Professore usa l’IA per le lezioni: studentessa denuncia e chiede il rimborso della retta

Prima gli studenti, ora i professori. L'intelligenza artificiale è al centro di un nuovo caso di plagio che ribalta i protagonisti: questa volta, infatti, sul banco degli imputati è finito Rick Arrowood, docente di economia della Northeastern University di Boston. Ad accusarlo è stata una sua studentessa, Ella Stapleton. Ha presentato un reclamo formale contro l’ateneo, chiedendo un rimborso di 8.000 dollari, il costo del semestre, dopo aver scoperto che il materiale didattico del corso era stato preparato utilizzando ChatGPT.
Il caso è iniziato a febbraio 2025, quando Stapleton, durante la rilettura delle slide sui “modelli di leadership”, nota alcune frasi sospette: espressioni generiche come “Approfondire tutti gli aspetti” o “Essere più dettagliati e specifici”. Un linguaggio che spesso viene utilizzato dai software generativi. Decide di analizzare meglio il testo e scopre nuovi elementi che vanno a rafforzare i suoi sospetti. Tra questi: parti di testo incoerente, immagini distorte con anomalie evidenti nei volti e numerosi errori ortografici.
Il reclamo formale presentato da Stapleton
Da un lato c'è il problema della qualità del materiale didattico, le slide sono approssimative, contengono errori, dall'altro una questione di principio. Per Stapleton il problema è la disparità di trattamento. Agli studenti infatti è vietato usare l'intelligenza artificiale per compiti, tesine o saggi.
Stapleton ha deciso quindi di inviare un reclamo formale, chiedendo il rimborso della retta semestrale, la sua richiesta però è stata respinta dall'università.
La posizione della Northeastern University di Boston
Il New York Times, che ha riportato per primo il caso, ha intervistato anche Rick Arrowood. Il professore ha ammesso di aver utilizzato diversi strumenti di intelligenza artificiale per preparare le lezioni. Tra questi, ChatGPT, il motore di ricerca Perplexity e la piattaforma di presentazioni Gamma. “All’inizio sembrava tutto perfetto, ma col senno di poi avrei dovuto prestare maggiore attenzione”, ha spiegato Arrowood.
"I professori dovrebbero avvicinarsi all'intelligenza artificiale con più cautela e rivelare agli studenti quando e come viene utilizzata. Sono felice se qualcuno potrà imparare dal mio caso”.
Renata Nyul, vice-responsabile delle comunicazioni dell'ateneo ha aggiunto: “La Northeastern University contempla l'uso dell’intelligenza artificiale per migliorare tutti gli aspetti della sua didattica, ricerca e operatività. Offriamo ampie risorse per supportarne l’utilizzo in modo corretto e continuiamo ad aggiornare le politiche per garantirne l’applicazione coerente”.