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La Francia vieta Netflix e Candy Crush sui telefoni dei dipendenti pubblici, il motivo non è così scontato

Nelle ultime settimane abbiamo sentito più volte di governi che hanno vietato TikTok dagli smartphone di istituzioni pubbliche. La Francia non si è fermata alla piattaforma sviluppata in Cina ma ha esteso il divieto a una lunga serie di app.
A cura di Valerio Berra
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In Italia una norma del genere ricorda altri tempi, quando nel 2008 il ministero della Pubblica Amministrazione guidato da Renato Brunetta aver intrapreso una campagna contro i fannulloni. Mentre si confronta con una serie di manifestazioni contro la riforma delle pensioni, il governo di Emmanuel Macron ha deciso anche di togliere dagli smartphone di 2,5 milioni di dipendenti pubblici una serie di app fra cui Netflix, Instagram, Candy Crush e Twitter.

Non solo. Sulla linea di quello che hanno deciso altri Paesi Europei come il Regno Unito, il Belgio o la Norvegia, Parigi ha anche scelto una serie di limitazioni per TikTok. Il provvedimento riguarderà circa 2,5 milioni di persone impiegate nella pubblica amministrazione. La produttività però non c’entra niente, non è questo il motivo all’origine del divieto.

I problemi di sicurezza delle app dedicate all’intrattenimento

Il ministro della funzione pubblica Stanislas Guerini ha spiegato che i livelli di sicurezza offerte da queste app sono troppo bassi: “Le applicazioni dedicate all'intrattenimento non forniscono livelli sufficienti di sicurezza informatica e protezione dei dati da implementare sugli strumenti digitali dell’amministrazione”. Le uniche eccezioni saranno per la “comunicazione istituzionale”. Ad esempio, i social media manager degli enti pubblici continueranno a usare le app social sul loro smartphone.

La Cina è pericolosa come gli Stati Uniti?

La scelta della Francia è diversa da quella dei Paesi che hanno voluto vietare TikTok. E porta il livello dell’attenzione sulla sicurezza delle applicazioni a un passaggio in più. Il ban di Parigi infatti  si muove anche contro app che hanno il loro quartier generale negli Stati Uniti. I segnali sono due: il primo è che la regolamentazione degli Stati occidentali sta diventando più stringente, il secondo è che il dibattito sulla sicurezza aperto per il caso TikTok potrebbe allargarsi anche ad altre app. Tutto questo comincia a gettare qualche ombra sul mercato delle app: si arriverà a nuove norme sulla sicurezza oppure ogni Stato continuerà a vietare le app che non ritiene più gradite?

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