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Come ha fatto a non precipitare l’aereo in cui i due piloti hanno dormito per 28 minuti

Il riposo è previsto dalle procedure, ma è necessario seguire una serie di regole. Quello del volo indonesiano di Batik Air è un caso limite dovuto all’errore umano e non alle procedure.
Intervista a Danilo Recine
Vicepresidente ANPAC
A cura di Elisabetta Rosso
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Stavano volando da Kendari a Giacarta quando si sono addormentati. Due piloti della della compagnia aerea indonesiana Batik Air il 26 gennaio per 28 minuti hanno dormito in volo. Secondo la ricostruzione della Cnn il capitano, un uomo di 32 anni, ha chiesto al suo primo ufficiale, 28, di prendere i comandi dell'aereo, visto che durante la notte non era riuscito a riposare, dopo poco anche il primo ufficiale si è addormentato. Durante le mezz'ora di sonno controllori di volo hanno cercato più volte di contattare il volo ID6723, senza successo.

"È un caso molto particolare, ci sono due elementi che lo rendono tale, il primo è che entrambi si sono addormentati, il secondo che è successo su un volo relativamente corto", ha spiegato a Fanpage.it Danilo Recine, Vicepresidente ANPAC, Associazione Nazionale Professionale Aviazione Civile. Il volo è poi atterrato senza problemi a Giacarta, e i piloti sono stati sospesi. 

Il riposo è previsto dalle procedure, ma per farlo in sicurezza è necessario seguire una serie di regole. "È anche consigliato dormire in volo per poter essere concentrati, anche in fasi più critiche come l'atterraggio, è c'è proprio una normativa che prevede la gestione del risposo. Chiaramente però non è che un pilota può dormire in volo perché è arrivato stanco a lavoro, come è emerso nel caso dei due piloti addormentati, a lavoro si deve andare riposati", sottolinea Recine.

La procedura non prevede però il riposo durante voli così brevi: "Parliamo di una tratta relativamente corta, di un'ora e mezza, un’ora e quaranta, sui voli di medio raggio non c’è mai. È prevista per i viaggi che superano le sei ore, fino alle 12, e infatti i piloti sono in due fino alle nove o dieci ore, quando le superano diventano tre o addirittura quattro", proprio perché è previsto andare a dormire in volo uno alla volta. "In questo caso se è vero che il pilota si è recato in volo stanco questo è ascrivibile alla persona e al caso singolo, non alle procedure. Tutto può succedere, ma con un volo così corto che entrambi i piloti si addormentino, beh diciamo che è un caso limite."

La procedura per dormire durante il volo

Il problema, sottolinea Recine, non è la procedura, ma l'errore umano. "È sicuro se si seguono le regole. Per prima cosa si avvisano gli assistenti di volo, e poi uno dei due piloti comincia a fare il proprio riposo". Non solo, ci sono anche degli aerei che prevedono un sistema di allerta se non vengono toccati per un lasso di tempo prestabilito i comandi, viene infatti lanciato un’avviso, e poi progressivamente comincia a suonare sempre più insistentemente.

"Tra l’altro la procedura prevede che gli assistenti di volo contattino con regolarità i piloti per controllare che vada tutto bene, poi dipende dalla compagnie, di solito li chiamano circa ogni 30 minuti. In questo caso in un volo di un’ora e mezza, i piloti si sono addormentati 28 minuti e probabilmente gli assistenti stavano svolgendo il loro servizio che dura circa 30 -35 minuti", sottolinea Recine. "Poi ci sono le chiamate radio che sono costanti, noi da Parigi a Roma chiamiamo circa 10 o 12 controlli radio".

Le misure previste per volare in sicurezza

Al di là della procedura, gli aerei volano con il pilota automatico, le fasi di volo manuali sono il decollo e in alcuni casi l'atterraggio "se c'è nebbia o maltempo in realtà durante l'atterraggio è obbligatorio usare il pilota automatico. Le fasi di volo senza l'autopilot sono pochissime", il pilota chiaramente gestisce e dà i comandi. "Nel caso in cui nessuno rispondesse per molto tempo allora partono i militari che intercettano l’aereo".

Non c’è il rischio che l'aereo cada, come spiega Recine, rimane in quota. “Se i piloti dormono l'aereo fa quello per cui è stato programmato”, continua quindi a seguire il piano di volo e la rotta che è stata inserita.  “Possiamo anche escludere il rischio di una collisione perché i radar riescono a intercettare l’aereo e soprattutto se un aereo non risponde la prima cosa che si fa è dare indicazioni diverse all’altro”.

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