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Usare una mascherina per lo smog è una buona idea ma solo sei hai il modello giusto

Per proteggersi dagli allarmanti livelli di inquinamento registrati a Milano e in molte città della Pianura Padana c’è chi sta ritirando fuori le mascherine, ma per usarle in modo efficace occorre conoscere le caratteristiche di ogni modello e i motivi per cui lo usiamo.
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Dopo la fine della pandemia ne avevamo così tante che le abbiamo nascoste ovunque nelle nostre case, nel ripostiglio o in quel mobile che non pensavamo di non riaprire più, almeno finora. A causa della pessima qualità dell'aria registrata negli ultimi giorni a Milano e più in generale in tutta la Pianura Padana, c'è chi ha ripreso a indossare le mascherine nella speranza di proteggersi almeno parzialmente dalle sostanze inquinanti presenti nell'atmosfera. D'altronde, i motivi per preoccuparsi non mancano. Basta verificare i dati relativi ai principali inquinanti presenti nell'aria della Lombardia nel week end del 17 e 18 febbraio per rendersene conto.

Secondo Arpa Lombardia sabato 17 febbraio il particolato fine (Pm 2,5), tra le sostanze più pericolose, ha avuto una concentrazione media giornaliera pari a 76 μg/m³ (microgrammi per metro cubo di aria), ovvero più di tre volte il limite ritenuto accettabile dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Anche il Pm 10 era oltre il limite, con una media di 100 μg/m³, a fronte della soglia dei 50 μg/m³ indicata dall'Oms. L'aria è diventata così invivibile che molte persone hanno anche lamentato di provare sintomi fisici, come raffreddore, bruciore alla gola e agli occhi e senso di affaticamento. Ma, una volta confermato il quadro allarmante in atto, resta da chiarire se indossare la mascherina è efficace o meno contro gli inquinanti e qual è la migliore tra i diversi modelli in commercio.

Perché indossare la mascherina contro lo smog

"Quando i livelli di agenti inquinanti presenti nell'aria superano i limiti ritenuti sicuri, indossare la mascherina potrebbe aiutare a filtrare almeno in parte le sostanze nocive", spiega a Fanpage.it lo pneumologo Francesco Tursi, direttore dell'UOC Riabilitazione specialistica cardio-respiratoria dell'Ospedale di Codogno.

Per prima cosa bisogna chiarire che la raccomandazione di proteggersi dall'inquinamento atmosferico non vale per tutti allo stesso modo: "Come ci ha insegnato il Covid-19, sono soprattutto i soggetti sensibili a dovere prestare più attenzione – prosegue Tursi – come i soggetti asmatici o i malati cronici. Questi possono contrarre facilmente nuove infezioni che potrebbero evolvere in sintomatologie più gravi, ad esempio forme di bronchiti. Rientrano tra i soggetti sensibili anche i pazienti oncologici, i bambini e gli anziani".

Inoltre, prima di decidere se indossare o meno una forma di protezione facciale, occorre anche considerare un altro fattore: quanto tempo trascorriamo all'aperto, esposti alle sostanze inquinanti. "Per tutti quelli che trascorrono molte ore all'aperto, filtrare anche solo parzialmente l'aria può essere una buona regola da seguire", raccomanda Tursi.

Come scegliere la mascherina giusta

Tra i principali inquinanti dell'aria le polveri sottili (Pm 2.5 e Pm 10) sono tra le sostanze più nocive per l'uomo. La sigla "Pm 10" sta per "Particulate Matter", ovvero "materia particolata", mentre 10 è il diametro delle particelle espresso in micron. Il Pm 2.5 è invece la frazione più sottile del Pm 10 (2,5 micron è infatti il diametro delle particelle). Questi agenti inquinanti sono infatti tra le sostanze più pericolose proprio perché essendo così piccole riescono a penetrare tramite le via aree nel nostro corpo fino a raggiungere gli alveoli polmonari.

Ecco perché può essere efficace utilizzare un dispositivo di protezione filtrante. Oltre a individuare il modello più adatto alla nostre esigenze, il primo punto da tenere mente è scegliere sempre mascherine certificate con il marchio "EN149". Le altre mascherine "non a norma", o quelle non indicate dalle norme europee, filtrano al più le polveri grossolane, ma non hanno nessuna efficacia contro le polveri sottili.

Cosa stabiliscono le norme europee

La Norma Europea EN 149 suddivide i dispositivi i filtranti in base all'efficacia filtrante. Le FFP1 hanno un'efficacia minima pari al 78%, le FFP2 arrivano al 92 %, infine le FFP3 garantiscono un potere filtrante pari al 98%, quindi quasi una protezione totale. Ma esattamente queste mascherine cosa filtrano?

Sia le FFP1 che le FFP2 garantiscono un'efficacia filtrante totale delle particelle di dimensioni comprese tra 3 e 10 micron. Le maschere FFP1 filtrano almeno l'80% delle particelle che si trovano nell'aria di dimensioni superiori a 0,6 μm. Le maschere FFP2 per le stesse particelle garantiscono una protezione per almeno il 94%; le maschere FFP3 offrono la massima protezione possibile, con una capacità filtrante di almeno il 99% dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 μm. In genere, le prime mascherine sono consigliate a tutte le persone che hanno bisogno di una protezione generica dal Pm 10. Invece le FFP2 sono raccomandate alle persone che per lavoro trascorrono quotidianamente molte ore nel traffico cittadino (polizia municipale, edicolanti o personale delle stazioni di servizio).

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