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Intelligenza artificiale (IA)

Nella Silicon Valley c’è qualcuno che sta lavorando per far tornare Cristo: ovviamente con l’IA

Un nuovo cristianesimo tecnologico sta nascendo nella Silicon Valley: tra intelligenza artificiale, piattaforme digitali e reti politiche conservatrici. Patrick Gelsinger e altri leader del tech cercano di fondere fede e innovazione, tra opportunità e grandi paradossi morali.
A cura di Elisabetta Rosso
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La Silicon Valley è stata il regno della secolarizzazione. Tra i laboratori di San Jose e le torri di Palo Alto, il progresso tecnologico è rimasto per decenni l'unica religione ammessa. Eppure, in questo universo dominato dal razionalismo, la fede sta tornando dove meno ce lo aspettavano: nei codici dell’intelligenza artificiale. Ci troviamo di fronte a nuovi missionari tecnologici, e il caso più emblematico è Patrick Gelsinger, ex amministratore delegato di Intel. Dopo aver segnato la storia dei semiconduttori ora ha un nuovo obiettivo: fondere fede e intelligenza artificiale.

A marzo 2025, tre mesi dopo aver lasciato Intel, Gelsinger ha cominciato a lavorare per Gloo, una società che si presenta come “la piattaforma tecnologica per l’ecosistema della fede”. Il grande piano è automatizzare parte del lavoro pastorale grazie all'intelligenza artificiale: dai chatbot che rispondono alle preghiere via messaggio agli assistenti digitali per la gestione delle attività parrocchiali. Non solo, come riportato dal Guardian, Gelsinger vuole portare i principi cristiani nella Silicon Valley e influenzare le politiche sull’AI a Washington. “Voglio costruire una tecnologia che migliori la vita umana e acceleri il ritorno di Cristo”.

La Silicon Valley riscopre Dio

Gelsinger non è un caso isolato. Negli ultimi anni infatti la Silicon Valley si è avvicinata alla fede cristiana, o per lo meno a un immaginario cattolico più o meno legato alla fede. Pensiamo per esempio a Peter Thiel, che ha più volte evocato l’idea di un Anticristo in arrivo, a Katherine Boyle, partner del fondo Andreessen Horowitz e amica del vicepresidente americano JD Vance, simbolo del nuovo conservatorismo tech.

Persino Elon Musk ha dichiarato di essere “un grande sostenitore dei principi del cristianesimo”. Su X, ha scritto: “L’ateismo ha lasciato un vuoto, la religione laica ne ha preso il posto. Forse la religione non è poi così male, se ti impedisce di essere triste.” Gelsinger, ora punta a “evangelizzare” l’area di San Francisco, diventando così il volto di questa fusione tra fede e innovazione.

La rinascita religiosa nella Silicon Valley si accompagna a un evidente spostamento a destra nel panorama tecnologico. Negli ultimi anni, diversi miliardari del settore hanno espresso simpatia per Donald Trump, contribuendo anche con ingenti donazioni alle sue campagne. Nel nuovo intreccio tra fede e innovazione, molti protagonisti tech si mostrano critici verso il progressismo californiano e più vicini a un conservatorismo di stampo cristiano.

La nuova macchina della fede

Durante un seminario organizzato da Gloo a inizio ottobre Gelsinger ha definito lo sviluppo dell’intelligenza artificiale “un altro momento Gutenberg”, paragonandolo alla rivoluzione culturale seguita alla stampa di Martin Lutero.“Allora la Chiesa seppe abbracciare la tecnologia e cambiò l’umanità,” ha detto. “La domanda è: oggi sapremo fare lo stesso con l’intelligenza artificiale?” Nella sua visione, l’AI può diventare “l’incarnazione digitale della Chiesa”, uno strumento per diffondere la parola di Dio e sostenere le comunità religiose nel mondo. Gloo ha un fondo di oltre 110 milioni di dollari per espandere il progetto.

Tra i progetti principali c'una piattaforma open source per collegare app religiose con software laici, pensata per favorire la collaborazione tra comunità diverse. Gloo ha anche lanciato Flourishing AI, un sistema che valuta i grandi modelli linguistici (come GPT-4.1, DeepSeek-R1 e Grok 3) in base al loro impatto sul benessere psicologico e spirituale. "Non stiamo cercando di assumere una posizione teologica: stiamo costruendo una piattaforma tecnologica e poi offrendo una capacità di personalizzazione sufficiente affinché i luterani, gli episcopaliani, i cattolici e le Assemblee di Dio possano usarla", ha spiegato Gelsinger al Guardian.

La rete di Gelsinger intreccia politica e tecnologia, e infatti ha raccontato di aver presentato il progetto a gruppi di pressione legale e a membri del Congresso (senza nominarli), alcuni dei quali — dice — sarebbero interessati a utilizzare i prodotti di Gloo nelle proprie chiese. Non solo, Gelsinger vuole coinvolgere anche i giganti tech della Silicon Valley. “Voglio che anche Zuck ci creda,” ha detto, riferendosi a Mark Zuckerberg.

Il paradosso del cristianesimo tech

Il caso Patrick Gelsinger rappresenta un fenomeno più ampio, che però si trova di fronte a un grande paradosso. Come ha spiegato Anne Foerst, teologa e informatica presso la St. Bonaventure University di New York, al New York Times: "Quando si guarda alla Bibbia, si capisce che si tratta di sostenere i poveri, aiutare gli altri, accogliere lo straniero", una visione piuttosto lontana da quella della Silicon Valley.

C'è da dire che il cristianesimo americano, soprattutto nelle sue forme più mediatiche, tende spesso a generare pratiche di fede lontane dal messaggio originario del Vangelo. Come osserva Elizabeth Bruenig su The Atlantic, la religione negli Stati Uniti è sempre più intrecciata con la cultura del successo personale e dell’autorealizzazione, trasformandosi in uno strumento per giustificare il privilegio anziché per metterlo in discussione.

Basta pensare ai predicatori del “vangelo della prosperità”, che promettono benessere economico come ricompensa per la rettitudine morale — uno di loro è stato persino nominato da Donald Trump a capo di un nuovo ufficio per la fede. Pur richiamandosi alla tradizione cristiana, questa visione finisce per esaltare l’individualismo e il culto del denaro più che la solidarietà. Allo stesso modo, la nascente forma di cristianesimo tecno-libertario che si affaccia nella Silicon Valley sembra condividere lo stesso limite: un’idea di fede piegata all’efficienza, al successo e al potere tecnologico, più che alla compassione e alla giustizia.

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