Arrivano le nuove lettere di licenziamento da Amazon: perché l’azienda vuole tagliare 14.000 posti

Amazon ha annunciato un nuovo piano di licenziamenti che coinvolgerà circa 14.000 dipendenti del settore corporate e tecnologico. I tagli al personale fanno parte di una strategia pluriennale volta a ridurre i costi e rendere la struttura aziendale più snella. Come ha spiegato Beth Galetti, vicepresidente senior per l’area “People Experience and Technology”, l'obiettivo è semplificare i processi interni e a favorire una maggiore rapidità decisionale, mentre Amazon concentra gli investimenti sulle sue “scommesse più ambiziose”, in particolare l’intelligenza artificiale generativa. “Questa generazione di AI è la più trasformativa dai tempi di Internet,” ha dichiarato Galetti, “e permetterà alle aziende di innovare più velocemente che mai. Per questo vogliamo essere più agili, con meno livelli gerarchici e maggiore responsabilità diretta.”
Il nuovo piano di licenziamenti potrebbe essere solo l'inizio di un processo più strutturato. L'azienda, infatti, sembra essere pronta a sostituire centinaia di migliaia di lavoratori con robot. Secondo documenti interni consultati dal New York Times, Amazon prevede che l’automazione permetterà di ridurre le assunzioni di oltre 160.000 persone entro il 2027. In alcune strutture pensate per consegne ultra-rapide, l’obiettivo è creare magazzini con una presenza umana minima, arrivando ad automatizzare fino al 75% delle operazioni. Secondo le stime, entro il 2033 l’automazione potrebbe eliminare oltre 600.000 posti di lavoro negli Stati Uniti.
Una ristrutturazione iniziata nel 2022
Il nuovo piano segue una serie di ridimensionamenti avviati già nel 2022, quando l’amministratore delegato Andy Jassy, subentrato a Jeff Bezos nel 2021, lanciò un ampio programma di razionalizzazione dei costi. Tra il 2022 e il 2023, Amazon aveva già licenziato oltre 27.000 dipendenti.
Secondo fonti citate da Reuters e CNBC, le riduzioni potrebbero estendersi fino a 30.000 posizioni nei prossimi mesi, toccando diversi reparti, dai servizi cloud di AWS fino alle divisioni commerciali e logistiche. Sarebbe, in tal caso, il più grande taglio di personale nella storia del gruppo.
L’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro
Il piano di Amazon si inserisce in una tendenza che sta coinvolgendo tutto il settore tecnologico. L’avanzata dell’intelligenza artificiale generativa sta spingendo sempre più aziende a ripensare la composizione della propria forza lavoro.
Per esempio, ultimi mesi, Meta ha licenziato circa 600 persone nel suo reparto AI, Microsoft invece ha tagliato oltre 15.000 posti nel 2025. Anche Google ha semplificato la propria struttura interna, nel tentativo di aumentare la produttività e ridurre la burocrazia. "I mercati in tutto il mondo si stanno restringendo, mentre i costi sottostanti aumentano", ha dichiarato Neil Saunders, amministratore delegato di GlobalData, in una nota agli investitori. "Amazon non è immune a questo fenomeno e deve agire se vuole continuare a registrare buoni risultati economici. Per certi versi, questo rappresenta un punto di svolta, spostando l'attenzione dal capitale umano all'infrastruttura tecnologica".
Il grande piano di Amazon sul lungo termine è implementare sistemi robotici su larga scala, ottimizzando il picking, l’imballaggio e la logistica, con un impatto potenziale di oltre mezzo milione di posti di lavoro. "Con l'introduzione di più IA generativa e agenti, il nostro modo di lavorare dovrebbe cambiare", ha spiegato in un post il CEO Andy Jassy. "Avremo bisogno di meno persone per svolgere alcuni dei lavori che vengono svolti oggi e di più persone per svolgere altri tipi di lavori".