Il tuo capo ti sta spiando? Il caso Microsoft Teams e i software che ti controllano mentre sei al lavoro

Nel 1791, il filosofo inglese Jeremy Bentham immaginò una prigione perfetta. Al centro, una torre di guardia, tutt’intorno, celle disposte in cerchio. Il custode può vedere tutto, ma i detenuti non sanno mai se sono osservati, il controllore sulla torre di guardia è infatti invisibile. Bentham chiamò quella struttura Panopticon: “Il luogo dove tutto si vede”. Ogni volta che una nuova tecnologia di sorveglianza viene integrata nel mercato del lavoro mi torna in mente il Panopticon. L'ultimo caso riguarda Microsoft Teams. Ha aggiunto una nuova funzione che, a partire da dicembre 2025, sarà in grado di rilevare automaticamente quando un lavoratore entra o esce dall’ufficio grazie al collegamento alla rete Wi-Fi aziendale.
Non è un caso isolato. Negli ultimi anni, il “monitoraggio dei dipendenti” ha superato la semplice timbratura o controllo degli accessi per entrare in uno spazio fisico. La digitalizzazione del lavoro e le nuove tecnologie hanno dato forma a una sorveglianza su larga scala: software che monitorano applicazioni, tasti premuti, screenshot, GPS nei dispositivi mobili, analisi degli strumenti di intelligenza artificiale per valutare non solo “quanto” ma anche “come” si lavora.
Il nuovo sistema di controllo su Microsoft Teams
Nel telelavoro, l’uso di applicazioni che calcolano la produttività o misurano il tempo davanti allo schermo è divenuto una prassi. I metodi sono diversi, dal tracciamento del mouse, all’accumulo di punti su tabelloni elettronici, oppure app che registrano i movimenti e scattano foto a sorpresa. Partiamo dall'ultima novità: la funzione integrata su Microsoft Teams. Semplificando, Teams aggiornerà in tempo reale lo stato dell’utente (“in ufficio”, “da remoto” o “fuori sede”) in base alla connessione al Wi-Fi dell’azienda. Una volta che il dispositivo si disconnette, l’applicazione la segnalerà come "fuori dall’edificio".
Secondo quanto riportato sulla Microsoft 365 Roadmap, la funzione sarà disattivata di default. Saranno tuttavia gli amministratori di sistema — i cosiddetti tenant admins — a poterla attivare e a decidere se renderla obbligatoria o meno per i dipendenti. Ciò significa che, in alcune aziende, i lavoratori potrebbero non avere molta scelta.
La nuova funzione di Teams si inserisce in un contesto più ampio in cui le grandi piattaforme, come Slack, Google Workspace e Zoom, stanno ampliando le proprie capacità di analisi e monitoraggio “per migliorare l’efficienza organizzativa”, dicono.
Il mercato in crescita della sorveglianza: come vengono monitorati i dipendenti
La politica del controllo è diventata più stringente con il ritorno in ufficio post Covid-19. Le aziende hanno adottato metodi diversi per controllare i dipendenti. Il New York Times nel 2022 segnalato che otto grandi aziende private su dieci controllano la produttività dei loro dipendenti. Parallelamente il mercato dei sistemi di sorveglianza è in crescita.
"I manager sono sempre più interessati a usare software per monitorare i tasti premuti dai dipendenti, le attività e l'attenzione in nuovi modi", ha spiegato alla Bbc Karen Levy, professoressa associata presso il Dipartimento di Scienze dell'Informazione della Cornell University, negli Stati Uniti ed esperta di sorveglianza sul posto di lavoro. "I datori hanno anche più possibilità ora di spiare i dipendenti, quasi tutte le comunicazioni avvengono infatti su canali digitali e non faccia a faccia".
Ci sono aziende che hanno installato orologi in grado di scansionare le impronte digitali dei dipendenti per registrarne l'ingresso e l'uscita. Alcune usano webcam per raccogliere dati sui movimenti oculari , che vengono utilizzati per tracciare l'attenzione di un dipendente.
Bossware e IA: sempre più aziende monitorano i dipendenti
Ci sono dei precedenti, per esempio Amazon in Francia. L'azienda ha dovuto pagare una multa di 32 milioni di euro per un sistema di monitoraggio “eccessivamente intrusivo” nei magazzini, che tracciava movimenti e pause dei lavoratori con scanner barcode e sistemi di gestione che permettevano un controllo dettagliato.
Non solo: nel Regno Unito, un’inchiesta del Guardian ha rivelato che un terzo delle aziende utilizza già "bossware" — software progettati per tracciare l’attività dei dipendenti. Il gruppo bancario HSBC, invece, ha pianificato un’espansione della sorveglianza negli uffici globali: l'obiettivo è aumentare da 444 a 1.754 telecamere, raddoppiare i lettori biometrici e applicare intelligenza artificiale analitica sulle attività degli operatori.
Il monitoraggio elettronico non riguarda più soltanto la produttività. In molti contesti, la sorveglianza si estende al modo in cui i dipendenti comunicano, ai tempi di risposta, ai toni usati nelle email o nei messaggi aziendali. L’analisi linguistica e la profilazione automatica, alimentate dall’intelligenza artificiale, aprono la strada a una nuova dimensione del controllo: quella emozionale.
Produttività sotto controllo: il paradosso della sorveglianza digitale
Come si legge nel rapporto della European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions (Eurofound): "L'evoluzione tecnologica ha aperto la strada a un monitoraggio e una sorveglianza dei dipendenti più invasivi ma le disposizioni normative degli Stati membri dell'UE sono spesso inadeguate rispetto agli sviluppi tecnologici. I quadri normativi nazionali devono essere a prova di futuro e rispondere alle sfide delle nuove tecnologie digitali." Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) stabilisce che il trattamento dei dati personali deve essere lecito, trasparente e proporzionato, ma l’applicazione pratica resta complessa.
Paradossalmente, l’intento di "aumentare produttività" può produrre l’effetto opposto: quando i lavoratori si sentono controllati in modo ossessivo, autonomia e motivazione calano, e la relazione di lavoro si deteriora. Come spiega Eurofound: "qualsiasi monitoraggio intrusivo può aumentare conformità a breve termine, ma non paga nel lungo termine".