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I bambini non devono usare internet prima dei 9 anni: “Potrebbe creare questi problemi nello sviluppo”

La Federazione Italiana Medici Pediatri ha pubblicato una guida per spiegare come utilizzare social, smartphone e web senza compromettere la crescita dei più piccoli.
A cura di Elisabetta Rosso
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Potrebbe essere pericoloso per i bambini che hanno meno di 9 anni stare davanti a uno schermo. La Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) ha presentato la guida "Bambini e adolescenti in un mondo digitale", dove spiega come utilizzare in modo sicuro e consapevole gli strumenti digitali, il rischio infatti è quello di compromettere la crescita e creare problemi durante lo sviluppo. Spiegano infatti che prima dei 3 anni i bambini devono imparare a costruire i loro riferimenti spazio-temporali, e la bidimensionalità dello schermo potrebbe rallentare il processo d'apprendimento. Non solo, dai 3 ai 6 sviluppano le capacità sensoriali e manuali, quindi è fondamentale l'approccio con il mondo fisico, i pediatri spiegano anche che dai 6 ai 9 anni scoprono le regole del gioco sociale attraverso l'interazione con gli altri bambini. E così si arriva al limite stabilito: i 9 anni. L'età giusta per approcciarsi a pc, smartphone e tablet. Anche perché dai 9 ai 12 anni iniziano a scoprire altri riferimenti, non solo quelli del nucleo familiare, e il web potrebbe essere uno strumento valido per affacciarsi sul mondo. Anche se i pediatri consigliano un uso controllato dei social network.

La Guida è stata presentata in occasione del XVII Congresso Nazionale della Fimp "E io avrò cura di te. Il tuo Pediatra un approdo sicuro", il 12 ottobre. "Se è vero che i nuovi media, in particolare i social, sono ormai entrati a far parte delle vite dei nostri ragazzi", spiega Antonio D'Avino, presidente nazionale Fimp, "è necessario disincentivarne l'uso indiscriminato: i genitori ci chiedono più supporto in questo ambito e noi pediatri di famiglia siamo pronti a offrire le nostre conoscenze per guidarli e orientarli al meglio. Le trasformazioni tecnologiche e sociodemografiche in atto pongono nuove sfide per l’assistenza sanitaria".

Il tempo giusto davanti allo schermo

Non è il primo studio sul tema, a settembre infatti una ricerca condotta da JAMA Pediatria aveva mostrato come l'esposizione agli schermi potrebbe generare problemi comunicativi, motori, sociali e ritardi nello sviluppo. Per i bambini di un anno trascorrere più di un'ora al giorno davanti a un dispositivo "è pericoloso e potrebbe danneggiare il suo sviluppo futuro, soprattutto se si trova a guardare prodotti di bassa qualità, poco stimolanti e senza alcun fine educativo", ha spiegato il team di ricerca.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il “tempo sedentario davanti allo schermo”, per esempio quando i bambini guardano la TV o i video sullo smartphone "non è raccomandato per i neonati e dovrebbe essere limitato a non più di un’ora al giorno per i bambini di 2 anni."

Cosa far vedere ai bambini

"Poiché è difficile limitare il tempo trascorso davanti allo schermo, in generale nel mondo odierno dei dispositivi elettronici potrebbe essere utile identificare e limitare gli aspetti associati ai ritardi nello sviluppo, come per esempio contenuti scandenti, sfruttando invece gli aspetti educativi", aveva spiegato lo studio di JAMA Pediatria. Anche l'American Academy of Pediatrics raccomanda di selezionare programmi di alta qualità quando i bambini si interfacciano con i media digitali. "Un'analisi ha mostrato una correlazione tra l'aumento dell'esposizione allo schermo e una diminuzione delle competenze linguistiche, ma anche come il tempo trascorso davanti a programmi educativi incrementi le competenze linguistiche", si legge nello studio.

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