La fine della Bestia: perché la macchina social di Matteo Salvini si è inceppata

Matteo Salvini era arrivato prima degli altri. In Italia è stato il primo politico a sfruttare i social network in maniera massiccia. Foto, post, dirette. Centinaia di contenuti riversati ovunque. Facebook prima di tutto ma anche Twitter, quando ancora aveva un peso, Instagram e ovviamente TikTok. Il 12 novembre 2019 è stato il primo politico italiano, almeno tra quelli di alto profilo, ad aprire un account sul social network cinese. Due anni dopo sono arrivati tutti gli altri.
Uno strapotere che ha contribuito alla stagione d’oro dei consensi. Alle Europee del 2019 la Lega superava il 34% e Fratelli d’Italia festeggiava la crescita al 6,5%. La macchina social di Salvini veniva chiamata La Bestia. Numeri poderosi. Milioni di follower, migliaia di like, fiumi di commenti. Il suo direttore era Luca Morisi, guru dei social uscito dallo staff della Lega dopo uno scandalo di droga ed escort.
Ora però sembra che la macchina abbia cominciato a incepparsi. La pagina Instagram Liberi Network ha pubblicato qualche dato sull’andamento dei social di Matteo Salvini in confronto agli altri due leader di partito del centro destra: Giorgia Meloni e Antonio Tajani. I dati sono interessanti ma vanno presi con qualche premessa.
Quanto vale un follower: i dati dei leader di partito
Secondo i dati pubblicati da We Are Social nel febbraio 2025, in Italia il 70% della popolazione utilizza le piattaforme. Le più usate, al netto di WhatsApp, sono Facebook e Instagram. I follower però non sono materia infinita. Su Facebook il profilo di Matteo Salvini ha già raggiunto 5 milioni di follower. Salire ancora è difficile. O meglio. È più difficile rispetto a Antonio Tajani che invece è a 138.000 follower. O per Giorgia Meloni, 3,7 milioni di follower.
Molto diverso il caso di Instagram. Qui Matteo Salvini ha 2,4 milioni di follower. Meloni lo doppia: 4,8 milioni. Parlando solo di leader di partito, Salvini è il secondo più seguito in Italia. Giuseppe Conte ha 1,8 milioni di follower. Elly Schlein si ferma a 435.000. Matteo Renzi a 332.000. Carlo Calenda a 184.000. Antonio Tajani a 90.000. Le percentuali di crescita pesano in modo diverso a seconda delle basi da cui si parte.
L’analisi sul profilo di Matteo Salvini
L’analisi è stata fatta sui dati che vanno da gennaio 2025 a ottobre 2025. In circa 10 mesi il numero di follower su Instagram di Giorgia Meloni è cresciuto del 32%. Matteo Salvini del 4,5%. E questo nonostante una presenza abbastanza ingombrante. Salvini in dieci mesi ha pubblicato 1.221 post su Instagram e 1.311 su Facebook. Molti, immaginiamo, sono repliche. Meloni si è fermata a 374 su Instagram e 338 su Facebook.
Oltre ai follower c’è un altro dato che è importante: le interazioni. Qui teniamo il confronto tra Salvini e Meloni perché l’account Instagram di Tajani è su un altro ordine di grandezza. Il tasso di interazioni misura like e commenti rispetto al numero di follower. Per Meloni è 2,2%, per Salvini 0,79%. E questo nonostante Salvini abbia la metà dei follower.
Basta fare un giro sul suo profilo per vedere che la reach dei post non è più performante. La maggior parte dei post si aggira tra 5.000 e 25.000 like. Ovviamente con qualche picco. Salvini alterna suoi interventi con video di cronaca, voci di persone che rilancia o video virali. Guardando i dati di oggi, nel mese di ottobre il post con più like è un video in cui attacca lo sciopero organizzato il 3 ottobre a sostegno della popolazione di Gaza: 114.000 like. Il post di Meloni difficilmente scendono sotto i 30.000 like.