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Perché le app di dating non ci piacciono più: la Gen Z ora preferisce conoscersi così

L’epoca d’oro delle app di dating sembra un ricordo lontano: tra licenziamenti di massa e ricavi in perdita, le principali piattaforme stanno affrontando un momento di crisi importante. Tra le cause la crescente sensazione di sfiducia e disillusione da parte degli utenti.
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La fiammella di Tinder non brucia più come un tempo. Dopo aver rivoluzionato il concetto stesso di appuntamenti e aver segnato, nel bene o nel male, la vita sentimentale di una generazione, le app di dating hanno perso il loro fascino e sembrano avviarsi lungo la via del declino.

Lo dimostrano i fatti: Match Group, la società proprietaria di alcune tra le più famose app di incontri, come lo stesso Tinder, ma anche Meetic o Hinge, così come Bumble, hanno perso più di 40 miliardi di dollari di valore di mercato dal 2021 a oggi.

Gli effetti sulle aziende

Gli effetti di quella che sembra a tutti gli effetti una crisi del prodotto, più che della singola azienda, diventano ogni giorno più evidenti. Lo dimostra ad esempio la recente decisione di Bumble di licenziare 240 dipendenti, ovvero il 30% del suo personale. Il motivo, secondo la ceo Lidiane Jones, sarebbe legato a un "riallineamento strategico" dell'azienda per risparmiare circa 40 milioni di dollari da investire in nuove tecnologie e innovazioni, ma chiaramente è il segnale di un momento quanto meno poco felice per il settore delle app di incontri.

Anche Tinder non sta attraversando uno dei momenti migliori: a inizio 2025 ha registrato un calo dell'8% dei suoi utenti attivi rispetto all'anno precedente. Anche se resta l'app di incontri più usata al mondo, con circa 75 milioni di utenti attivi al mese, nemmeno Tinder quindi è immune dal fenomeno di disaffezione verso il dating online, come dimostra l'arrivo sulla piattaforma di nuove funzionalità che cercano di rispondere alle mutate esigenze degli utenti.

Perché le app di incontri sono in crisi

Tra le cause di questo crescente disinteresse verso le app di incontri c'è chi ha visto anche un collegamento con fenomeni sociali più ampi. Per prima cosa, il cambio generazionale: il bacino di utenza per cui sono state pensate le app di incontri erano i Millennials, ma oggi chi si rivolge a queste piattaforme sono soprattutto i Gen Z, rispetto ai quali questi strumenti non sembrano esercitare lo stesso appeal. Ad esempio, secondo un sondaggio di Axios, il 79% degli studenti universitari degli Stati Uniti non utilizza le app di dating e preferisce conoscere nuove persone dal vivo. "Penso che stiamo vivendo una transizione generazionale", ha detto Jones parlando dei cambiamenti che stanno interessando anche la Bumble.

Sembra esserci anche una sensazione di stanchezza rispetto al tipo di relazioni che spesso le app riescono a offrire. Qualche anno fa è stata coniata un'espressione ad hoc per definire questa sensazione collettiva: "dating fatigue", letteralmente "stanchezza da appuntamenti", e indica l'affaticamento emotivo prodotto dalle continue delusioni che le relazioni superficiali e spesso deludenti vissute attraverso le app di incontri.

E così, mentre le persone si cancellano da Tinder e simili, nascono progetti che invece promuovono la socialità online, organizzando eventi di speed-dating o più semplicemente eventi di gruppo. Quello che vendono non è per forza una storia d'amore da favola, né tanto meno un appuntamento con il lieto fine, ma soltanto scambi umani autentici, quello che forse manca sempre più spesso nelle chat delle app di dating.

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