Perché la Cina sta costruendo un super computer nello Spazio

Il progetto Star computing è iniziato. Un razzo Long March 2D è decollato dal Jiuquan Satellite Launch Center per trasportare in orbita 12 satelliti dotati di sistemi di calcolo intelligenti e di interconnessione laser ad alta velocità. Il primo passo per realizzare il super computer spaziale. La Cina sta assemblando una costellazione, il progetto è guidato dalla compagnia ADA Space in collaborazione con il laboratorio Zhijiang e il polo tecnologico di Neijang, l'obiettivo è costruire un‘enorme rete in orbita di 2.800 satelliti. "Sarà un'infrastruttura di calcolo spaziale su larga scala progettata per ospitare migliaia di satelliti, con una potenza di calcolo totale di 1.000 peta-operazioni al secondo (pops) al momento del completamento", ha spiegato Wang Jian, direttore del Zhejiang laboratory.
Secondo il South China Morning Post, l’elaborazione direttamente in orbita può offrire notevoli vantaggi: riduce i tempi di latenza, supera i limiti della larghezza di banda e permette di utilizzare in modo più efficiente l’energia solare, limitando anche l’impatto ambientale. “Meno del 10% dei dati satellitari viene effettivamente trasmesso a Terra”. Secondo Jonathan McDowell, astronomo e storico dello Spazio dell’Università di Harvard, anche Stati Uniti ed Europa potrebbero presto seguire l’esempio cinese.
Come funziona il super comupter spaziale
I satelliti sono supercomputer in grado di elaborare in autonomia i dati raccolti, senza doverli inviare alle stazioni terrestri. Ciascun satellite, grazie a un sistema di intelligenza artificiale con otto miliardi di parametri, è in grado di raggiungere una potenza di elaborazione di 744 tera-operazioni al secondo (TOPS). Insieme, i 12 satelliti possono gestire un carico di elaborazione complessivo pari a cinque peta-operazioni al secondo (POPS), una cifra che surclassa le capacità dei normali dispositivi dotati di intelligenza artificiale, come i PC equipaggiati con Copilot di Microsoft.
Il progetto fa parte della "Three-Body Computing Constellation", una rete in evoluzione che punta a raggiungere la soglia di 1.000 peta operations al secondo POP una volta completata. Per mantenere la sincronizzazione e condividere dati ad alta velocità, i satelliti comunicano tra loro attraverso connessioni laser fino a 100 Gbps e dispongono collettivamente di 30 terabyte di spazio di archiviazione.
Le ambizioni del programma non si fermano alla potenza di calcolo. A bordo dei satelliti sono presenti anche strumenti per la ricerca scientifica, come un rilevatore di raggi X polarizzati progettato per analizzare eventi cosmici estremamente brevi, tra questi i lampi gamma. Il progetto segna un passaggio importante, finora i satelliti sono stati utilizzati esclusivamente per il rilevamento o per la comunicazione ora potranno trasformarsi in elaboratori di dati e piattaforme di intelligenza artificiale.