Meteorite recuperato in Calabria, è caduto a pochi metri dal proprietario di uno stabilimento balneare

Esattamente un anno fa, l'11 settembre del 2024, un meteorite di piccole dimensioni è caduto su una spiaggia della Calabria, più precisamente sul lungomare di Scalea, in provincia di Cosenza. Il sasso spaziale, lungo 7 centimetri e largo 4 cm, ha un peso di circa 190 grammi, una colorazione marrone (pur essendo ricoperto da una polvere bianca a grana finissima) e un'età stimata di 4,5 miliardi di anni, ovvero quella del Sistema solare. Secondo gli esperti si tratterebbe di una condrite ordinaria proveniente dalla Fascia Principale degli asteroidi sita tra Marte e Giove; ciò significa che siamo innanzi al tipo di meteorite roccioso più comune recuperato sulla Terra, tenendo presente che coinvolge fino al 90 percento dei reperti.
Per l'Italia, tuttavia, si tratta comunque di un evento molto significativo, considerando che ad oggi sul territorio nazionale negli ultimi 500 anni sono stati recuperati soltanto una cinquantina di meteoriti: quello caduto nei pressi di Scalea è esattamente il 48esimo. Tra le ragioni di questa rarità il fatto che lo Stivale è lungo e stretto (c'è maggiore probabilità che i sassi spaziali cadano in mare) e le caratteristiche ambientali, dove aree fortemente urbanizzate si alternano a boschi, montagne e campi agricoli. Non siamo certamente in Antartide, considerato il miglior luogo al mondo per recuperare i meteoriti grazie al candido manto sul quale “spiccano”.
Curiosamente, l'impatto del meteorite di Scalea è avvenuto a pochi metri di distanza dal proprietario di uno stabilimento balneare, il signor Maurizio Sassone, che ha assistito personalmente all'affascinante evento. La collisione con la battigia si è verificata esattamente alle ore 12:34 dell'11 settembre. Consapevole dell'importanza del fenomeno, il fortunato protagonista di questa storia ha scattato diverse foto senza rimuovere il meteorite; successivamente lo ha inserito con cautela in una busta di plastica, mentre in un'altra ha messo la sabbia circostante. Dopo il recupero ha contattato un esperto che ha innescato le indagini di rito, condotte inizialmente presso il Laboratorio Meteocert del Sistema Museale dell'Ateneo dell'Università di Firenze. I risultati sono sfociati in uno studio scientifico ad hoc appena presentato al Congresso Nazionale Congiunto della Società Geologica Italiana (SGI) e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia (SIMP), che si è tenuto tra il 16 e il 18 settembre a Padova.
Ad analizzare il meteorite, oltre ai ricercatori del Museo “La Specola” e del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze, gli scienziati dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS) dell'INAF, dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e del Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento. I ricercatori, coordinati dal professor Vanni Moggi Cecchi dell'ateneo toscano, hanno sottoposto il sasso spaziale a una serie di indagini, a partire dall'analisi al microscopio stereoscopico che ha evidenziato la sua natura spaziale. È stata infatti individuata una crosta di fusione, che si genera a causa dell'enorme attrito e del calore quando questi oggetti penetrano ad altissime velocità nell'atmosfera terrestre (e a seguito dell'impatto). Sulla superficie sono presenti anche alcune piccole crepe e una porzione che è stata sottoposta ad ablazione, tutti elementi che suggeriscono la provenienza extraterrestre.
Il sasso spaziale è principalmente di colore marrone, ma sulla superficie esterna c'è una polvere bianca fine che probabilmente è legata alla collisione nei pressi del mare, come spiegato dagli esperti nell'abstract dello studio. È stata rilevata anche la presenza di piccoli cristalli di colore verde e bianco. Le analisi sulla composizione chimica hanno evidenziato olivina, un ortopirosseno bronzitico, un plagioclasio albitico e della calcite; tutto lascia immaginare che si tratti proprio di una condrite ordinaria.
Sebbene sia raro recuperare meteoriti in Italia, grazie alla “triangolazione” della nuova rete PRISMA legata all'INAF recentemente sono stati individuati un paio di meteoriti, risultati che lasciano ben sperare per il futuro. L'abstract della ricerca “A new italian meteorite from Scalea, Cosenza: description and preliminary data” può essere consultato nell'elenco pubblicato dal Congresso Congiunto SGI – SIMP.