“Mi sono fatta tatuare da un robot”: Giulia racconta il suo primo tatuaggio senza umani

Giulia Eghtlines è una tatuatrice. Ha uno stile di disegno essenziale, usa molto soggetti botanici, tatua con linee fini, nere e delicate. Lavora tra Milano e New York. Nel suo ultimo video pubblicato su Instagram ha mostrato come ha realizzato il suo nuovo tatuaggio. O meglio. Chi lo ha realizzato.
Giulia ha disegnato il soggetto. Un fascio di linee che forma una stelo da cui spunta una foglia. A tatuarlo è stata Aero, una macchina robotica che è in grado di tatuare la pelle umana. Aero è in servizio allo studio Bang Bang di New York, dove lavora anche Giulia. I prezzi non sono specificati ma dal sito non sembrano teneri. Tutti i tatuaggi dello studio partono da 500 dollari.
Come funziona Aero, il tatuatore robotico
Le meccaniche con cui Aero lavora sono simili a quelle di una stampante 3D. Con una variante. Le stampanti 3D costruiscono su una superficie regolare. Piani inclinati o cedevoli rischiano di ingannare i sensori e portare fuori strada le parti meccaniche. Aero deve lavorare invece su superfici che sono irregolari e cambiano anche di consistenza. Lo specifichiamo. Serve comunque un operatore per far funzionare la macchina.
Aero quindi prima deve studiare la superficie su cui dovrà tatuare. Nel video vediamo che c’è una prima fase in cui Aero analizza l’avambraccio di Giulia. Solo a questo punto inizia il tatuaggio: viene fatto con un ago che entra ed esce dalla pelle. Qui il procedimento non è molto diverso da quello delle macchinette. La differenza è nello stancil: invece di avere solo delle linea ha una struttura più complessa di punti per guidare il braccio meccanico.

Come è stato creato Aero: la startup Blackdot
Secondo il suo reparto marketing, Aero è la prima macchina robotica per tatuaggi in commercio. A inizio luglio la sua storia è finita anche sul The Wall Street Journal che ha raccontato la storia della sua nascita. Aero è stato prodotto dalla startup Blackdot che per crearlo ha raccolto fondi per 7 milioni di dollari.
Il fondatore Joel Pennington ha umilmente collegato la sua creatura all’invenzione della stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg: “Ci sono persone che si stanno chiedendo se la tecnologia debba entrare anche nell’industria dei tatuaggi. Ma questo è successo anche quando Gutenberg ha inventato la stampa e tutti pensavano che i libri potessero essere scritti solo a mano”.
