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Intelligenza artificiale (IA)

Per vendere più foto su OnlyFans le ragazze fingono di essere Down: siamo entrati nei loro Telegram

Gli account si chiamano Marta Speciale, Ragazza Down o “la sindromedigaia”. Lo schema si ripete uguale. Ci sono video di modelle ammiccanti, spesso in costume da bagno o in intimo. I tratti dei loro volti sono modificati con l’intelligenza artificiale per simulare i tratti legati alla sindrome di Down. Siamo entrati nei loro gruppi Telegram per cosa sta succedendo.
A cura di Elisabetta Rosso
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FANPAGE | Una delle modelle che usano i filtri basati sull'intelligenza artificiale per fingere di avere la sindrome di Down e vendere le loro foto sui social
FANPAGE | Una delle modelle che usano i filtri basati sull'intelligenza artificiale per fingere di avere la sindrome di Down e vendere le loro foto sui social
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Sto scorrendo sul mio profilo Instagram quando compare sullo schermo il video di una ragazza con sindrome di Down in slip e reggiseno. Nella caption c'è scritto: "Sarò anche Down ma il tuo pipo è up". Scorro, compare un Reel simile, poi un altro. Mi fermo e guardo meglio. C'è qualcosa di strano, i lineamenti si sfocano durante i movimenti, le proporzioni sono leggermente sbilanciate, basta guardare attentamente per accorgersi che i video sono deepfake. I corpi sono veri, i volti no, sono stati modificati con l'intelligenza artificiale per simulare il fenotipo delle persone con sindrome di Down. Dietro ai profili fake infatti si nasconde una rete di account che utilizza filtri IA per alimentare un nuovo mercato erotico, in tutte le biografie compaiono link che rimandano a canali Telegram, profili Onlyfans e Fanvue, di "ragazze sexy con sindrome di Down".

Le modelle non sono reali, eppure lo sembrano, in pochi mesi i profili hanno raccolto migliaia di follower dando forma a un nuovo business che sfrutta immagini artificiali di persone con disabilità. Da tempo su Fanpage.it raccontiamo il fenomeno dei profili fake che rubano immagini reali sui social modificandole con l'intelligenza artificiale. Instagram è invaso da migliaia di influencer con i volti modificati da filtri IA che promuovono contenuti sessualmente espliciti. Negli ultimi mesi il fenomeno si è evoluto intercettando aspetti più specifici come donne con malformazioni fisiche, arti amputati, poi sono arrivati i video fake delle ragazze con la sindrome di Down.

"Si tratta di una forma di strumentalizzazione della disabilità", ha spiegato a Fanpage.it Martina Fuga, presidente di CoorDown, associazione per i diritti delle persone con la sindrome di Down. "Questo fenomeno rischia di svuotare di senso anni di lavoro culturale e rischia di cancellare in un attimo i progressi fatti sul fronte dei diritti, della rappresentazione e dell’autodeterminazione, anche sul tema della sessualità."

INSTAGRAM | Profilo fake creato con l'IA
INSTAGRAM | Profilo fake creato con l'IA

Come funziona la rete: profili fake, link e contenuti venduti privatamente

I primi video sono comparsi circa due mesi fa. Tutti i profili che abbiamo intercettato infatti sono stati creati tra marzo e aprile 2025. L'account di Maria Dopari, con oltre 148.000 follower, è stato uno dei primi a comparire sui social. Il profilo ora è stato eliminato, ma le stesse foto e Reel di Maria le abbiamo ritrovate su altri account al momento attivi. Come segnalato dal rapporto pubblicato da 404Media i contenuti modificati con il filtro che simula la sindrome di Down compaiono ciclicamente su profili diversi, è quindi probabile che dietro al trend ci sia una rete attiva che lavora su più account.

TIKTOK | Reel Pubblicato sull'account Maria Dopari
TIKTOK | Reel Pubblicato sull'account Maria Dopari

Quello di Maria Dopari non è l'unico profilo a essere scomparso sui social, diversi account sono stati bloccati su Instagram e TikTok perché il trend viola le linee guida della community, eppure come spariscono ricompaiono. Spesso i nuovi account utilizzano Reel già pubblicati e i link nelle biografie rimandano allo stesso account OnlyFans o canale Telegram. 

Il trend è partito dagli Stati Uniti ma ha raggiunto rapidamente anche l'Italia, abbiamo trovato infatti diversi profili che condividono contenuti in italiano, tra questi Marta Speciale, Ragazza Down o la sindromedigaia. I video sono tutti a sfondo sessuale, le didascalie più comuni sono: "Al tuo caz*o non interessa se ho la sindrome di Down", "La sindrome è Down ma so che hai qualcosa up", "La 104 non mi basta così ho aperto un canale Onlyfans". I post stanno raccogliendo migliaia di mi piace e visualizzazioni. É nata anche una community di Reddit, r/pussydownsyndrom per promuovere i contenuti.

