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Elon Musk vuole staccare internet all’Ucraina perché gli sta costando troppo

La connessione offerta dai satelliti Starlink di SpaceX è diventata fondamentale per le truppe ucraine. Ora però la posizione di Musk sulla guerra in Ucraina sta cominciando a cambiare.
A cura di Valerio Berra
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Piccole luci bianche. File ordinate che si muovono nel cielo guidate da un’intelligenza artificiale. In Italia i satelliti Starlink di Elon Musk sono solo un curioso fenomeno astronomico, buono per qualche foto e un po’ di complotti. In Ucraina negli ultimi sette mesi sono diventati essenziali. La rete internet garantita dalle loro antenne ha permesso all’esercito di continuare tutte le operazioni e soprattutto ha permesso ai civili di connettersi quando le truppe di Mosca bombardavano le strutture strategiche.

Ora però il costo per mantenere quei satelliti è diventato troppo alto e Elon Musk ha chiesto al Pentagono di saldare il conto. Le cifre sono state comunicate direttamente dal fondatore di SpaceX, la società dove vengono prodotti i satelliti. Secondo Musk fino a questo momento tutta l’operazione che ha permesso di mantenere la connessione satellitare nei territori bombardati dall’Ucraina è costata a Space X 80 milioni di dollari. Per fine anno dovrebbe arrivare a 100 milioni. Un conto che ora Musk ha chiesto di chiedere al Pentagono.

Come funziona la costellazione Starlink

Starlink è una costellazione satellitare che SpaceX ha cominciato a costruire nel 2019. L’ambizione è altissima, come molti dei progetti di Musk: costruire una rete che permetta la connessione internet a banda larga in tutto il mondo. Il progetto è in corso ma il piano finale è quello di creare una rete di circa 12.000 satelliti che si muovono su un orbita attorno ai 550 km.

I satelliti vengono regolarmente lanciati dai razzi di SpaceX. Una volta arrivati nell’atmosfera si muovono per collocarsi nella posizione necessaria per ottimizzare la distribuzione del segnale. Per connettersi a questa rete è necessario avere dei ripetitori da installare a terra. Come è facile da capire, i costi per questo servizio non sono gli stessi di una normale Adsl. I terminali possono arrivare a un prezzo fissato tra i 1.500 e i 2.500 dollari al mese.

Musk ha cambiato idea sull’Ucraina

La fornitura di tecnologia Starlink all’Ucraina è cominciata con l’inizio dell’invasione russa. Negli archivi di Twitter ci sono ancora i primi scambi tra Elon Musk e Mykhailo Fedorov, ministro per l’innovazione di Kiev e generale della resistenza digitale ucraina. Nelle ultime settimane Musk ha cominciato a spostare le sue posizioni. Il supporto alla resistenza ha lasciato spazio a idee che a Mosca piacciono parecchio.

Con un sondaggio pubblicato su Twitter, il fondatore di Tesla ha proposto un piano di pace diviso in quattro punti: 1. Rifare i referendum nelle regioni annesse sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Se il popolo sceglie di stare in Ucraina, la Russia deve andarsene. 2. La Crimea fa formalmente parte della Russia, come lo è stata dal 1783 (fino all'errore di Krusciov). 3. Viene assicurato l'approvvigionamento idrico in Crimea. 4. L'Ucraina rimane neutrale.

La pubblicazione di questo sondaggio ha azzerato i rapporti tra Musk e la diplomazia ucraina. L’imprenditore ha poi rimodellato il suo piano di pace con un più generico: “La volontà delle persone che vivono nel Donbass e nella Crimea dovrebbe bastare per decidere se questi regioni fanno parte della Russia o dell’Ucraina?”. Tutto questo gli è valso un pacato: “Vaffanculo è la mia risposta molto diplomatica a te” dell’ambasciatore ucraino i Germania Andrij Melnyk.

Il nodo dei pagamenti

Nei documenti inviati al Pentagono da SpaceX il punto dell’azienda è chiarissimo: o qualcuno comincia a pagare per il servizio internet offerto da Starlink o quel servizio non verrà più garantito. Secondo Musk al momento in Ucraina ci sono circa 25.000 terminali Starlink, per un costo che in quei territori può arrivare anche a 4.500 dollari al mese per terminale.

Se tutti i terminali fossero attivi il costo mensile sarebbe di oltre 112 milioni di dollari. I problemi sono due. Il primo è che non tutti i terminali sono attivi, visto che circa 500 termini al mese vengono regolarmente distrutti dall’esercito russo. Il secondo è che non tutte le spese sono pagate da SpaceX. Come si può leggere dagli stessi documenti dell’azienda, già adesso l’85% delle spese è già pagato.

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