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Un piccolo cambiamento nel modo in cui ci vacciniamo può ridurre gli effetti collaterali

Lo dimostra uno studio preclinico che ha fornito la piena comprensione dei meccanismi alla base degli effetti collaterali.
A cura di Valeria Aiello
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Per ridurre gli effetti collaterali più comuni della vaccinazione, come debolezza e affaticamento, potrebbe essere sufficiente attuare un piccolo cambiamento al modo in cui ci vacciniamo. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Biology da un team di ricerca internazionale guidato da Ayesa Syenina, della Duke-Nus Medical School di Singapore, che insieme ai colleghi ha identificato quali sono i segni molecolari collegati ad una maggiore probabilità di affaticamento post-vaccinazione. Gli esperimenti sui topi suggeriscono che cambiare la strategia di somministrazione del vaccino potrebbe potenzialmente alleviare tali effetti avversi.

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno analizzato 175 campioni di sangue operatori sanitari che hanno ricevuto BNT162b2, il vaccino anti-Covid di Pfizer-BioNTech, fornendo un’istantanea dell’espressione genica di ciascun partecipante dopo la vaccinazione. Questa analisi ha rivelato che le persone che hanno sperimentato un affaticamento moderatamente grave dopo la vaccinazione avevano maggiori probabilità di avere una maggiore espressione di base dei geni correlati all’attività dei linfociti T e delle cellule natural killer, due tipi di cellule chiave nel sistema immunitario umano.

I ricercatori hanno anche testato due diverse strategie di iniezione di vaccinazione nei topi. Alcuni topi hanno ricevuto BNT162b2 tramite iniezione intramuscolare, l’attuale metodo utilizzato per i pazienti umani, in cui il vaccino viene iniettato nei muscoli. Altri topi hanno ricevuto un’'iniezione sottocutanea, in cui il vaccino viene iniettato nel tessuto appena sotto la pelle.

Dopo la vaccinazione, rispetto alla quella intramuscolare, i topi che hanno ricevuto la vaccinazione sottocutanea hanno mostrato risposte del sistema immunitario in linea con una minore probabilità di effetti collaterali come l’affaticamento senza compromettere gli effetti protettivi della vaccinazione.

Questo studio fornisce una prima visione delle basi molecolari di un effetto collaterale che molti hanno sperimentato dopo la vaccinazione con mRNA – ha affermato il coautore dello studio, Eng Eong Ooi – . Ci auguriamo che questa scoperta possa stimolare più studi per comprendere appieno i meccanismi alla base degli effetti collaterali associati al vaccino e contribuire collettivamente allo sviluppo di vaccini ancora più tollerabili”.

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