i confini dell’audio. In un recente annuncio, Spotifyha dichiarato apertamente di voler costruire un’esperienza video “di livello assoluto, in grado di competere con i giganti del settore come YouTube o TikTok”. Una dichiarazione che suona come un manifesto strategico: Spotify non vuole più essere “solo” una piattaforma audio, ma un servizio multimediale completo.

L’accordo chiave: le licenze video con le major

La svolta è resa possibile da una serie di accordi firmati nell’autunno 2024 con le principali etichette discografiche e con la National Music Publishers’ Association. Intese che includono, per la prima volta, diritti audiovisivi estesi, indispensabili per lanciare e monetizzare contenuti video ufficiali.

Alex Norström, chief business officer della società, ha spiegato durante l’ultima conference call con gli investitori: “Questi accordi ci permettono di avere diritti video più ampi, un passo fondamentale per poter innovare e introdurre nuove funzionalità”.

Podcast, talk show e quasi mezzo milione di contenuti video

L’espansione non riguarda solo la musica. Negli ultimi due anni Spotify ha investito sui video podcast, trasformando la piattaforma in un hub multiformato: secondo i dati diffusi dall’azienda, gli utenti che guardano podcast in video sono ormai centinaia di milioni e il tempo trascorso davanti agli schermi è più che raddoppiato su base annua.

Questa tendenza riflette una dinamica più ampia del mercato globale dell’intrattenimento. Con la crescita degli abbonamenti musicali vicina alla saturazione nei Paesi occidentali, la competizione non è più soltanto tra servizi simili (Apple Music, Amazon Music), ma tra qualsiasi contenuto digitale che catturi l’attenzione del pubblico: da TikTok a Netflix, fino ai videogiochi.

Il confronto inevitabile con YouTube

Secondo Mark Mulligan, managing director della società di analisi MIDiA Research, lo streaming musicale sta entrando nella sua “fase di ottimizzazione”: dopo dieci anni dominati dall’espansione, il settore è ora orientato a consolidare ricavi e trattenere gli utenti. Il problema? La musica, spesso ascoltata in background, tende a generare meno “attenzione attiva” rispetto ai contenuti video.

Per Spotify, quindi, il video diventa uno strumento per aumentare il coinvolgimento. Ma la sfida è enorme: YouTube rimane il punto di riferimento assoluto per la musica in formato video e rappresenta contemporaneamente il più grande concorrente e il modello più difficile da replicare. Da anni, su base globale, YouTube è la piattaforma preferita per guardare videoclip musicali e la sua versione premium, YouTube Music, beneficia dell’integrazione con un ampissimo catalogo video.

Collaborazioni inattese: da Netflix a Samsung

Per espandere la propria presenza video, Spotify ha iniziato a stringere alleanze poco convenzionali. Nel 2024 è stato annunciato un accordo con Netflix per portare alcuni podcast Spotify — tra cui il celebre The Bill Simmons Podcast — direttamente sulla piattaforma video. Una mossa simile è arrivata anche da parte di Samsung, che ha inserito un canale streaming gratuito nei suoi dispositivi, con episodi selezionati da podcast di punta come The Rewatchables.

Creator, influencer musicali e nuovi formati

Non è chiaro quanto Spotify sia disposto a spingersi nel mondo del video. Al momeno è difficle che si trasformi in una piarraforma aperta, in stile TikTok o YouTube.

Spotify però sta già riducendo le distanze tra professionisti e creator amatoriali, per esempio, gli artisti possono pubblicare clip verticali di 30 secondi, simili ai Reel. Secondo Audrey Marshall, COO di Thematic, il prossimo passo logico sarebbe coinvolgere i music influencer, ormai fondamentali per la scoperta musicale soprattutto su TikTok. A oggi, seguire i loro consigli richiede un percorso frammentato tra app diverse: integrarli direttamente in Spotify potrebbe rendere immediata la conversione tra scoperta e ascolto.

Un futuro sempre più ibrido

Che si tratti di videoclip ufficiali, podcast filmati, show originali o contenuti dei creator, una cosa appare ormai chiara: il futuro di Spotify sarà sempre meno “solo audio” e sempre più video-centrico. Un cambiamento che rispecchia l’evoluzione dell’intero ecosistema dell’intrattenimento, dove la battaglia per il tempo degli utenti si gioca sulla capacità di unire suoni e immagini in esperienze fluide, disponibili su smartphone, smart TV e qualunque dispositivo connesso.

Spotify ha iniziato questa trasformazione. La vera sfida sarà vedere fino a che punto saprà spingersi — e se riuscirà davvero a competere con chi domina il video da anni.

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