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Un composto della cannabis protegge i neuroni da due fattori che contribuiscono all’Alzheimer

Si tratta del cannabinolo (CBN), un cannabinoide che ha mostrato di poter contrastare lo stress ossidativo e alcune forme di morte cellulare programmata.
A cura di Valeria Aiello
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Il cannabinolo (CBN), un composto presente nella cannabis con deboli proprietà psicoattive, ha dato prova di poter contrastare due fattori che contribuiscono all’Alzheimer e altre forme di demenza, proteggendo i neuroni dallo stress ossidativo e da un tipo di morte cellulare, chiamata ossitosi e nota anche come ferroptosi, fortemente associata alla neurodegenerazione legata all’età. Lo ha scoperto un team di ricercatori del Salk Institute for Biological Studies di La Jolla, in California, che ha identificato il CBN come un potente neuroprotettore, dimostrando che questa sua azione avviene in un modo che dipende dai mitocondri.

I risultati della ricerca, pubblicati nel dettaglio sulla rivista scientifica Free Radical Biology and Medicine, mostrano infatti che il CBN mira direttamente ai mitocondri, preservando le principali funzioni di questi importanti organelli cellulari altrimenti interrotte in seguito all’induzione dell’ossitosi. Questo tipo di morte programmata, in particolare, si verifica quando l’apporto cellulare del glutatione (GSH) ad azione antiossidante si esaurisce, con conseguente aumento della produzione di composti nocivi dell’ossigeno (chiamati specie reattive dell’ossigeno nocive, ROS) e afflusso letale di ioni calcio attraverso  la membrana cellulare.

Quando, in test di laboratorio, gli autori dello studio hanno innescato l’ossitosi nelle cellule nervose dell’ippocampo, incubandole con alte concentrazioni di glutammato, hanno osservato che questo tipo di morte cellulare causava un restringimento e il cambiamento di forma dei neuroni. Tuttavia, le cellule che erano state pretrattate con CBN sono rimaste integre, suggerendo che il composto abbia in qualche modo inibito l’ossitosi.

Ulteriori esperimenti hanno rivelato che, senza questo cannabinoide, l’induzione dell’ossitosi causava l’arricciamento dei mitocondri, interrompendo il loro funzionamento, e che l’aggiunta di CBN ha invece impedito questa loro distorsione morfologica, riducendo anche l’afflusso di ioni calcio attraverso le membrane mitocondriali. In altre parole, il CBN ha consentito a questi importanti organelli di continuare a funzionare normalmente, contrastando alcune forme di morte cellulare programmata e proteggendo i mitocondri dal danno ossidativo.

Commentando i risultati dello studio, l’autrice principale, la neuroscienziata Pamel Maher del Salk Institute for Biological Studies, ha spiegato “il cannabinolo protegge i neuroni dallo stress ossidativo e dalla morte cellulare, due dei principali fattori che contribuiscono all'Alzheimer” sottolineando che “questa scoperta potrebbe un giorno portare allo sviluppo di nuove terapie per il trattamento di questa malattia e di altri disturbi neurodegenerativi, come il morbo di Parkinson”.

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