Chi si nasconde dietro ai volti fake con sindrome di Down

I post reindirizzano gli utenti ad account OnlyFans, Fanvue o gruppi Telegram. Siamo entrati nei canali per capire come funzionano. Su Telegram è una classica chat erotica, vengono condivisi contenuti ammiccanti che spingono a contattare la creator privatamente per acquistare contenuti personalizzati. I gruppi oscillano tra i 1.000 e i 5.000 iscritti. Tutte le foto e i video però non mostrano ragazze con sindrome di Down, a differenza dei profili Instagram collegati al link.

Lo stesso modello viene replicato su OnlyFans. In diversi casi abbiamo notato che i link rimandavano allo stesso profilo sulla piattaforma. In diverse biografie sono comparsi anche collegamenti a Fanvue, una piattaforma simile a OnlyFans che sta emergendo grazie all’integrazione di contenuti generati dall’intelligenza artificiale.

INSTAGRAM | Uno degli account che sfrutta i filtri IA
INSTAGRAM | Uno degli account che sfrutta i filtri IA

Il caso è parte di un fenomeno molto più ampio: l'AI face swap. Con i nuovi strumenti di editing basati sull'intelligenza artificiale si sta sviluppando un nuovo mercato per il furto di identità. Basta una rapida ricerca per trovare un lungo elenco di piattaforme drag-and-drop in grado di modificare i volti in modo convincente in pochi secondi, senza bisogno di competenze avanzate. Volti e corpi che spesso vengono utilizzati per creare contenuti sessualmente espliciti.

Come ha spiegato Gianfranco Salbini, presidente di AIPD Associazione Italiana Persone Down a Fanpage.it: “Il mercato dell'immagine umana, quando non regolamentato, può diventare uno strumento diabolico di sfruttamento, soprattutto per le comunità più vulnerabili. In Italia, la legge prevede pene detentive da 1 a 5 anni per chi crea e diffonde contenuti deepfake che causano danni ingiusti. Tuttavia, la rapidità con cui queste tecnologie si evolvono richiede un costante aggiornamento delle normative e una maggiore consapevolezza da parte del pubblico. È fondamentale approfondire e diffondere queste informazioni, per proteggere le persone con disabilità e prevenire ulteriori abusi e raccomando la massima attenzione a tutte le famiglie".

TIKTOK | Uno dei volti modificati con i filtri IA
TIKTOK | Uno dei volti modificati con i filtri IA

Una nuova forma di discriminazione

Per le persone con sindrome di Down, questi account falsi rappresentano un nuovo livello di discriminazione. Come ha spiegato Fuga, "il fenomeno deepfake esiste da tempo, ora si stanno diffondendo profili di giovane donne con i tratti somatici delle persone con sindrome di Down. Lo consideriamo un abuso alla stessa stregua dei deepfake che riguardano donne senza sindrome di Down, ma anche un grave danno all'immaginario sulla persona con sindrome di Down: si distorce l’immaginario collettivo sulla persona con sindrome di Down, con effetti profondamente lesivi della sua dignità." 

Diversi influencer con sindrome di Down si raccontano sui social. Negli anni hanno raccolto sempre più follower utilizzando hashtag come #DownSyndrome e #DownSyndromeAwareness, gli stessi utilizzati dagli account fake. Abbiamo fatto una ricerca su Instagram e TikTok utilizzando le parole chiave e i contenuti creati con l'intelligenza artificiale, ora appaiono in cima nel feed, hanno superato i video divulgativi e gli account degli influencer affetti da sindrome di Down.

Da anni CoorDown promuove campagne e percorsi formativi per affermare il diritto delle persone con sindrome di Down a una vita affettiva e sessuale consapevole e libera. "I contenuti creati con questi filtri e falsi profili non riflettono la realtà delle persone con sindrome di Down, né le loro esperienze o i loro desideri. Al contrario, costruiscono un’immagine falsa, sessualizzata in modo distorto, che finisce per danneggiare proprio quelle battaglie che mirano a rompere il tabù della sessualità nelle persone con disabilità intellettiva", ha spiega Fuga a Fanpage.it. "Le tecnologie digitali devono essere messe al servizio dell’inclusione e del rispetto, non diventare strumenti di manipolazione e umiliazione. Chiediamo che le piattaforme si assumano la responsabilità di fermare questa deriva, dando dei segnali chiari e bloccando i profili."

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