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L’ex spia Edward Snowden parla dieci anni dopo: “La sorveglianza di oggi fa più paura”

C’è un prima e un dopo Snowden, il whistleblower ha puntano i riflettori sulle violazioni della privacy rivelando migliaia di documenti top secret. Ora, dopo dieci anni dalla sua testimonianza, racconta i rischi contemporanei, dall’intelligenza artificiale al riconoscimento biometrico.
A cura di Elisabetta Rosso
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Giugno 2013, cambia la nostra percezione del web. Edward Snowden chiuso in una stanza di Hong Kong apre il vaso di Pandora. Mostra a tre giornalisti, Glenn Greenwald, Laura Poitras, e Ewen MacAskill, migliaia di documenti segreti della NSA (National Security Agency), dove aveva lavorato. Prima Snowden ha fatto parte della Cia, e lungo la sua carriera ha visto da dentro tutto il marcio dei servizi di intelligence, ha visto gli occhi dietro le telecamere e ha deciso di denuciare la sorveglianza di massa "per informare il pubblico su ciò che viene fatto in loro nome e quello che è fatto contro di loro". Dieci anni dopo, che sono un'eternità in ambito tecnologico, decide di parlare di nuovo, e in un'intervista al Guardian con Ewen MacAskill (che aveva raccolto la sua testimonianza a Hong Kong) racconta il mondo di oggi, fatto di riconoscimenti biometrici, intelligenza artificiale, e sistemi di sorveglianza "che fanno sembrare un gioco da ragazzi quelli del 2013", dice.

"Non ho nessun rimpianto" spiega Snowden, nonostante sia esiliato da dieci anni in Russia, "ma sono preoccupato per le incursioni nella privacy sia nel mondo fisico, sia digitale". La Storia si ripete, ma gli strumenti sono più avanzati, performanti e intrusivi. “Ci siamo fidati del governo e non pensavamo potesse fregarci. Ma lo hanno fatto. Abbiamo creduto che le aziende tecnologiche non si approfittassero di noi. Ma lo hanno fatto. Succederà di nuovo, perché questa è la natura del potere”. Eppure Snowden ha messo un freno all'uso barbaro dei dati sensibili. Non è che prima nessuno si occupasse di sicurezza digitale, c'erano i collettivi, gli attivisti, i gruppi di hacker clandestini, ma con la testimonianza di Snowden il tema della sorveglianza diventa un problema diffuso. Non più limitato a una cricca di esperti, ma un peccato sociale, etico e politico. Che riguarda tutti.

Il commento sulla tecnologia di oggi

"La tecnologia è diventata enormemente influente", ha detto Snowden. “Se pensiamo a ciò che abbiamo visto nel 2013 e alle capacità dei governi di oggi, il 2013 sembra un gioco da ragazzi”, non solo il governo, o le Big Tech, Snowden punta il dito anche contro le telecamere di videosorveglianza sul mercato, al riconoscimento facciale e all'intelligenza artificiale, cita anche lo spyware Pegasus utilizzato contro i dissidenti e giornalisti. Ora i mezzi per mettere in piedi qualcosa che assomigli al Grande Fratello ci sono, come spiega Snowden, i progressi tecnologici stanno corrodendo la privacy, per questo è ancora più importante tracciare i limiti per proteggere la sfera privata. E non ci si può affidare ai governi o alle Big Tech, hanno altre priorità da difendere e interessi da seguire. Non l'hanno fatto prima, non lo faranno adesso, dice.

Ma ci sono stati dei passi avanti, e per Snowden la diffusione della crittografia end-to-end è una delle eredità positive della fughe di notizie. Le Big Tech infatti quando hanno scoperto che l'NSA sfruttava le vulnerabilità backdoor per rubare le informazioni degli utenti, si sono precipitate a implementare la crittografia end-to-end, che "era un sogno irrealizzabile nel 2013, quando la storia è scoppiata", ha detto Snowden. “Un'enorme frazione del traffico Internet globale viaggiava elettronicamente nuda. Ora, è uno spettacolo raro."

Lo Snowden Effect

"Non ho rimpianti". Ritorna a ricordare così il 2013. L'anno dove è caduto il velo che copriva la sorveglianza, e i documenti segreti sono diventati la prova di come sia semplice entrare nella vita degli altri senza chiedere permesso. “L'idea che dopo le rivelazioni del 2013 ci sarebbero stati arcobaleni e unicorni il giorno successivo non è realistica. È un processo continuo. E dovremo lavorarci per il resto della nostra vita e per la vita dei nostri figli e oltre”. Ma rimane comunque un'eredità. C'è un prima e un dopo giugno 2013. C'è un prima e dopo Snowden.

Da quel momento privacy e gestione dei dati sono entrati in modo prepotente nel dibattito pubblico. Se oggi l'intelligenza artificiale ha sollevato un polverone tra divieti, richieste di consensi e trattamento dei dai personali è anche grazie a Snowden. Le scelte del GDPR europeo, le multe alle Big Tech, le inchieste per capire dove finiscono e come vengono trattate le informazioni degli utenti, il blocco di ChatGPT da parte del garante della Privacy italiana, le lotte contro il riconoscimento biometrico, le telecamere per le strade, i pregiudizi dei sistemi di sorveglianza, sono tutte in un certo modo figlie di quello che viene chiamato "Snowden Effect"

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