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Perché l’emoji di questo animale può servire a salvare il pianeta

Stiamo vivendo una crisi della biodiversità e per raccontarla online servono gli strumenti giusti. Per questo un gruppo di scienziati ha realizzato un studio, vuole capire se il set di emoji è in grado di rappresentare l’albero della vita.
Intervista a Stefano Mammola
Ricercatore del Cnr, specializzato in ecologia e conservazione della natura
A cura di Elisabetta Rosso
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In un bellissimo saggio intitolato "Sulla lingua in generale e sulla lingua dell'uomo", il filosofo Walter Benjamin, spiega (tra le altre cose) che è necessario dare un nome alle cose per farle esistere. Funziona in modo simile per le emoji. "Se mancano strumenti immediati e semplici, come le emoji, come facciamo a spiegare che stiamo affrontando una crisi della biodiversità, e che le specie si stanno estinguendo a un ritmo drammatico?", si chiede Stefano Mammola, ricercatore del Cnr, specializzato in ecologia e conservazione della natura.

Mammola è anche co-autore della ricerca "La comunicazione della biodiversità nell’era digitale attraverso l’albero della vita Emoji". Il team ha identificato 112 organismi distinti rappresentati dalle emoji: 92 animali, 16 piante, un fungo, e un microrganismo. "Non sono sufficienti, mancano interi gruppi", spiega Mammola a Fanpage.it, "30/40.000 specie note non sono rappresentate. E questo è un problema."

Partirei dall’inizio. Come vi siete accorti che le emoji non sono sufficienti per rappresentare la biodiversità?

Allora, ero con un mio collega Francesco Ficetola a una conferenza sull'ecologia a Praga, era il 2021. Stavamo parlando con questa ricercatrice, Jennifer Anderson, un'esperta di funghi acquatici, e si lamentava del fatto che non ci fosse un'emoji per rappresentarli. Quindi usava l’icona di un fungo con vicino una goccia d’acqua. E allora abbiamo cominciato a pensare che sarebbe stato interessante capire quanto il set di emoji rappresentasse la biodiversità.

Quindi cosa avete fatto?

Abbiamo preso Emojipedia, che è una specie di Wikipedia che raccoglie tutte le emoji, e abbiamo assegnato a ogni emoji una specie.

E vi siete accorti che non erano sufficienti. 

Esattamente. Abbiamo anche visto come alcuni gruppi di animali siano sovrarappresentati.

Per esempio?

Tutti i vertebrati, mammiferi, uccelli. Mentre altri animali come insetti, ragni, crostacei, in generale gli artropodi sono molto sottorappresentati.

Nel vostro studio spiegate che gli artropodi costituiscono solo il 16% degli emoji animali, anche se esistono più di un milione di specie. 

Sì, quindi molto poche. Non solo, ci sono altri bias. Alcuni gruppi come quello delle piante, o dei funghi, sono completamente sottorappresentati. Per esempio per tutti i funghi c’è una sola emoji. Anche per i microorganismi, virus, batteri. Che poi c'è anche un'altra cosa interessante.

Che cosa?

Se prendi l'emoji del virus, su alcune piattaforme sembra l’escherichia coli, in altre ti viene fuori una specie di coronavirus.

E come mai appare diverso?

È un problema delle piattaforme, la singola emoji viene impostata su Unicode, e poi il rendering che fanno le diverse piattaforme è diverso. Se tu sposti la conversazione da una piattaforma all’altra rischi di creare incomprensioni. Poi, combinazione, proprio questa emoji, è diventata molto popolare durante il coronavirus.

Perché è un problema non avere un' emoji per ogni gruppo?

Noi stiamo vivendo la crisi della biodiversità, le specie si stanno estinguendo a un ritmo drammatico, per educare su questo tema è fondamentale la comunicazione. E nel mondo digitale avere questi strumenti, le emoji, che sono molto immediate, è un modo efficiente per fare divulgazione. Se mancano interi rami dell’albero della vita, come facciamo a parlare di biodiversità? Qualche emoji è stata aggiunta anche se ne mancano molte.

Cosa hanno aggiunto?

L’emoji del vermino, hanno aggiunto una medusa. Ora nell'ultimo release di Unicode c’è anche un altro fungo che sembra un po’ un porcino. Però per coprire quei gruppi bisognerebbe aggiungere 15-20 emoji almeno. Ma non di altri mammiferi o altri uccelli che esistono già.

Sì, mi sembra che già solo per i gattini ci siano tre o quattro emoji diverse. 

Appunto. E invece 30/40.000 specie note non sono rappresentate.

Quali sono i candidati? Che emoji bisognerebbe aggiungere?

Per capirlo abbiamo utilizzato Google Trends, per vedere anche quanto vengono cercate certe parole su Google. Abbiamo visto che alcuni organismi, molto popolari online, non ci sono, per esempio i tardigradi. Sono chiamati gli orsi d’acqua, sono molto carini, e sono stati creati anche diversi meme.

Ho visto anche un peluche.

Eh, può funzionare proprio perché la gente ne parla. Ma anche ad esempio i vermi piatti, le spugne, che è un gruppo grosso, e poi va beh bisogna aggiungere nelle piante i muschi, e magari un lichene, che non è una pianta ma la fusione di un’alga e un fungo.

E tu quale emoji vorresti? A tuo gusto. 

Di gusto? Io mi occupo di ragni, quindi un altro ragno mi farebbe piacere, ma visto che c’è già, va bene o il tardigrade, o il lichene o il fungo. Magari un virus.

Quindi cosa succede dopo questo studio?

Noi abbiamo messo in luce il problema. Chiunque può fare una richiesta formale per una nuova emoji. Per ora stiamo cercando di capire anche come viene recepito lo studio, magari saremo proprio noi a fare la prima richiesta.

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