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It-Alert

No, non c’è nessuna fuga di radiazioni nucleari dalla Francia: cosa fare in caso di vero incidente

Alle 12:00 di oggi, 20 gennaio, nella città metropolitana di Torino sono cominciati i test di IT-Alert per i rischi specifici. Quello di oggi era sul rischio di un incidente nucleare. Ovviamente non c’è nessuna emergenza reale al momento ma la Protezione Civile ha già predisposto una guida da seguire in caso di nube radioattiva.
A cura di Valerio Berra
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“Ore 12: fuga di radiazioni nucleari dalla Francia”. Mentre IT-Alert, il sistema di allarme della Protezione Civile, effettuava il test nelle città metropolitana di Torino sui disastri nucleari, sui social e sui giornali si sono diffuse notizie non esattamente corrette. Chiariamolo subito: al momento non si registra nessuna fuga di radiazioni nucleari dalla Francia. Il messaggio che è arrivato nella città metropolitana di Torino fa parte della nuova campagna lanciata dalla Protezione Civile.

Dopo una serie di test regionali avviati nel 2023, ora è iniziata una fase in cui la notifica di IT-Alert verrà testata in zone molto più definite e per allerte più specifiche. Ovviamente collegate in qualche modo al disastro naturale di cui si parla. In Piemonte sarà difficile vedere un nuovo test sul pericolo maremoti, al netto di disastri ambientali per ora improbabili.

Perché a Torino c’è stato un test sugli incidenti nucleari

Con i suoi oltre 844.000 abitanti (dati Istat 2023), Torino è la città italiana più grande vicina ai confini di Francia e Svizzera. Il testo del messaggio ricevuto sullo smartphone alle 12:00 da chi abita nella Città Metropolitana di Torino si riferisce al rischio che un incidente nucleare si verifichi fuori dall’Italia. Nel nostro Paese le centrali nucleari sono state chiuse nel 1990 ma in Svizzera e Francia si sono al momento delle centrali nucleari attive.

Gli altri test saranno in diverse regioni nei prossimi giorni e riguarderanno altre due tipologie: Incidente rilevante in stabilimenti industriali e Collasso grandi dighe. Ovviamente saranno eseguiti in territori che ospitano impianti industriali o dighe. Nelle pagine dedicate a IT-Alert la protezione civile chiarisce che i test verranno fatti solo nei territori vicini a queste strutture.

Cosa succede e cosa fare quando c'è un incidente nucleare

Il portale della Protezione Civile offre una guida completa sulle procedure da seguire in caso di incidente nucleare. Le indicazioni sono abbastanza chiare e si dividono in due scenari: incidente nucleare entro 200 km dai confini nazionali e incidente nucleare oltre i 200 km dai confini nazionali. Nel secondo caso per i cittadini comuni non cambia molto, ci saranno solo misure per verificare le forniture di cibo e per proteggere campi e allevamenti.

Nel primo caso invece il problema più grande riguarda la nube radioattiva. La Protezione Civile raccomanda di seguire le indicazioni che verranno fornite dalle autorità ma anticipa una serie di misure che dovrebbero scattare immediatamente. La principale è quella di rimanere al chiuso durante il passaggio della nube: parliamo di circa 48 ore.

Cosa fare quando arriva la nube radiottiva:

  • Evitare qualsiasi sosta all’esterno
  • Portare al riparo le persone più vicine fisicamente
  • Non andare a prendere i bambini, se sono a scuola
  • Portare al riparo gli animali domestici
  • Se si deve uscire non lasciare parti del corpo scoperto e mettere la mascherina

Cosa fare per cibo e vestiti:

  • Non mangiare alimenti che sono esposti all’aria aperta ad esempio quelli di un orto domestico
  • Chiudere porte e finestre
  • Spegnere tutti gli impianti con prese d’aria esterne
  • Chiudere i camini
  • Spostarsi, se possibile, in un locale seminterrato
  • Usare il telefono solo in casa di necessitàSe si esce, cambiare i vestiti e lasciarli in un sacchetto di plastica da lasciare in una stanza separata
  • Se si esce, fare subito una doccia

Nei giorni dopo il passaggio della nube radioattiva la Protezione Civile raccomanda di seguire le indicazioni delle autorità per il consumo di acqua potabile dalla rete idrica, per il latte e soprattutto per la iodoprofilassi. Negli incidenti più gravi è possibile infatti che venga deciso di distribuire compresse di ioduro di potassio alla popolazione.

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