Un esercito di conigli robot contro un vorace predatore che minaccia la Florida

Da qualche tempo, nel cuore del vasto e selvaggio ecosistema paludoso delle Everglades, in Florida, sono state piazzate decine di conigli robot, che hanno un obiettivo ben preciso: aiutare a eliminare la più grave minaccia per questo paradiso della biodiversità. Parliamo del pitone birmano (Python bivittatus), una delle specie aliene più grandi e invasive al mondo, in grado di devastare – letteralmente – gli equilibri ecologici. Dove viene introdotto, infatti, questo enorme serpente originario del Sud Est asiatico fa strage della fauna autoctona, determinando veri e propri stermini di intere specie. Tra le sue prede principali figurano proprio i conigli (oggi annientati), così gli scienziati dell'Università della Florida hanno iniziato a progettare robot a forma di coniglietto con la stessa temperatura di quelli reali, al fine di attrarre allo scoperto i pitoni e permetterne la cattura.
Per comprendere quanto è devastante l'impatto dei pitoni birmani alle Everglades, basti sapere che, secondo quanto indicato da un'indagine dello United States Geological Survey (USGS), questi serpenti hanno eliminato oltre il 99 percento dei procioni, quasi il 90 percento dei bobcat o linci rosse e circa il 99 percento degli opossum. Ancora peggiore il destino per alcune specie di coniglio, come quelli dalla coda di cotone e i conigli di palude, praticamente scomparsi.
Quando si sono diffusi i pitoni birmani alle Everglades
I pitoni birmani hanno iniziato a diffondersi nelle Everglades tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso, a causa di rilasci intenzionali o accidentali da parte di appassionati, ma anche per via degli uragani, come quello di Andrew del 1992, che fece fuggire moltissimi di questi serpenti da allevamenti e negozi di animali. Del resto i pitoni birmani, formalmente pitoni delle rocce birmani, sono molto amati dagli appassionati di erpetologia e in tanti li allevano per diletto. Ma possono crescere a tal punto da diventare difficili a gestire e, come avviene in modo sconsiderato da noi con le tartarughe d'acqua dolce, in Florida vengono liberati in natura con esiti catastrofici. Nelle Everglades hanno trovato prede in abbondanza e un ambiente perfetto per diffondersi e moltiplicarsi, innescando un vero e proprio disastro per gli equilibri biologici del posto. Sono talmente grossi e voraci che predano anche alligatori e cervi.
Per contrastare questo grave fenomeno, le autorità hanno iniziato a organizzare battute di caccia come il Florida Python Challenge – con in premio 10.000 dollari per chi cattura il serpente più grande – e altri programmi di eliminazione, alla stregua di quelli organizzati dal South Florida Water Management District e dalla Florida Fish and Wildlife Conservation Commission. Nonostante i grandi numeri di serpenti uccisi negli ultimi anni, con catture di esemplari anche di quasi 6 metri, come accaduto nel 2019 e nel 2023, i pitoni birmani continuano a rappresentare una minaccia gravissima per l'ecosistema locale. Così i ricercatori stanno tentando ulteriori strade per provare a catturarne quanti più possibili.

L'arma dei conigli robot
I ricercatori dell'Università della Florida Robert McCleery e Chris Dutton, come raccontato dal Palm Beach Post, hanno ideato la costruzione dei sopracitati conigli robot. Hanno preso dei peluche e li hanno riempiti di meccanismi elettronici per permettere a questi giocattoli di muoversi come farebbero quelli veri, inoltre hanno installato un sistema per farli restare caldi, alla stessa temperatura degli animali vivi. L'obiettivo, come indicato, è attrarre i pitoni – che "sentono" anche il calore – per permetterne una cattura agevole. In passato sono stati fatti dei test con conigli vivi, ma sono purtroppo finiti nelle fauci dei rettili. Grazie anche a telecamere e altri sensori, i ricercatori americani stanno testando questi conigli robot come vere e proprie sentinelle per determinare la capacità di attrazione. Il prossimo passo sarà dotarli anche dell'odore dei veri conigli.
Un carnefice incolpevole
Chiaramente i pitoni birmani sono carnefici del tutto incolpevoli, dato che fanno esattamente ciò che qualunque altra forma di vita farebbe al posto loro (sopravvivere e prosperare, laddove possibile); la causa è sempre l'uomo, che ha portato in America un serpente del Sud Est asiatico – dove fra l'altro è minacciato di estinzione – permettendogli di invadere e devastare un intero ecosistema. Se ciò non bastasse, la diffusione dei serpenti sta venendo agevolata dalle temperature sempre più alte innescate dal cambiamento climatico, anch'esso colpa nostra.