Vaccino anti cancro protegge da più tumori e li previene in test di laboratorio: “Risultati notevoli”

I ricercatori hanno messo a punto un vaccino anti cancro sperimentale potenzialmente rivoluzionario. Il preparato, infatti, non solo è in grado di ridurre sensibilmente o eliminare del tutto le cellule malate, ma può anche prevenire i tumori e impedire la diffusione delle metastasi. In altri termini, può essere utilizzato sia dopo la diagnosi che prima, ad esempio in individui ad alto rischio di sviluppare una o più neoplasie. È un risultato straordinario che al momento è stato raggiunto solo in test su modelli murini (topi), tuttavia gli scienziati che hanno sviluppato il vaccino, basato su un “super adiuvante” di nanoparticelle lipidiche, sono fiduciosi che possa essere applicato con successo anche sull'essere umano. Non a caso hanno già fondato una startup ad hoc chiamato NanoVax Therapeutics, che punta a trasferire i risultati ottenuti in laboratorio nella pratica clinica e in un prodotto commerciale.
Sono diversi gli esperti a ritenere che fra non molti anni saranno disponibili dei vaccini contro molteplici forme di cancro. Il dirigente medico dottor Paul Burton della casa biofarmaceutica Moderna, in prima linea nella lotta alla pandemia di COVID-19 con il vaccino Spikevax, ha affermato che entro il 2030 saranno a disposizione vaccini a mRNA (RNA messaggero) contro malattie cardiache, autoimmuni e cancro. Anche il fresco vincitore del Nobel per la Fisiologia e la Medicina 2025, il professor Shimon Sakaguchi dell'Università di Tokyo, dopo l'annuncio del prestigioso premio – conquistato assieme a Mary E. Brunkow e Fred Ramsdell per le scoperte sullla tolleranza immunitaria – ha dichiarato che un giorno il cancro diventerà una malattia curabile e che “non farà più paura”. I risultati straordinari dei test preclinici con il vaccino sperimentale vanno esattamente in questa direzione.
A metterlo a punto un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Dipartimento di Ingegneria Biomedica dell'Università del Massachusetts Amherst, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Biologia Molecolare, Cellulare e del Cancro della Scuola di Medicina “Chan”, del Centro oncologico Umass e di altri dipartimenti. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Prabhani Atukorale, docente presso il Riccio College of Engineering dell'ateneo statunitense, hanno sviluppato il vaccino unendo una serie di antigeni a partire da lisati tumorali (ottenuti da cellule cancerose) a un adiuvante per potenziare la risposta di riconoscimento, memoria e attacco del sistema immunitario, in particolar modo dei linfociti T e B. Più nello specifico, il vaccino si basa su agonisti delle vie dello stimolatore dei geni dell'interferone (STING) e del recettore Toll-like 4 (TLR4), con l'obiettivo di stimolare la produzione di interferoni di tipo I e altre citochine proinfiammatorie in grado di colpire le cellule tumorali.
Il tutto è stato unito in nanoparticelle lipidiche non dissimili da quelle dei vaccini contro il coronavirus SARS-Cov-2 a RNA messaggero, in grado di rilasciare gli eccipienti in modo sinergico per massimizzare l'azione immunitaria. Testato sui topi, il vaccino si è dimostrato estremamente efficace contro melanoma (un aggressivo tumore della pelle), adenocarcinoma duttale pancreatico (tumore del pancreas) e carcinoma mammario triplo negativo, la più aggressiva forma di cancro al seno, che colpisce soprattutto donne giovani.
Nel primo esperimento i topi sono stati trattati con il vaccino preparato contro il melanoma e tre settimane dopo sono stati esposti alle cellule tumorali. Ebbene, l'80 percento degli esemplari, nonostante l'esposizione, è rimasto completamente liberi dal tumore ed è sopravvissuto per tutti i 250 giorni del test. I topi non vaccinati o vaccinati con altri sistemi hanno sviluppato il tumore e sono morti entro 35 giorni. Il vaccino ha anche protetto dalle metastasi ai polmoni, che invece si sono sviluppate negli esemplari dei gruppi di controllo. Già questo risultato indica la notevole efficacia del preparato. Nell'esperimento successivo sono stati coinvolti anche il tumore al pancreas e quello al seno, con antigene basato su lisati tumorali (nel primo caso erano peptidi). In questi casi il vaccino ha protetto l'88 percento dei topi dal cancro al pancreas, il 75 percento dal cancro al seno e il 69 percento dal melanoma. In nessuno di questi animali sono state osservate metastasi. Ciò evidenzia la grande efficacia della nuova piattaforma basata su nanoparticelle "super adiuvanti".
“Progettando queste nanoparticelle in modo che attivino il sistema immunitario tramite un'attivazione multi-percorso che si combina con antigeni specifici del cancro, possiamo prevenire la crescita del tumore con tassi di sopravvivenza notevoli”, ha affermato in un comunicato stampa la professoressa Atukorale. “Le risposte delle cellule T specifiche per il tumore che siamo in grado di generare sono la vera chiave del vantaggio in termini di sopravvivenza”, le ha fatto eco il dottor Griffin Kane, coautore dello studio. “Trattando le cellule immunitarie innate con questa formulazione, si verifica un'attivazione immunitaria davvero intensa, che stimola queste cellule a presentare antigeni e a innescare le cellule T che uccidono il tumore”, ha chiosato l'esperto.
La speranza degli scienziati è di poter trasferire questi risultati eccezionali dei trial preclinici nella pratica clinica, cioè sull'uomo, ma saranno necessarie ulteriori indagini di efficacia e sicurezza prima di questo fondamentale passo. Ciò che è certo è che ci stiamo avvicinando a qualcosa di rivoluzionario, considerando che diversi laboratori in tutto il mondo stanno sviluppando preparati molto efficaci, come il vaccino a mRNA universale in grado di uccidere tutti i tumori nei test. Recentemente è stata scoperta anche una "super proteina" che ripara i danni al DNA, anch'essa usabile in un vaccino anticancro innovativo. I dettagli della nuova ricerca “Super-adjuvant nanoparticles for platform cancer vaccination” sono stati pubblicati su Cell Report Medicine.