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Terapia genica contro il cancro: uno studio ha scoperto come renderla più efficace

Un nuovo studio ha scoperto come potenziare e rendere più duraturo l’effetto delle cellule impiegate nelle terapie geniche CAR-T. Si tratta di uno degli gli approcci più innovativi e promettenti nella cura contro il cancro, nonostante siano ancora diversi gli aspetti da approfondire in merito alla sua sicurezza.
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La CAR-T è una delle più recenti e innovative terapie introdotte nella cura del cancro e fa parte del promettente ambito delle terapie geniche: questa tecnica si basa sul prelievo di linfociti T del paziente malato, che vengono poi modificate – "bioingegnerizzate" – in modo tale da renderle capaci di attivare la risposta del sistema immunitario contro il cancro. Sebbene a inizio 2024 l'Ema abbia avviato una procedura di revisione per il rischio di tumori secondari, le terapie CAR-T restano una delle terapie più promettenti nella lotta contro il cancro, su cui la ricerca oncologica sta investendo molto.

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, realizzato dai ricercatori del Children's Hospital of Philadelphia (CHOP) e dell'Università di Medicina di Stanford ha scoperto come rendere più efficace e duraturo l'effetto delle terapie che utilizzano cellule CAR-T: attraverso il potenziamento di una particolare proteina, la FOXO1, che sembrerebbe svolgere una funzione guida nel regolare l'attività genica delle cellule, rendendole più simili alle cellule staminali.

Come rendere più efficace le cellule CAR-T contro il cancro

I ricercatori sono partiti da una premessa: nonostante la terapia a base di cellule CAR-T si sia dimostrata in grado di attaccare diversi tipi di tumori, l'efficacia delle cellule bioingegnerizzate tende ad esaurirsi nel tempo. I limiti maggiori sono stati evidenziati nella cura dei tumori solidi, come il cancro al seno e al polmone, mentre la terapia si è rivelata più efficace nella cura dei tumori del sangue, come la leucemia.

In questo studio i ricercatori spiegano come sia possibile prolungare l'effetto delle cellule CAR-T "pompandole" con una particolare proteina che le renderebbe più simili alle cellule staminali: la proteina FOXO1. Il ruolo di questa proteina è emerso dall'osservazione di campioni di cellule CAR-T impiegate nella cura di pazienti con leucemia. I ricercatori hanno visto che in quelle prelevate dai pazienti che avevano avuto una buona risposta alla terapia un gruppo di 41 geni era più attivo. Tutti e 41 i geni in questione erano regolati dalla stessa proteina, ovvero la FOXO1. Da qui l'ipotesi che la proteina potesse essere utilizzata per potenziare le stesse cellule T.

Una proteina guida la memoria delle cellule T

Per averne conferma i ricercatori hanno preso dei campioni di questo tipo di cellule e le hanno programmate in modo da aumentare la produzione della proteina FOXO1. Poi queste cellule sono state testate, iniettandole in topi da laboratorio: le cellule modificate si sono rivelate più efficaci sia contro i tumori del sangue che contro quelli solidi rispetto alle normali cellule CAR-T. Questo perché – spiegano i ricercatori – la proteina ha attivato i geni della memoria delle cellule T, rendendole efficaci più a lungo nel combattere le cellule tumorali.

I ricercatori hanno spiegato che FOXO1 potrebbe essere solo la prima proteina individuata ad avere questo ruolo di guida e che potrebbero esserci altre proteine capaci di migliorare l'efficacia della terapia. Già ci sono studi in corso in questo ambito, che potrebbero portare alla scoperta di nuove proteine-guida, ma – spiegano gli autori – si tratta di lavori non ancora pubblicati che necessitano di ulteriori conferme.

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