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Non c’è amore senza spunta blu: Tinder vuole chiedere il passaporto per rendere le chat più sicure

L’applicazione di incontri ha annunciato l’introduzione in diversi Paesi di un nuovo sistema di verifica dell’identità degli iscritti. L’obiettivo è contrastare il catfishing ma restano ancora molti dubbi sulla sua efficacia.
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Chi ha usato le app di incontri anche una sola volta nella vita lo sa. Sei lì mentre chatti con una persona che ti sembra proprio il tuo tipo, eppure una domanda ti tormenta: "E se quello in foto non fosse davvero lui?". In realtà, non si tratta di dubbi ingiustificati, ma di un rischio reale: il "catfishing", ovvero la creazione di un'identità falsa da parte di una persona che rimane "nascosta" per ingannare o truffare la "vittima", è un fenomeno nato con i primi siti di chat online e poi esploso con l'arrivo dei social e delle app di dating.

Per porre un freno alle numerose "truffe sentimentali" che avvengono sui siti e app di incontro, Tinder ha annunciato una novità che dovrebbe garantire più sicurezza per gli utenti: l'introduzione in diversi Paesi di maggiori controlli dell'identità degli iscritti attraverso un sistema di verifica a più livelli: attraverso l'inserimento di un documento d'identità (passaporto o patente), la registrazione di un selfie, oppure entrambi le verifiche.

L'annuncio di Tinder

L'app di incontri ha spiegato che il nuovo sistema di verifica verrà introdotto su base volontaria per le persone residenti nel Regno Unito, Stati Uniti, Brasile e Messico. In realtà, lo stesso sistema era già stato introdotto in Australia e Nuova Zelanda nel 2023.

È però il caso di specificare che il nuovo meccanismo di verifica d'identità non verrà introdotto per tutti, ma solo per chi vorrà aderire su base volontaria. Le opzioni sono due: i volontari che effettuano l'autenticazione attraverso il selfie riceveranno un badge blu con l'icona della fotocamera, chi invece dimostra la propria identità con un documento riceverà il badge blu con l'icona dell'ID. Infine gli utenti che sceglieranno di aderire a entrambi gli step riceveranno una spunta blu.

In base ai primi dati ottenuti dall'esperienza in Australia e Nuova Zelanda, l'azienda ha dichiarato che gli utenti che hanno scelto di essere verificati hanno avuto molte più probabilità di ottenere una corrispondenza, con un aumento del 67% rispetto agli utenti non verificati.

Non è il primo tentativo per garantire maggiore sicurezza

In realtà sono anni che Tinder cerca di "rassicurare" i propri utenti sull'identità delle persone che potrebbero conoscere utilizzandola. Ad esempio, già nel 2020 l'applicazione aveva introdotto per gli utenti di diversi Paesi – tra cui l'Italia – la possibilità di verificare la propria foto profilo per ottenere la tanto desiderata "spunta blu".

Anche in quel caso l'obiettivo dichiarato era ridurre gli episodi di catfishing e anche allora si trattava di un'opzione volontaria ma, a differenza della novità appena annunciata, non consisteva in nessun modo in un controllo dell'identità dell'utente: i profili rimanevano legati unicamente all'indirizzo email e per iscriversi bastava il nome di battesimo (in teoria).

Ora, invece, l'introduzione della possibilità di presentare il documento d'identità potrebbe fornire qualche sicurezza in più, ma resta il limite importante che si tratta di una procedura su base volontaria, quindi non è affatto detto che saranno in molti ad effettuarla.

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