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La storia della setta cattolica che compra i dati su Grindr per perseguitare i preti omosessuali

Secondo un’inchiesta del Washington Post l’organizzazione Catholic Laity ha speso 4 milioni di dollari per tracciare i sacerdoti. Il caso mette a nudo una nuova frontiera della sorveglianza che usa i dati sessuali per punire.
A cura di Elisabetta Rosso
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Discriminazione, leggi sulla privacy inesistenti, compravendita di dati personali, sono le condizioni di esistenza per una caccia alle streghe 2.0. Succede a Denver, un’organizzazione no profit cattolica investe 4 milioni di dollari per acquisire informazioni, dal 2018 al 2021 setaccia Grindr, Growlr, Scruff, Jack'da, OkCupid in cerca di preti omosessuali. A manovrare le fila del gruppo, il Catholic Laity and Clergy for Renewal, sono una manciata di filantropi, Mark Bauman, John Martin e Tim Reichert. Il Washington Post ha recuperato le registrazioni delle riunioni a porte chiuse dell’organizzazione e ha raccolto documenti e registri pubblici.

Sono riusciti a mettere in atto una sorveglianza armata incrociando dispositivi, posizioni e provider. Le app di incontri infatti utilizzano la geolocalizzazione in tempo reale per mostrare potenziali match nelle vicinanze. Si può inserire una distanza massima come filtro nella ricerca. Qui entra in gioco il gruppo dei cacciatori cattolici. Hanno comprato ID, servizi internet, mappato gli spostamenti e poi si sono concentrati sui quei profili che si sono connessi a un edificio ecclesiastico, una canonica, o un seminario, incrociando le informazioni pubbliche con i dati recuperati dalle app di incontri. Come ha scritto un membro del gruppo sul sito First Things, la persecuzione dei preti omosessuali è un modo per "amare la Chiesa e aiutare la Chiesa a essere santa, con tutti gli strumenti che le potevano essere forniti".

La storia di Jeffrey Burrill

Il caso Catholic Laity and Clergy for Renewal mette a nudo la nuova frontiera della sorveglianza, fatta di cittadini che possono comprare informazioni private. Non c’è alcuna legislazione che lo vieti, e questo ha reso possibile a un’organizzazione cattolica di iniziare una persecuzione. Come si legge nei documenti raccolti, i dati hanno dato il “potere alla Chiesa di svolgere la sua missione” fornendo ai vescovi “risorse basate su prove” per identificare i punti deboli nel circuito dei sacerdoti.

Non è la prima volta. Nel 2021 un prete, Jeffrey Burrill, è stato monitorato da un’organizzazione rimasta anonima. Il metodo usato è lo stesso, attraverso le informazioni di Grindr Burril è stato seguito passo passo. Secondo i dati raccolti aveva frequentato per un periodo di tempo un bar gay. L’informazione è trapelata e dopo un outing forzato, Burrill si è dimesso. Come spiega il Post, l’organizzazione anonima in questione sembra essere proprio la Catholic Laity. Il precedente rivela quindi un'organizzazione strutturata che da anni porta avanti una persecuzione seriale contro gli omosessuali vicini alla Chiesa.

Come funziona Catholic Laity

L'organizzazione no profit è stata creata per "sostenere l'impegno del clero cattolico romano a vivere gli insegnamenti della chiesa", come si legge nella sua dichiarazione dei redditi del 2019. Il suo scopo è “lavorare sistematicamente con vescovi, sacerdoti, religiosi e seminaristi per fornire ai vescovi risorse basate sull'evidenza che consentano loro di giudicare efficacemente e sostenere pratiche di formazione di qualità".

Secondo l'inchiesta del Washington Post, al timone c’è John Martin, co fondatore di Catholic Laity, ma anche  uno dei più grandi produttori di gas naturale negli Stati Uniti occidentali, la McMurry Oil Co, che da anni porta avanti campagne contro l’aborto, la povertà e finanzia centri per l’educazione religiosa. Al suo fianco Tim Reichert, fondatore della società di consulenza Economics Partner, che ha corso senza successo per il Congresso l'anno scorso per l’ala repubblicana. Infine Mark Bauman, ex dirigente di una società di intrattenimento, ora presidente del consiglio di Christ in the City, un’organizzazione per formare missionari.

La risposta di Grindr

Il portavoce di Grindr, Patrick Lenihan, non ha reagito bene. “Siamo infuriati per le azioni di questi vigilantes anti-LGBTQ. Grindr ha continuato a spingere l'industria tenendo fuori dall'ecosistema della pubblicità attori pericolosi, in particolare per la comunità LGBTQ. Tutto ciò che quel gruppo sta facendo è ferire le persone”. Ha anche spiegato che Catholic Laity non può aver raccolto i dati degli utenti, almeno non nel modo in cui dice, dato che nel 2020 sono state apportate modifiche per rendere più sicura l’app.

Grindr, però, come la maggior parte delle app collabora con agenzie specializzate per indirizzare annunci e pubblicità, è quindi possibile che nelle lunghissima catena di scambi di dati, si siano infilati hacker in grado di intercettare le informazioni impacchettate per i servizi di vendita. Ad ogni modo l’assenza di un quadro legislativo per tutelare le informazioni, soprattutto quelle sessuali, degli utenti rimane un vuoto da colmare.

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