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Uomo ferito da un macaco in condizioni critiche, è stato infettato da un raro virus: i rischi

Un trentasettenne è in condizioni critiche dopo essere stato ferito da un macaco in un parco di Hong Kong. L’uomo è stato infettato dall’Herpesvirus simiae o virus B, un patogeno che circola normalmente nelle scimmie. È mortale nel 70 percento dei casi. Quali sono i rischi.
A cura di Andrea Centini
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Un uomo sta lottando per la vita a causa di una rara ma grave infezione provocata da un virus che circola normalmente nelle scimmie, l'Herpesvirus simiae o più semplicemente virus B. Ad oggi, come indicato nell'articolo “B-Virus (Cercopithecine herpesvirus 1) Infection in Humans and Macaques: Potential for Zoonotic Disease” pubblicato su Emerging Infectious Diseases, sono state riscontrate solo poche decine di casi nell'essere umano, tuttavia il patogeno condivide ampia parte del patrimonio genetico con i diffusi herpes simplex virus 1 e 2, coinvolti nell'herpes labiale e genitale e nel fuoco di Sant'Antonio. Non si può escludere che in futuro, a seguito di mutazioni casuali, possa essere favorito lo spillover (salto di specie nell'uomo) del virus. Sarebbe un grosso problema perché la mortalità della malattia è del 70 percento. Fortunatamente, ad oggi, come evidenziato dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi è noto uno solo caso di trasmissione da uomo a uomo.

Il paziente colpito dall'Herpesvirus simiae è un giovane di 37 anni che è stato ferito da un macaco mentre era in visita presso Kam Shan Country Park di Hong Kong, come indicato dal Centro per la Protezione della Salute (CHP) del Dipartimento della Salute (DH) della Regione amministrativa speciale cinese. Qui vivono circa 2.000 macachi appartenenti a due specie, il macaco rhesus (Macaca mulatta) e il macaco cinomolgo o “mangiagranchi” (Macaca fascicularis). Le interazioni con i visitatori non sono rare, anche se potenzialmente pericolose sia per l'uomo che per i macachi, come dimostra il caso in questione. L'Herpesvirus simiae circola normalmente nella saliva, nelle urine e nelle feci di questi animali; quando infetti, possono trasmetterlo all'uomo attraverso graffi e morsi. Anche il contatto con i fluidi corporei e le mucose dei primati non umani (occhi, bocca, naso) positivi possono innescare il contagio.

Circa tre settimane dopo essere stato ferito, il trentasettenne è stato portato all'ospedale Yan Chai di Hong Kong con febbre alta e un “ridotto stato di coscienza”, come specificato dalle autorità sanitarie cinesi. Le sue condizioni sono apparse subito gravi e sono precipitate ulteriormente. “Ora è in cura presso il reparto di terapia intensiva dell'ospedale e le sue condizioni sono critiche”, ha spiegato il Centro per la Protezione della Salute, che ha confermato la diagnosi dopo le analisi condotte sul liquido cerebrospinale. I CDC spiegano che i primi sintomi dell'infezione da virus B sono simili a quelli di un'influenza, come febbre, brividi, dolori muscolari, cefalea e affaticamento. Possono comparire anche vesciche nella zona a ridosso del potenziale morso o graffio della scimmia infetta. Se non trattata rapidamente con farmaci antivirali, l'infezione può portare all'infiammazione del cervello e del midollo spinale, con esito anche mortale.

Le autorità di Hong Kong (e non solo) sottolineano che è fondamentale mantenere la distanza dai macachi e non dar loro da mangiare, sebbene molti turisti e curiosi non rispettino le disposizioni. Fortunatamente, ad oggi, il virus non sembra così efficace nell'infettare l'uomo, considerando le molteplici interazioni con questi animali e i pochissimi casi registrati ufficialmente fino ad oggi. Ma come indicato non si può escludere una mutazione dell'Herpesvirus simiae in grado di renderlo più pericoloso anche per Homo sapiens.

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