47 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Nei primi sei mesi del 2022 in Italia ci sono stati 780 mila furti di dati sul web

La crescita è netta. Rispetto all’ultimo semestre del 2022 le segnalazioni di furti di dati sono aumentate del 44,1%
A cura di Elisabetta Rosso
47 CONDIVISIONI
Immagine

L’Italia è il 14° Paese al mondo per dati rubati e diffusi nel dark web. Lo rivela l’ultima ricerca dell'Osservatorio Cyber di Crif. Password deboli, utenti ingenui, c’è ancora poca consapevolezza sui rischi connessi alle truffe di dati online. Gli esperti di Crif, azienda che si occupa di informazioni creditizie e di business information, hanno evidenziato oltre 780 mila segnalazioni di furti nella prima metà del 2022. C’è una crescita del 44,1% rispetto al semestre precedente.

Le regioni più colpite sono il Lazio (21,5%), la Lombardia (13,4%) e la Campania (7,8%). La provincia di Roma da sola arriva a coprire il 18,8% dei casi totali, seguita da Milano (5,8%), Napoli (5,0%) e Torino (4,1%). La maggior parte dei profili violati riguardano account di posta elettronica (27,0%) e siti di intrattenimento (21,0%).

"I dati dell'Osservatorio cyber ci fanno riflettere sui rischi relativi alla circolazione dei nostri dati online" afferma Beatrice Rubini, Executive Director di Crif. "In particolare, i dati di contatto diventano sempre più appetibili per i frodatori, rendendo possibili truffe e furti di identità". Le password restano tra le informazioni più a rischio.

Come riconoscere una password debole

Le chiavi di accesso banali semplificano il lavoro agli hacker. Il livello di vulnerabilità degli account dipende soprattutto da password comuni. Le ricerche di Crif mostrano come spesso gli utenti usino combinazioni di numeri e lettere poco articolate, “123456”, seguita da “123456789” e “password”, sono in testa alla classifica. Ci sono poi le squadre di calcio "Juventus", “Napoli”, e i nomi più comuni come “andrea", "francesco" e "alessandro".

Un altro fattore di rischio è il numero di telefono associato alla password (33,7% dei casi). Una combinazione che attira i frodatori per i tentativi di Smishing o SIM Swapping. Secondo l’indagine, le fasce di popolazione maggiormente colpite sono quelle dei 41-50enni (26,2%), seguita dai 51-60enni (25,5%) e dagli over 60 (25,5%).

Perchè vengono rubati i dati

Le credenziali rubate possono essere utilizzate per entrare negli account delle vittime e utilizzare servizi in modo abusivo. Ma anche per spedire e-mail con richieste di denaro o link di phishing, inviare malware o ransomware per estorcere o rubare denaro. “I dati dell’Osservatorio cyber ci fanno riflettere sui rischi relativi alla circolazione dei nostri dati online", ha spiegato Rubini. "In particolare, i dati di contatto diventano sempre più appetibili per i frodatori, rendendo possibili truffe e furti di identità. Se i criminali riescono ad entrare in possesso di molteplici dati personali che aiutano a completare il profilo della vittima, riescono a progettare meglio gli attacchi, sfruttando anche tecniche di social engineering. Sappiamo infatti che spesso gli attacchi sono perpetrati attraverso email o sms di phishing sempre più mirati e personalizzati”.

Sarebbe necessario creare maggiore consapecolezza. “Bisogna prestare particolare attenzione alle e-mail e ai messaggi che riceviamo ogni giorno, allenandosi a riconoscere i tentativi di truffe e phishing”, ha detto Rubini “È importante non cliccare sui link contenuti nelle email o negli SMS sospetti, e soprattutto non rispondere fornendo dati personali a messaggi apparentemente inviati dalla nostra banca o da un’altra azienda, controllando sempre il numero di telefono o l’indirizzo email del mittente. Inoltre, è necessario imparare a gestire correttamente i nostri account, in particolare i servizi di posta elettronica, che custodiscono informazioni e documenti preziosi per i criminali”.

Come riconoscere un tentativo di phishing

Di solito le email, o i messaggi, di phishing hanno un tono allarmistico. Per esempio: “Se non rispondi, il tuo account verrà chiuso in 48 ore”. Nel caso della posta elettronica, vengono inviati in blocco, quindi nella barra riservata ai destinatari non compare alcun indirizzo email. Inoltre non bisogna condividere i propri dati sensibili con una terza parte. Le compagnie ufficiali non chiedono mai informazioni del genere via email. Questo è un altro campanello d’allarme per riconoscere un tentativo di truffa online.

47 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views