video suggerito
video suggerito

Studio conferma che 3I/ATLAS è circondato da nichel, Avi Loeb: “Come nella produzione di leghe artificiali”

Una nuova analisi condotta sull’oggetto interstellare 3I/ATLAS ha confermato che la nube di gas che lo avvolge contiene una prominente emissione di nichel, ma senza ferro. Secondo il fisico e astronomo Avi Loeb dell’Università di Harvard si tratta di un’altra anomalia a sostegno dell’ipotesi di un’origine artificiale, ovvero che si tratti di una possibile astronave aliena. Ecco per quale motivo.
A cura di Andrea Centini
0 CONDIVISIONI
Le immagini in banda stretta di 3I/ATLAS catturate dal telescopio Keck II. Credit: ArXiv
Le immagini in banda stretta di 3I/ATLAS catturate dal telescopio Keck II. Credit: ArXiv

La nube di gas che circonda l'oggetto interstellare 3I/ATLAS contiene un'emissione significativa di nichel, mentre non risultano evidenze di ferro. È quanto emerso da un nuovo studio che ha messo nel mirino l'oggetto lo scorso 24 agosto, quando si trovava a circa 400 milioni di chilometri dalla Terra. L'analisi spettroscopica della chioma di 3I/ATLAS è stata effettuata grazie al potentissimo telescopio Keck II piazzato in cima al vulcano Mauna Kea alle Isole Hawaii, a oltre 4.100 metri sul livello del mare. I risultati suffragano quelli emersi da precedenti indagini condotte con il Very Large Telescope (VLT) gestito dall'ESO (European Southern Observatory). L'enorme struttura, composta da quattro telescopi con un diametro di 8.2 metri, si trova nell'Osservatorio Paranal nel cuore del deserto di Atacama, che recentemente si è riempito di fiori fucsia grazie al fenomeno chiamato “desierto florido”.

Il fatto che le analisi dei gas attorno a 3I/ATLAS indichino una prevalente presenza di nichel e nessuna evidenza di ferro è un'anomalia notevole, che non era mai stata osservata prima nelle comete che normalmente viaggiano nel Sistema solare e nemmeno in 2I/Borisov, la prima “cometa aliena” mai identificata e il secondo oggetto interstellare dei tre intercettati fino ad oggi. Secondo la maggior parte degli esperti anche 3I/ATLAS è una cometa aliena, tuttavia per il fisico e astronomo israeliano Abraham Avi Loeb, ricercatore presso il Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard, questa e altre anomalie supportano l'ipotesi che l'oggetto non sia naturale, ma artificiale.

In altri termini, si tratterebbe di una gigantesca astronave aliena, con un diametro di 5 chilometri e una massa di almeno 33 miliardi di tonnellate (una città viaggiante, di fatto). Tra le anomalie rilevate dal professor Loeb vi sono una anticoda (rilevata anche dal nuovo studio) orientata verso il Sole; dimensioni; traiettoria improbabile che avvicina più pianeti del Sistema solare (Marte, Venere e Giove), polarizzazione e il sopracitato degassamento a base di nichel senza ferro. Tutto questo per Avi Loeb indicherebbe l'origine non naturale del visitatore interstellare con una probabilità del 30-40 percento.

Ma perché l'emissione di questo elemento – un metallo di transizione lucente e malleabile – in assenza di ferro suggerisce una natura artificiale di 3I/ATLAS? A spiegarlo è lo stesso professor Loeb in un nuovo articolo pubblicato su Medium. “A differenza di tutte le comete conosciute, inclusa la cometa interstellare 2I/Borisov, lo spettro osservato del pennacchio di gas attorno a 3I/ATLAS mostra un'emissione di nichel prominente ma nessuna evidenza di ferro”, sottolinea lo scienziato. “A parte 3I/ATLAS – prosegue Loeb – questa anomalia era nota solo nelle leghe di nichel prodotte industrialmente attraverso il percorso chimico del carbonile, che raffina il nichel attraverso la formazione e la decomposizione del tetracarbonile di nichel, Ni(CO)4”. In altri termini, il nichel rilevato attorno a 3I/ATLAS sarebbe di natura artificiale perché in questa forma, perlomeno sulla Terra, lo si ottiene attraverso una specifica reazione di raffinazione a base di monossido di carbonio (il percorso del carbonile, appunto), in cui viene prima formato e poi scomposto il tetracarbonile di nichel, al fine di ottenere il metallo.

Chiaramente va tenuto presente che 3I/ATLAS arriva da un lontanissimo sistema stellare sconosciuto, pertanto non ci sarebbe nulla di strano in una composizione chimica insolita, anche alla luce dell'età stimata di circa 7 miliardi di anni. Gli autori del nuovo studio suggeriscono il percorso carbonilico sull'oggetto interstellare si verifichi nei pressi del nucleo, dove il tetracarbonile di nichel sarebbe fortemente concentrato.

Oltre al nichel la cometa perde anche cianuro, con code di degassamento che si disperdono per centinaia di chilometri. Anche i tassi di dispersione tra questi due elementi sono anomali rispetto ad altre comete, compresa 2I/Borisov. Per comprendere meglio la natura di questo oggetto si attendono con trepidazione le immagini scattate dalla fotocamera HiRISE della sonda MRO della NASA all'inizio di ottobre, quando 3I/ATLAS è passato a 30 milioni di km da Marte. Tuttavia non sono state ancora diffuse a causa dello shutdown negli Stati Uniti, che ha rimandato a casa circa 15.000 dipendenti dell'agenzia aerospaziale. Per restare in tema, un nuovo studio condotto da uno scienziato della NASA ha ipotizzato il motivo per cui ancora non siamo entrati in contatto con gli alieni.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views