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La Camera approva la legge contro il pezzotto: “Siti oscurati in pochi minuti, facciamo sul serio”

Secondo le stime più recenti il numero di persone in Italia che sfruttano il “pezzotto” per vedere piattaforme a pagamento è arrivato a 5 milioni. Oltre il costo del decoder c’è poi da pagare un abbonamento mensile attorno ai 12 euro.
A cura di Valerio Berra
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Siti oscurati in massimo 30 minuti dall’inizio delle trasmissioni illegali. La nuova legge approvata dalla Camera dei Deputati (252 voti a favore e nessun contrario) contro il pezzetto ha un obiettivo ambizioso: affondare tutti i servizi illegali di streaming puntando a colpirli sul versante tecnico. La strada è quella di "disabilitare la risoluzione DNS dei nomi di dominio" appena cominciano a trasmettere i contenuti di una piattaforma. La guerra è contro lo strumento ormai noto come “pezzotto”, di fatto un dispositivo che sfrutta il sistema Box Android per collegare il proprio televisore una una serie di canali che trasmettono in streaming contenuti a pagamento.

Nelle “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica” approvate alla Camera si leggono tutti i dettagli della proposta. L’ente principale che dovrà occuparsi di questa battaglia sarà AgCom, l’Autorità per le Garanzie nella Comunicazioni. A supportarlo però ci sarà anche l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che dopo le dimissioni di Roberto Baldoni ora è guidata dall'ex prefetto Bruno Frattasi.

Le piattaforme sono coinvolte nella guerra al pezzotto

Il primo firmatario della proposte di legge Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati di Fratelli d’Italia. Negli ultimi giorni è tornato sulle pagine di giornale per le sue parole sulla gestazione per altri che ha definito “un reato grave, più grave della pedofilia”. Come riporta Repubblica, Mollicone ha chiarito che questa proposta di legge non riguarderà solo il calcio: “Questa legge è per i cinema, i produttori, gli autori, i musicisti, l’editoria giornalistica”.

Il pezzotto è noto per il calcio ma i suoi servizi si estendo anche alle piattaforme di streaming che si occupano di film, documentari, programmi di intrattenimento e serie tv. La formula è sempre la stessa. C’è un costo iniziale per il Box Android e poi un abbonamento da pagare ogni mese per mantenere l’accesso.

I costi variano ma in linea di massima si aggirano a circa 12 euro al mese, molto meno della somma di tutte le piattaforme a pagamento a cui permette l’accesso. Non ci sono dati certificati sul numero di persone che lo utilizzano ma diverse stime parlano di 5 milioni di persone.

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