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A Papa Leone XIV l’intelligenza artificiale fa paura: cosa ha detto ai cardinali

Con il suo intervento, Leone XIV prosegue un cammino già intrapreso da Papa Francesco, che aveva messo in luce i pericoli di uno sviluppo tecnologico non etico e i rischi dell’IA.
A cura di Elisabetta Rosso
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Nel suo primo incontro formale con i cardinali, iniziato con una standing ovation, papa Leone XIV ha parlato di intelligenza artificiale: "Una delle questioni più critiche che l’umanità deve affrontare". Tanto da aver influito anche sulla scelta del suo nome pontificale.

“Ai nostri giorni, la Chiesa offre a tutti il tesoro del suo insegnamento sociale in risposta a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale che pongono nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”, ha detto il nuovo Papa ai membri del clero.

"Ho scelto di prendere il nome di Leone XIV per diverse ragioni, ma soprattutto perché Papa Leone XIII nella sua storica Enciclica Rerum Novarum ha affrontato la questione sociale durante la prima grande rivoluzione industriale." Oggi a circa 130 anni di distanza ci troviamo di fronte a una nuova rivoluzione: quella digitale.

Cosa c'entra la Rerum Novarum di Leone XIII

Leone XIII fu papa dal 1878 al 1903 e gettò le basi per il pensiero sociale cattolico moderno con la sua enciclica Rerum Novarum, pubblicata nel 1891. Il discorso segnò una svolta storica nel pensiero sociale della Chiesa. Per la prima volta, il Vaticano interveniva in modo esplicito sulle condizioni della classe operaia, prendendo le distanze sia dal capitalismo liberista sia dal socialismo rivoluzionario.

Papa Leone XIII difendeva il principio della proprietà privata, ma ne condannava gli abusi, soprattutto quando esercitati a discapito dei più deboli. Al centro del suo messaggio c'è il riconoscimento dei diritti fondamentali dei lavoratori: un salario equo, il diritto al riposo, la libertà di aderire a sindacati e, soprattutto, la tutela della dignità umana.

Il nuovo Papa ha spiegato di volersi ispirare a Leone XIII per affrontare la nuova rivoluzione digitale. Come ha spiegato il cardinale Ladislav Nemet, arcivescovo di Belgrado, durante un'intervista a Hrt (Radio Televisione Croata) poi ripresa da Repubblica, "è molto interessante che il Papa voglia dare più attenzione alle questioni di ordine sociale nel mondo, come alle questioni di giustizia. Oggi come ai tempi di Leone XIII c’è il problema dei posti di lavoro perché la digitalizzazione porta ad una diminuzione di manodopera necessaria per il lavoro".

Qual era la posizione di Papa Francesco sull'intelligenza artificiale

Con il suo intervento, Leone XIV prosegue un cammino già intrapreso da Papa Francesco, che aveva messo in luce i pericoli di uno sviluppo tecnologico non etico e i rischi dell'IA. Francesco aveva infatti pubblicato Antiqua et Nova, una riflessione sull’equilibrio tra intelligenza umana e artificiale, nella quale sottolineava come l’innovazione dovesse sempre rispettare e promuovere la dignità della persona.

Nel 2024, al vertice del G7, Papa Francesco aveva descritto l’IA come l’alba di una “rivoluzione cognitivo-industriale” e messo in guardia sul rischio di un aumento delle disuguaglianze tra Paesi e classi sociali. Aveva anche parlato a Davos a gennaio 2025, al World Economic Forum, sottolineando come l’efficienza tecnologica non può mai venire prima della fraternità e del rispetto della persona umana. Il suo appello era chiaro: l’intelligenza artificiale deve essere sviluppata per servire il bene comune e sostenere la vocazione umana, non per comprometterla.

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