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Un nuovo strumento di intelligenza artificiale individua l’età biologica da una foto

Si tratta di FaceAge ,uno strumento di intelligenza artificiale che calcola l’età biologica di una persona a partire da una foto del suo volto. Secondo gli sviluppatori può essere utilizzato in medicina per adattare i trattamenti alla fragilità dei pazienti.
A cura di Valeria Aiello
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Lo strumento FaceAge in azione. / Credit: Mass General Brigham
Lo strumento FaceAge in azione. / Credit: Mass General Brigham

Un nuovo strumento di intelligenza artificiale, denominato FaceAge, è in grado di individuare l’età biologica di una persona a partire da una foto del suo volto. In altre parole, il nuovo strumento è in grado di stimare il reale stato di salute e invecchiamento dell’organismo, che può essere molto diverso dall’età anagrafica, cioè dal numero di anni trascorsi dalla nascita.

L’età biologica e quella anagrafica possono infatti non coincidere, ma differire in base allo stile di vita, alla genetica o condizioni mediche, per cui uno strumento in grado di riconoscere l’effettivo stato biologico di un individuo può rivelarsi particolarmente utile, soprattutto in ambito medico. “Possiamo usare l'intelligenza artificiale per stimare l'età biologica di una persona a partire dalle immagini del viso, e la nostra ricerca dimostra che le informazioni possono essere clinicamente significativehanno spiegato gli sviluppatori di FaceAge, che hanno testato lo strumento nell’ambito di uno studio che ha coinvolto oltre 6.000 pazienti oncologici.

I risultati di questo test, dettagliati in un articolo di ricerca pubblicato sulla rivista The Lancet Digital Health, hanno mostrato che i pazienti oncologici appaiono significativamente più anziani rispetto alle persone presumibilmente sane su cui lo strumento è stato addestrato. In media, il FaceAge dei pazienti era di cinque anni in più rispetto all’età anagrafica, nonché associata a esiti di sopravvivenza peggiori, soprattutto nelle persone che risultavano avere un’età biologica superiore agli 85 anni.

Prima che questa tecnologia possa essere considerata per l’utilizzo in contesti clinici, saranno necessari ulteriori studi, sebbene i risultati già ottenuti abbiano aperto le porte a un mondo completamente nuovo di ricerca dei biomarcatori a partire dalle fotografie.

Il potenziale di questo approccio va ben oltre la previsione dell’età e l’impiego oncologico – ha affermato il dottor Ray Mak del Massachusetts General Brigham, membro del team di ricercatori che ha sviluppato l’algoritmo di FaceAge – Poiché consideriamo sempre più diverse malattie croniche come malattie dell'invecchiamento, diventa ancora più importante essere in grado di prevedere con precisione il percorso di invecchiamento di un individuo”.

La speranza degli studiosi è di poter utilizzare questa tecnologia come sistema in grado di aiutare i medici nell’adattare i trattamenti alla fragilità dei pazienti, contribuendo ad esempio a orientare decisioni in merito a terapie invasive o interventi chirurgici che, nei soggetti più fragili, possono essere sconsigliati a causa dell’aumento del rischio di complicanze. “In futuro – ha aggiunto il dottor Mak –potremo utilizzare questa tecnologia come sistema di diagnosi precoce in una varietà di applicazioni, all'interno di un solido quadro normativo ed etico, per contribuire a salvare vite umane”.

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